Grant 2013: “il nuovo illuminismo” della Fondazione Veronesi

Stampa

Progetti e ricerche di alto profilo scientifico, con un’ampia ricaduta sulla salute pubblica. Sono questi i criteri principali utilizzati dalla Fondazione Veronesi per l’assegnazione dei Grant 2013, i premi annuali sotto forma di finanziamenti, destinati a giovani medici e ricercatori italiani e internazionali. Dedicati principalmente a tre rami della biomedica (oncologia, cardiologia e neuroscienze) i progetti selezionati sono stati 14, e ben 127 le borse di ricerca assegnate. Un’altra iniziativa meritoria di una Fondazione partner di Unimondo che condivide con noi le attività in favore della pace, dell’ambiente e della democrazia.

Le parole d’ordine nella scelta delle proposte sono sempre prevenzione e diagnosi precoce, definite “il futuro della lotta alle grandi malattie”, ma quest’anno a dominare è soprattutto il tema della longevità. “Oggi, grazie anche ai progressi della medicina, si vive molto più a lungo. Ma è importante anche come si vive” ha spiegato il presidente della Fondazione, Paolo Veronesi, durante la cerimonia di assegnazione dei premi tenutasi in Campidoglio.

La Fondazione cita uno studio pubblicato da Nature, secondo il quale negli ultimi 170 anni nei paesi industrializzati l’aspettativa di vita è cresciuta di 2,5 anni per decade. La qualità della vita, però, spesso non segue questo trend positivo, e il riferimento è alle malattie neurodegenerative come Alzheimer o Parkinson, per le quali non si è ancora trovata una cura. “Comprenderne l’origine significa porre le basi certe per lo sviluppo di future terapie” ha spiegato il medico alla platea gremitissima di ragazzi e ragazze, emozionati e pronti a iniziare la loro nuova avventura presso centri di ricerca di eccellenza in Italia e all’estero.

Perchè la Fondazione Veronesi, che ha colto l’occasione dei premi per festeggiare anche il suo decimo compleanno, ha deciso di puntare proprio sui giovani. I borsisti hanno, infatti, un’età media di 33 anni, la ricercatrice più giovane ne ha 30. Le loro esperienze più importanti probabilmente devono ancora arrivare. “La scienza di domani rimane solo un progetto, senza un esercito di menti capaci di applicarla – afferma l’oncologo Umberto Veronesi, padre e fondatore dell’ente che porta il suo nome –. Ecco perchè, con i Grant 2013, la Fondazione ha pensato non solo ai progetti, ma anche alle borse, cambiando così il concetto di «sostegno ai giovani»: da ricompensa per pochi ragazzi meritevoli, a costruzione di una piramide per la scienza, fondata su una nuova generazione di scienziati”.

Lo scopo della Fondazione e dei premi, è anche favorire la ricerca cosiddetta “traslazionale” che, “come in un sistema di vasi comunicanti, trasferisce immediatamente le conoscenze dai laboratori alla clinica e viceversa”. E proprio di ricerca traslazionale hanno parlato anche i quattro premi Nobel presenti alla cerimonia di premiazione, in quello che è stato un vero e proprio inno alla curiosità, alla passione e all’impegno che devono essere propri di uno scienziato e di un ricercatore.

“Se si vuole rafforzare la ricerca traslazionale, non bisogna mai dimenticare la ricerca di base – ha commentato ad esempio il premio Nobel per la chimica 2008, Martin Chalfie –. Sono le fondamenta, che spesso si rivelano preziosissime sul campo, e portano alla nascita di nuove scoperte”. Racconta l’esperienza di un suo amico, un giovane medico che curava i pazienti ammalati di colera in un ospedale di Baghdad. “Erano necessarie delle sostanze molto costose. Ma lui sapeva, da una recente ricerca, che l’organismo assorbe meglio gli zuccheri e gli aminoacidi se uniti al sodio. Allora si è detto: perchè non usare una soluzione, semplice e pulita, di acqua, zucchero più sale, proprio per i pazienti di colera?” È qui che, secondo il Nobel, la ricerca di base (che quando è stata fatta non pensava certo al colera) si è rivelata fondamentale. Ma certo non avrebbe portato a quel risultato senza anche una certa dose d’intuito, un’enorme passione per il proprio lavoro e la fiducia nelle proprie idee.

