Singapore: Violenze etnico-religiose raddoppiate nell'ultimo anno

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Foto: Unsplash.com

Nell'ultimo anno sono raddoppiati a Singapore gli incidenti legati a tensioni di carattere religioso e razziale. A fornire il dato è stato ieri il ministro dell'Interno K. Shanmugam. Rispondendo a un'interrogazione parlamentare, egli ha parlato di una sessantina di casi nel 2020 contro i 31 registrati un anno prima e i 18 del 2018. Cifre in apparenza di piccola entità nella città-Stato di 5,7 milioni di abitanti, che però preoccupano molto politici e cittadinanza

Ci sono casi documentati e analizzati, come quello dell’aggressione a sfondo razziale di un uomo nei confronti di una donna di diversa etnia in un'affollata arteria cittadina lo scorso maggio, o dell'attacco pochi giorni fa a un uomo di etnia cinese. Episodi con ogni probabilità incentivati dalla situazione economica e occupazionale dovuta alla pandemia, ma anche dal dibattito che si va intensificando sui rapporti tra le etnie presenti su un territorio tra i più sovraffollati del mondo.

Singapore vede la convivenza di una popolazione residente di origine cinese per il 76%, con consistenti comunità di malesi, indiani ed europei e una presenza di immigrati temporanei che fornisce metà della forza lavoro necessaria. Per questo motivo l'equilibrio etnico e religioso è un punto essenziale delle politiche governative. Se da un lato ogni estremismo o atteggiamento settario viene sanzionato per legge, dall'altro si cerca di promuovere l'armonia sociale calibrando gli interventi a favore delle varie comunità.
Una recente indagine ha mostrato che il 97% della popolazione ritiene buono o elevato il livello di armonia tra le comunità...

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