Umberto Veronesi. Basta con 27 eserciti in Europa

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Nel giorno in cui al Cern di Ginevra è stato scoperto il Bosone di Higgs la società civile italiana ha avuto un importante incontro presso la Fondazione Umberto Veronesi per la preparazione della IV Conferenza mondiale di Science for peace.

Perché la scienza, a detta del noto oncologo patrocinatore dell’omonima fondazione, “è pacifista per natura. Oltre a ricercare la verità ha una funzione civilizzatrice. Attenzione: la tecnologia risponde al mercato, trattandosi di un mero strumento, ma la Scienza, come ribadito nella Carta di Venezia, deve dedicarsi ai grandi temi di cui l’umanità soffre: ingiustizia; fame nel mondo; condizioni di prevaricazione ed assenza di pace.

La pace non è l’intervallo tra due guerre ma un elemento decisivo da difendere perché l’uomo non nasce aggressivo ma buono – fondamentalmente positivo - perché il compito del DNA è mantenere viva la specie. Quindi procreare, mantenere i figli e non certo distruggere.

Come afferma la Pacem in terris non esistono guerre giuste ma il male va combattuto togliendo le cause del male dalle radici. Bisogna, quindi, studiare, approfondire su come evitare e prevenire la violenza.

Le armi per uccidere, in dote agli eserciti non dovrebbero esistere: noi siamo per il disarmo universale. Agiamo contro tutte le violenze. La prima è la pena di morte ove l’omicidio è istituzionalizzato. Lo Stato legittima l’omicidio. La pena di morte è un misfatto dell’umanità.

Siamo anche preoccupati che molti paesi quasi dittatoriali o dittatoriali o anche democratici come gli USA abbiano ancora la pena di morte. Negli USA il possesso delle armi è pari al far west. Combattiamo inoltre l’ergastolo perché anche questo è “pena di morte”. La Costituzione italiana prevede il recupero e la rieducazione dei condannati, tuttavia non si può far coincidere “recupero ed ergastolo”. Combattiamo l’ergastolo anche se l’opinione pubblica fatica ad accettarlo”.

“Giudicare è facile – capire è difficile”. Nemesi, nella mitologia greca, riesce a rielaborare il dolore. Trattasi di una “giustizia compensatrice” conclude il Professore.

La conferenza mondiale “Scienze for peace” avrà luogo alla Bocconi e conta ormai 140 speakers da 40 paesi, 8 premi nobel, le più alte autorità italiane, 800 scuole, 10.000 partecipanti di cui 5.000 studenti, una mostra fotografica Ombre di guerra e più di 1.000 articoli sui media. Inoltre sono stati istituiti 4 gruppi di lavoro: Università e ricerca, Together for peace, Banche e Società civile e UE: gestione delle crisi e prevenzione dei conflitti.

A tal proposito il professore, provocato da Unimondo, s’è scagliato contro i 27 Stati dell’Unione Europea che spendono 300 miliardi di euro per mantenere 27 costosissimi eserciti. Tutti denari che potrebbero andare al welfare ed alla ricerca. “Trattasi di una cultura obsoleta, ottocentesca e, peraltro, inefficiente perché non riesce a rispondere prontamente alle grosse violazioni sui diritti umani se non dopo mesi di trattative tra Stati. Il tutto, continua il professore, si supera con l’esercito unico come accaduto dopo la guerra di secessione negli USA dalla quale nacque un esercito federale e non più decine di eserciti in lotta tra loro. Ma, si sa, la Nato non ha interesse alcuno che questo accada. Nel comitato scientifico di Science for peace siede Emma Bonino che è molto attenta alla nonviolenza ed al disarmo, a detta di Veronesi, il quale non s’è risparmiato nemmeno a criticare la sciagurata spesa per gli F35.

Al termine dell’incontro Giorgio Beretta e Francesco Vignarca hanno presentato il “Codice di responsabilità in materia di finanziamento al settore degli armamenti”. Questo codice intende favorire un percorso di responsabilizzazione di tutte le parti nei confronti del settore della produzione e del commercio degli armamenti. Tale percorso è finalizzato a: contribuire a valutare le operazioni relative al settore; aiutare a valutare i rischi non finanziari delle operazioni relative al settore; aumentare la trasparenza sui servizi e sui finanziamenti al settore; incentivare le migliori pratiche messe in atto da tutte le parti aderenti.

Con l’adesione a questo “Codice di responsabilità” gli istituti di Credito ed Organizzazioni del settore finanziario s’impegnano a stabilire procedure interne per l’attuazione dei criteri esplicitati nel Codice fornendo annualmente una rendicontazione pubblica e completa sull’applicazione delle procedure.

L’incontro è terminato con l’impegno da parte degli istituti di credito presenti ad aderire a questo percorso di responsabilità. Un piccolo successo. Sia della Fondazione che dei ricercatori.

Fabio Pipinato

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