Unesco: un miliardo gli analfabeti, i tre quarti sono donne

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Saper leggere e scrivere è un abilità ancora negata a 781 milioni adulti di cui i tre quarti sono donne. Oltre 103 milioni di bambini, inoltre, non va a scuola, ed anche in questo caso la maggioranza sono femmine. Sono i dati diffusi dall'Unesco in occasione della Giornata mondiale per l'alfabetizzazione. Non mancano i segnali positivi: negli ultimi anni le scuole elementari dell'Africa Subsahariana e dell'Asia Meridionale e Occidentale hanno visto oltre 20 milioni di scolari in più in ciascuna di queste regioni. E 20 nuove nazioni sono sulla buona strada per rispettare entro il 2015 l'obiettivo di fornire l'istruzione primaria all'interna popolazione infantile - riporta l'Unesco.

Inoltre la consapevolezza di una differente attenzione alla dimensione femminile del problema è in crescita con il risultato che molto paesi stanno applicando specifiche strategie nei piani d'istruzione nazionale per aumentare l'accesso delle bambine e delle donne all'istruzione. Ma non si tratta solo di 'far andare' i bambini a scuola, quanto anche 'farli restare' fino al completamento degli studi: resta infatti molto alto il livello di dispersione scolastica riporta l'agenzia Misna.

Secondo l'ultimo rapporto dell'Unesco, le nazioni con il più basso tasso di alfabetizzazione sono il Burkina Faso (12,8%), Niger (14,4%) e il Mali (19%) ma non è l'Africa subsahariana la regione con il tasso medio più basso (59,7%) bensì l'Asia meridionale e occidentale (58,6%). Il rapporto tra livello d'istruzione e povertà è ben chiaro dalle cifre dell'Onu che dimostrano come nei paesi dove tre quarti della popolazione vive con meno di due dollari al giorno - come Bangladesh, Etiopia, Ghana, India, Mozambico e Nepal - il tasso di alfabetizzazione complessivo è sotto il 63%.

"Queste popolazioni sono derubate dello strumento cruciale per lo sviluppo rappresentato dall'istruzione" - afferma Kofi Annan nel messaggio per la giornata internazionale. "Uno strumento che rende le persone capaci di sfruttare le nuove opportunità di apprendimento, rispondere ai cambiamenti delle richieste occupazionali e di anche di proteggersi dalle malattie come Aids/Hiv" - ha detto Annan. "Il prezioso dono dell'istruzione - ha concluso - può sostenere lo sviluppo di un paese solo se è a sua volta sostenuto con programmi avanzati, e nuove opportunità di studio e fruizione".

Intanto, Save the Children lancia la campagna per garantire entro il 2010 educazione di qualità a 8 milioni di bambini in paesi in guerra. La Campagna sarà presentata martedì 12 settembre alle ore 11.30 a Roma presso la sala Stampa Estera (Via dell'Umiltà 83/c). L'iniziativa prenderà il via in contemporanea in Italia e in altri 39 paesi del mondo. Nel corso dell'incontro sarà presentato il Rapporto Internazionale "Educazione per i bambini in paesi in conflitto": una approfondita ricerca su quanti bambini in vari paesi del mondo vedono negato il diritto all'educazione a causa delle guerre, sull'impatto che il problema ha nello sviluppo dei bambini e delle loro comunità, sulle possibili soluzioni che Save the Children propone ai governi nazionali, alle istituzioni internazionali e all'opinione pubblica. [GB]

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