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Le potenzialità educative
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Immagine: Unsplash.com
"L'educazione liberatrice da sola non produce il cambiamento sociale. Ma non potrà esserci cambiamento sociale senza un'educazione liberatrice" (Paulo Freire)
Sentirci provocati dal gruppo di educande e educandi con cui lavoriamo è il primo abito mentale democratico che possiamo assumere per generare condizioni e disposizioni di apprendimento, per creare la possibilità per la produzione e costruzione della conoscenza: essere consapevoli che non sappiamo necessariamente tutto sui contenuti da trattare.
Sapere che il gruppo ha le sue conoscenze, i suoi punti interrogativi, le sue esigenze, ma anche sapere che possiamo affrontare la sfida perché ci siamo preparati nel miglior modo possibile. Sapere che abbiamo criteri, strumenti e metodi di lavoro per affrontare l’argomento con creatività e spirito critico.
In sintesi ci poniamo con un atteggiamento dialogico, plurale, complesso di educatori-allievi.
Quindi possiamo provocare il gruppo: con domande, proposte metodologiche, materiali di supporto per includere più elementi di informazione e nuove prospettive; discutendo le affermazioni e negazioni; generando un dibattito attorno alle percezioni; apportando nuovi contenuti grazie alla nostra padronanza dell’argomento; contribuendo a sintetizzare idee; portando avanti un processo di riflessione progressivamente più complesso e profondo.
È necessario incoraggiare la capacità critica, la ricerca, l’investigazione e la costruzione di apprendimenti individuali e collettivi, plurali e complessi, di cui anche noi beneficiamo. Così ogni provocazione che proponiamo genererà una nuova risposta che diventerà di nuovo una nuova sfida per noi educatori e educatrici, provocatori e provocatrici.
Freire fa continuamente riferimento a questa relazione non-dicotomica, non-dualistica, tra educatore e educatrice e educanda e educando, che si spinge oltre la visione di orizzontalità e dialogo che deve esistere tra loro. Freire si spinge oltre le apparenze, prospettando un’unità dialettica tra l’insegnante e lo studente, sintetizzandolo nel seguente modo: “chi insegna impara nell’insegnare e chi impara, insegna nell’apprendere”. E va anche oltre. Mette in relazione i ruoli dei soggetti attivi in questo processo. Assumere quest’ottica come sfida, alla ricerca di una coerenza etica e politica e pedagogica è fare del nostro meglio per costruirci come esseri umani che si pongono un paradigma altro nella costruzione del sapere, opposto rispetto al paradigma dominante, autoritario, verticale, assoluto teso alla riproduzione asettica della conoscenza.
La presa di posizione pedagogica che si esprime in questa prospettiva della provocazione reciproca si ispira a una profonda convinzione etica e politica che riprendiamo di nuovo da Freire: "In quanto umani siamo esseri storici e la storia non è determinata, ma è piuttosto un tempo di possibilità in cui noi possiamo diventare soggetti trasformatori, costruttori del futuro che vogliamo e non soltanto oggetti della storia che altri hanno deciso". Pertanto la coerenza che cerchiamo di mettere in pratica come provocatori e provocati nel dare impulso a processi che generano condizioni e disposizioni di apprendimento, richiede una rigorosità metodologica che in nessun caso potrà tradursi in una ricetta, uno schema, un modello o un complesso di tecniche da applicare, ma è piuttosto una forma di espressione, di rigorosità etica e di comportamento, di esempio e paradigma.
Scegliere un’educazione liberatrice è una scelta per un cambiamento sociale di cui questa stessa nuova educazione fa parte: una scelta che significa anche credere, aspettarsi che i valori etici si possono concretizzare nella Storia, e che noi educatori e educatrici abbiamo una responsabilità nel loro conseguimento.
Laura Tussi

Docente, giornalista e scrittrice, si occupa di pedagogia nonviolenta e interculturale. Ha conseguito cinque lauree specialistiche in formazione degli adulti e consulenza pedagogica nell'ambito delle scienze della formazione e dell'educazione. Coordinamento Italia Campagna Internazionale ICAN - Premio Nobel per la Pace 2017 per il disarmo nucleare universale, collabora con diverse riviste telematiche tra cui Pressenza, Peacelink, Ildialogo, Unimondo, AgoraVox ed ha ricevuto il premio per l'impegno civile nel 70esimo Anniversario della Liberazione M.E.I. - Meeting Etichette Indipendenti, Associazione Arci Ponti di Memoria e Comune di Milano. Autrice dei libri: Sacro (EMI 2009), Memorie e Olocausto (Aracne 2009), Il dovere di ricordare (Aracne 2009), Il pensiero delle differenze(Aracne 2011), Educazione e pace (Mimesis 2012), Un racconto di vita partigiana - con Fabrizio Cracolici, presidente ANPI Nova Milanese (Mimesis 2012), Dare senso al tempo-Il Decalogo oggi. Un cammino di libertà (Paoline 2012), Il dialogo per la pace. Pedagogia della Resistenza contro ogni razzismo (Mimesis 2014), Giovanni Pesce. Per non dimenticare (Mimesis 2015) con i contributi di Vittorio Agnoletto, Daniele Biacchessi, Moni Ovadia, Tiziana Pesce, Ketty Carraffa, Antifascismo e Nonviolenza (Mimesis 2017), con Alfonso Navarra, Adelmo Cervi, Alessandro Marescotti. Collabora con diverse riviste di settore, tra cui: "Scuola e didattica" - Editrice La Scuola, "Mosaico di Pace", "GAIA" - Ecoistituto del Veneto Alex Langer, "Rivista Anarchica". Promotrice del progetto per non dimenticare delle Città di Nova Milanese e Bolzano www.lageredeportazione.org e del progetto Arci Ponti di memoria www.pontidimemoria.it. Qui il suo canale video.