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Il Portogallo segna un altro record sulle rinnovabili
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Foto: Unsplash.com
L’autunno in Portogallo offre uno scenario unico di intrattenimenti atmosferici. Le raffiche di vento dell’Atlantico soffiano poderose verso il continente e lungo le vie delle cittadine di mare, mentre la pioggia cade a dirotto sulle verdi colline. Il tutto mentre le onde dell’oceano si ergono gigantesche in muri d’acqua che poi si infrangono spaventosamente sulle scogliere, a pochi passi dai centri abitati, creando uno spettacolo unico nel suo genere. A Nazaré le onde sono famose in tutto il mondo e possono arrivare ad avere un’altezza di 30 metri: la cittadina é considerata la Mecca di surfisti impavidi che sfidano la sorte, cavalcando onde raggiungibili solo tramite moto d’acqua. Ma ciò che a qualcuno può sembrare uno spettacolo da gustare, per altri rappresenta la soluzione lampante al fabbisogno energetico del Portogallo: un connubio esemplare di energia eolica, idroelettrica e solare.
Non è una sorpresa, dunque, che il paese dei tramonti mozzafiato, dal 31 di ottobre al 6 di novembre, per 149 ore consecutive, sia stato in grado di produrre una quantità di energia complessiva da fonti verdi tale da soddisfare totalmente la domanda di utenti industriali e delle famiglie di tutto il paese. Per la precisione, in oltre 6 giorni, le FER (fonti di energia rinnovabile) hanno generato la cifra di 1.102 GWh, superando di 262 GWh il valore del consumo nazionale dello stesso periodo, un surplus che è stato esportato alla vicina Spagna. Ciò non significa che gli impianti a gas non stessero funzionando. Erano infatti operativi ed in attesa di inviare energia, qualora ce ne fosse stato bisogno, per colmare eventuali deficit dovuti all’alta variabilitá delle fonti rinnovabili. Ma grazie alle forti piogge e al vento insistente di quei giorni, non è stato necessario. Hugo Costa, il direttore di EDP Renewables, il ramo referente alle energie rinnovabili dell'ente statale - che è stato privatizzato nel 2012 – ha affermato inoltre che l’impatto sui consumatori é stato positivo dato che “i prezzi sono scesi drammaticamente”.
Questo record ha battuto il precedente primato che risaliva al 2019, quando la fornitura 100% rinnovabile era durata ben 131 ore. Ma per rispettare gli obiettivi climatici dell’Accordo di Parigi entro il 2050, il Portogallo dovrá fare ben di piú. Dovrá sostenere ininterrottamente la propria rete interna di energia senza emettere carbonio: non piu per 6 giorni, ma per tutto l’anno. In Europa una manciata di paesi giá lo fa, ricorrendo alle generose dotazioni di energia idroelettrica, in larga parte sviluppate ben prima che si iniziasse a parlare di crisi climatica e che quest’ultima guidasse le decisioni di investimento per le centrali elettriche. Altri paesi, invece, ottengono ottimi risultati in termini di energia pulita, grazie alle centrali nucleari. Il Portogallo rientra in una categoria diversa, quella della diversificazione e massimizzazione di un mix di FER, senza però avere capacità nucleare né piani per costruirne una.
Il percorso di decarbonizzazione portoghese é iniziato avvalendosi giá di qualche impianto idroelettrico preesistente. Ma soprattutto, in questi ultimi anni il paese si è impegnato a costruire e azionare impianti di energia rinnovabile in maniera rapida e sequenziale, e questo una volta che le tecnologie sottostanti fossero diventate piú convenienti. Promettendo giá nel 2016 che il paese avrebbe azzerato le emissioni nette di carbonio entro il 2050, cioè diversi anni prima che si prendesse la decisione a livello di Unione Europea. Le ultime centrali a carbone sono state chiuse nel 2022, lasciando il gas (importato) come unico supporto fossile nel mix energetico nazionale. Lo stesso che i vari governi hanno cercato di ridurre sempre piú: secondo REN - la società responsabile della trasmissione di elettricità e gas naturale nella nazione - l’uso del gas naturale per la produzione elettrica del Portogallo è diminuito del 39% su base annua nel periodo da gennaio a ottobre 2023. Ciò ha portato il consumo totale di gas al livello più basso dal 2006, rappresentando solo il 21% del consumo totale.