“Fate ricerca su ciò che vi interessa, e non su ciò che per le altre persone è importante, perchè è sempre stata questa la molla delle scoperte principali – ha commentato infatti il premio Nobel per la chimica del 1996, Harald Kroto – . D’altronde Pasteur aveva detto: La fortuna favorisce solo le menti preparate”. Kroto afferma di essere stato lui stesso molto influenzato da musica, poesia, architettura, astrofisica. “Perciò – ha consigliato ai ragazzi – non ricacciate indietro le vostre passioni, anche perchè la ricerca scientifica è molto difficile da prevedere e tutto può servire, in modi inaspettati”.

A strizzare l’occhio alle numerose ragazze presenti ci ha pensato Ada Yonath, premio Nobel per la chimica 2009. Mettendo anche lei in primo piano la curiosità, la fatica e la passione come molla imprescindibile delle migliori ricerche, ha ribadito come la scienza sia “assolutamente indipendente dal genere, nonostante spesso la società scoraggi le donne dall’intraprendere questo tipo di cammino”. I Grant stessi ne sono un esempio, dato che quest’anno le vincitrici sono ben 80 su 127.

“Siete fortunati – ha detto infine ai giovani ricercatori Luc Montagnier, premio Nobel per la medicina nel 2008 (ha isolato il virus dell’HIV) – lo siete non solo per i fondi che riceverete, ma perchè iniziate a fare ricerca in questo secolo”. Lo scienziato si riferisce non solo alla presenza di strumenti ad altissima tecnologia, ma soprattutto all’enorme banca dati (a partire da DNA e RNA) a disposizione dei giovani ricercatori, e alla rete globale di informazioni, con la possibilità di uno scambio continuo tra colleghi in qualunque parte del mondo si trovino. Nel nome del progresso scientifico più qualitativo che quantitativo.

“La ricerca traslazionale porta alla scoperta di nuove discipline, si pensi alla biologia e alla fisica quantistica, e a nuovi paradigmi. E non esclude di certo l’etica” afferma, e termina con l’ottimismo tipico dello scienziato: “I ricercatori devono essere pronti al nuovo secolo. Sono sicuro che siamo dinnanzi a un nuovo illuminismo”.

Anna Toro

Commenti

Log in or create a user account to comment.

Ultime su questo tema

A Berlino manganelli e arresti sui pro-Pal

26 Luglio 2025
Negli ultimi mesi, la repressione delle manifestazioni per Gaza ha assunto toni che inquietano. Dall'inviato in Germania.

Il diritto di scegliere: autonomia riproduttiva tra desiderio, ostacoli e nuove prospettive

23 Luglio 2025
Crescita, calo delle nascite, invecchiamento: la demografia globale è segnata da squilibri e contraddizioni. Ma il vero nodo non è quanti figli si fanno, bensì chi può davvero scegliere se e quando...

Comunicare nella nostra lingua: presupposto per qualsiasi futuro

01 Luglio 2025
Il 4° Obiettivo dell'Agenda 2030 è dedicato ad un'istruzione di qualità. Lo abbiamo Raggiunto? Ne abbiamo parlato con la Rete Italiano Trento. (Alessandro Graziadei)

La decolonizzazione parte dai nostri sguardi

03 Giugno 2025
Contro gli orrori di Israele e l’ipocrisia dei governi delle grandi potenze possiamo, in basso, imparare ad ascoltare le voci femministe palestinesi. Hanno qualcosa da dirci. (ComuneInfo)

La fuga dei giovani dal Venezuela

17 Maggio 2025
Articolo realizzato dal gruppo studentesco nell’ambito del progetto "Cercare la pace in un mondo in conflitto" svolto al liceo G.Pascoli di Firenze.

Video

Fare Spazio ai Giovani - Lo spot! :)