World Habitat Day: casa negata ad oltre un miliardo di persone

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Oltre un miliardo di persone vive in quartieri degradati e le cifre riguardo alla povertà urbana aumentano giorno dopo giorno, particolarmente nei paesi in via di sviluppo ha affermato il Segretario Genrale delle Nazioni Unite Ban Ki- moon. Nella Giornata Mondiale che le Nazioni Unite dedicano all'Habitat che si è celebrata lo scorso lunedì, Ban ha detto che tra queste persone i minori di 25 anni sono la fascia d'età più colpita da povertà e privati di diritti fondamentali, condannati a vivere senza educazione e senza un lavoro dignitoso.

Non possono accedere all'acqua potabile, elettricità, sistema sanitario e soffrono di tutte le carenze di un sistema sociale inadeguato. Quest'anno l'appuntamento è stato celebrato con lo slogan Better city Better life (migliore città, migliore vita), con l'obiettivo di stimolare azioni e politica che contribuiscano al miglioramento delle condizioni abitative dei poveri urbani.

E a rispondere all'appello è l'Alleanza Internazionale degli Abitanti (IAI), rete mondiale per il diritto alla casa senza frontiere nata nel 2003, che ha rilanciato l'iniziativa Giornate Mondiali Sfratti Zero con decine di iniziative in tutti i continenti per tutto il mese di ottobre, e chiedendo una moratoria mondiale degli sfratti, il finanziamento di alloggi e dell’habitat per un nuovo Patto Sociale Urbano, nel quadro di quello che hanno denominato un New Deal Verde per almeno un miliardo di persone.

Ma proprio in occasione dell'ultima Giornata Mondiale ha anche diffuso un comunicato molto critico nei confronti del recente Vertice delle Nazioni Unite sugli Obiettivi del Millennio (ODM), dove - secondo l'organizzazione - “si è tentato di nascondere il fallimento dell'ODM 7-11, ignorando scandalosamente l’esistenza degli sfratti, sottovalutando le conseguenze della crisi globale e dello sviluppo fondato su megaprogetti e guerre, del cambiamento climatico e dei disastri come pretesto per nuove discriminazioni dei poveri, dei migranti e delle donne, come giustificazione dei tagli di bilancio e delle privatizzazioni dei servizi pubblici, dell’assenza di controllo pubblico sui prezzi del settore e sulle speculazioni finanziarie/immobiliari”.

Per l'organizzazione è necessario rimettere al centro del dibattito il diritto alla casa. Nel documento si denuncia l’illegalità degli sfratti e degli attacchi contro il diritto alla casa, “perché violano l'art. 11 del Patto Internazionale sui Diritti Sociali, Economici e Culturali (in.pdf), ratificato anche dagli oltre 70 paesi nei quali è stata rilevata tale pratica disumana nel corso degli ultimi dodici mesi”. Dura critica viene riservata anche all'agenzia UN-Habitat che “per coerenza dovrebbe rinunciare al Global Compact esteso a un settore privato, che propone la distruzione delle case vuote e dei quartieri non redditizi per far rialzare il prezzo dell’immobiliare” si legge nel comunicato.

La solidarietà internazionale sostengono da IAI “è un arma per costruire dignità e sicurezza abitativa”. Se un miliardo di persone in tutto il mondo soffre attualmente per l’insicurezza abitativa è per causa da grandi investimenti del capitale finanziario ed immobiliare, le discriminazioni sociali, economiche e razziali, le guerre, i disastri naturali. E questo numero di senzatetto e mal alloggiati, anziché diminuire di 100 milioni entro il 2015 come stabilito dal settimo degli Obiettivi di Svliluppo del Millennio, sembra essere destinato a crescere di altri 700 milioni entro il 2020. Il New Deal Verde - continua il documento - dovrebbe essere basato, in particolare, sull’investimento di una parte importante degli aiuti allo sviluppo e della cancellazione del debito estero, trasformandolo in Fondi Popolari per la terra e la casa. Proposte che verranno discusse alla prossima Assemblea Mondiale degli Abitanti che si terrà all'interno del Social Forum Mondiale di Dakar nel 2011.

Particolarmente critica è stata anche Amnesty International - che si occupa degli insediamenti abitativi precari nell'ambito della sua campagna Io pretendo dignità - la quale ha affermato che i governi non possono celebrare il World Habitat Day delle Nazioni Unite e allo stesso tempo ignorare un miliardo di persone che vivono negli insediamenti abitativi precari. L'ultimo Summit sugli Obiettivi di sviluppo del millennio non è stato in grado di chiedere ai governi di porre fine agli sgomberi forzati e la dichiarazione finale ha invece chiesto ai governi di ridurre la popolazione degli insediamenti abitativi precari, un'espressione che Amnesty teme possa favorire ulteriori sgomberi forzati.

Persone che vivono negli insediamenti abitativi precari vengono sgomberate forzatamente in varie parti del mondo: le comunità rom vengono sgomberate da una parte all'altra d'Europa, gli abitanti degli insediamenti abitativi precari di Delhi, la capitale dell'India, sono sgomberati con la forza per fare spazio ai Giochi del Commonwealth e lo stesso rischio corrono più di 200.000 persone a Port Harcourt, in Nigeria - sostiene Amnesty. Queste persone finiscono per essere dimenticate dalla legge, non ricevono un risarcimento e non hanno un posto dove andare a vivere. “È giunto il tempo per i leader mondiali di andare oltre la retorica che abbiamo ascoltato a New York e prendere immediatamente provvedimenti per proteggere i diritti delle persone che vivono negli insediamenti abitativi precari” - ha dichiarato Widney Brown di Amnesty International.

Elvira Corona (Inviata Unimondo)

 

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