In sostanza, invece che puntare e dipendere principalmente dal vento, dall’acqua o dal sole, il Portogallo è stato abile nell’integrarli in un portafoglio bilanciato, trovando il modo per renderli più complementari. Attualmente le società elettriche portoghesi stanno progettando la realizzazione di nuovi impianti eolici offshore, così il potenziamento di vecchi impianti onshore per migliorarne le prestazioni, oltre ad espandere massicciamente gli stabilimenti di energia solare in funzione. Ecco perché in Portogallo i cieli grigi non danneggiano per nulla la produzione complessiva di energia rinnovabile, come potrebbe invece succedere in California o alle Hawaii.
Il record stabilito a inizio novembre é anche figlio della coincidenza di due fattori comuni ai mesi cosiddetti intermedi: in questo periodo vi é in genere abbondanza di climi favorevoli (vento e pioggia), abbinati a esigenze di riscaldamento o raffreddamento inferiori rispetto all’estate e all’inverno.
Cio nonostante il Portogallo dovrá affrontare sfide ingenti nei prossimi anni se vorrá adempiere agli impegni presi, in particolare per arrivare al target di 85% di energia rinnovabile entro il 2030. Le principali includono la snervante burocrazia e lentezza dei processi di autorizzazione, e la complessità di bilanciare gli impatti ecologici con la necessità di energia più pulita, considerando che i migliori siti eolici onshore sono già stati occupati. A questo si somma la limitata disponibilitá di batterie per lo stoccaggio dell’energia, cosa che sará sempre piu indispensabile con l’incrementare delle quote verdi di produzione elettrica. Se ció non bastasse, pochi giorni fa il primo ministro Antonio Costa ha dato le dimissioni a causa di un’indagine in corso, secondo la quale, egli assieme ad altri esponenti del governo, sarebbe coinvolto in un caso di corruzione legato, neanche a farlo apposta, a progetti di idrogeno verde e litio nel nord del paese. Di conseguenza, si sono indette nuove elezioni per marzo 2024. Il che farà slittare inevitabilmente i tempi su vari fronti, dagli appalti dei nuovi impianti eolici offshore ai depositi di stoccaggio dell’energia, tra gli altri.
Questo non toglie la rilevanza del risultato ottenuto fin qui dal Portogallo. Un doppio applauso se si considera che il paese iberico ha uno dei costi per KWh tra i piu alti d’Europa. Questo per ricordare che un futuro piu verde è ed è sempre stato una decisione politica coraggiosa.
Marco Grisenti

Laureato in Economia e Analisi Finanziaria, dal 2014 lavoro nel settore della finanza sostenibile con un occhio di riguardo per l'America Latina, che mi ha accolto per tanti anni. Ho collaborato con ONG attive nella microfinanza e nell’imprenditorialità sociale, ho spaziato in vari ruoli all'interno di società di consulenza e banche etiche, fino ad approdare a fondi d'investimento specializzati nell’impact investing. In una costante ricerca di risposte e soluzioni ai tanti problemi che affliggono il Sud del mondo, e non solo. Il viaggio - il partire senza sapere quando si torna, e verso quale nuova "casa" - è stato il fedele complice di anni tanto spensierati quanto impegnati, che mi hanno permesso di abbattere barriere fuori e dentro di me, assaporare panorami, odori e melodie di luoghi altrimenti ancora lontani, appagare una curiositá senza fine. Credo in un mondo più sano, equilibrato ed inclusivo, dove si possa valorizzare il diverso. Per Unimondo cerco di trasmettere, senza filtri, la veritá e la sensibilità che incontro e assimilo sul mio sentiero.