ONU: nei paesi ricchi e poveri donne egualmente discriminate

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Il recente rapporto delle Nazioni Unite su "Progresso delle donne nel mondo 2002: Uguaglianza di genere e Obiettivi Di Sviluppo Di Millennio" si conclude con la considerazione che non esistono differenze sistematiche
tra i paesi ricchi e i paesi poveri per quanto concerne la partecipazione politica delle donne.
Il rapporto compilato dal Fondo delle Nazioni Unite per lo Sviluppo delle Donne (UNIFEM) dichiara che il numero di donne in posizioni chiave e decisionali è l'unico indicatore che non sembra essere influenzato dalla povertà nazionale.

L'obiettivo di una rappresentanza del 30 per cento nelle posizioni chiave e decisionali è da tempo tema di discussione nei congressi internazionali, tuttavia al momento attuale solo 11 paesi hanno raggiunto questo obiettivo: Svezia, Danimarca, Germania, Finlandia, Norvegia, Islanda, Paesi Bassi, Africa del sud, Costa Rica, Argentina e Mozambico.

Noeleen Heyzer, direttore esecutivo di UNIFEM, ha ribadito l'esigenza "di una presenza delle donne nelle posizioni politiche in particolar modo nelle situazioni post-belliche dove per la nascita di nuove costituzioni e di un reale progresso è importante l'opinione delle donne".

In specifico per la situazione europa Maria Grazia Gianmarinaro, dell'associazione Giudit ricorda che la Carta di Nizza ha accolto solo nell'ultima sessione dei lavori, per il lavoro di lobby di associazioni femminili/ femministe, il
principio di parità. L'Italia, pur avendo tutte le norme di carattere generale necessarie, è ultima a livello
europeo per quanto riguarda le realizzazioni.

Fonte: Unifem, UN News Centre, Il paese delle Donne;

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