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Il veliero che difende i diritti dei migranti
Giovani
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Foto: Unsplash.com
Porto di Siracusa, 7 settembre 2020, il veliero Astral dell’ONG Open Arms è attraccato al molo in attesa di salpare.
“Una volta partiti è difficile prevedere quando si farà rientro al porto, dipende dalle condizioni metereologiche e dall’autorizzazione ad attraccare”. A parlare è Riccardo Gatti, capo missione Open Arms e Presidente Open Arms Italia: “Lavoro nel soccorso in mare dal 2015, prima in Grecia con Medici Senza Frontiere e dal 2016 con Open Arms”.
Open Arms gestisce due imbarcazioni, la Open Arms e la Astral. La prima è dedicata al soccorso di navi e gommoni in pericolo, mentre la seconda, più piccola e con un equipaggio più ridotto, ha lo scopo di monitorare, documentare e se occorre denunciare le violazioni ai diritti umani che avvengono nelle acque del Mediterraneo.
Astral è partita il 7 settembre da Siracusa, probabilmente la missione durerà un paio di settimane, il tempo massimo oltre il quale è necessario tornare a riva, fare il pieno di carburante, scorte alimentari e dare il cambio ai nuovi membri dell’equipaggio.
“Da quando è venuto meno il coordinamento della guardia costiera italiana è un terno all’otto capire con precisione da che parte dirigersi. Generalmente dall’Italia andiamo verso ovest o est di Tripoli, le tratte che percorriamo sono più o meno sempre le stesse, l’unico fattore che influisce sulle partenze dalle coste africane dei migranti è il meteo e, quindi, anche noi regoliamo le nostre rotte di conseguenza”, riferisce Riccardo Gatti.
È notizia di poche ore fa che l’ENAC ha bloccato anche l’aereo di Sea Wach Moonbird, deputato a segnalare le imbarcazioni in difficoltà. “Il Governo Italiano, con la complicità dell’Unione Europea, sta facendo di tutto per evitare la presenza di testimoni scomodi nel Mediterraneo centrale”, continua Riccardo.
“Cerchiamo di non tenere troppo vicine le nostre due imbarcazioni, rimangono in contatto tra di loro ovviamente, ma separate, in modo tale da coprire un territorio il più vasto possibile. Quando avvistiamo una barca ne segnaliamo la presenza alla guardia costiera maltese, o alle autorità italiane, e in caso di criticità ci attrezziamo per un salvataggio; il soccorso in mare è un obbligo. Quello che vogliamo, però, è far sì che siano le autorità competenti ad intervenire, noi fungiamo da bastione di protezione contro i numerosi respingimenti illegali verso le coste libiche. Quando in mare affianco all’imbarcazione in avaria ci siamo anche noi, una ONG, è più difficile che si verifichi un respingimento. Cerchiamo soprattutto di scongiurare il coinvolgimento della guardia costiera libica, che con azioni violente riporta i migranti in un inferno fatto di torture e schiavitù. Tutto questo è illegale, ma continua ad accadere e noi vogliamo ostacolarlo”, spiega Riccardo Gatti.
È di questi giorni anche la pubblicazione di un dossier di Amnesty International che denuncia le violazioni ai diritti umani e i respingimenti verso la Libia, paese in guerra, che avvengono in continuazione da parte di Italia e Malta.
Riccardo Gatti non ha aneddoti particolari da raccontare sulle missioni in mare che ha seguito fino ad oggi, ma al termine dell’intervista ci tiene a precisare una cosa: “E’ incredibile che l’anno scorso per 20 giorni abbiamo dovuto combattere legalmente contro Salvini, per far sì che quello che al tempo era il nostro Ministro dell’Interno rispettasse le leggi, per far sì che il diritto all’assistenza dei 107 migranti che avevamo a bordo a venisse rispettato. Questo non deve accadere mai più”.
Lucia Michelini

Sono Lucia Michelini, ecologa, residente fra l'Italia e il Senegal. Mi occupo soprattutto di cambiamenti climatici, agricoltura rigenerativa e diritti umani. Sono convinta che la via per un mondo più giusto e sano non possa che passare attraverso la tutela del nostro ambiente e la promozione della cultura. Per questo cerco di documentarmi e documentare, condividendo quanto vedo e imparo con penna e macchina fotografica. Ah sì, non mangio animali da tredici anni e questo mi ha permesso di attenuare molto il mio impatto ambientale e di risparmiare parecchie vite.