Ancona (Italia). Nessuno, il benzinaio

Stampa

Foto: M. Canapini 

Seguendo le principali rotte dei migranti/profughi lungo i confini d’Europa, ho focalizzato l’attenzione anche sulle frontiere marittime, nello specifico Ancona e Bari. Condivido un estratto di quel racconto corale, composto da percentuali, aneddoti, dati a tratti invisibili. 

Nella Marche la frontiera è il porto di Ancona. È un venerdì sera e manciate di universitari bevono Spritz a gambe accavallate, seduti sulla fontana del Càlamo o delle Tredici Cannelle, scultura dell’artista Pellegrino Tibaldi. “I porti adriatici continuano a essere luoghi di sbarco per cittadini stranieri che arrivano a bordo dei traghetti di linea e che sono sottoposti a procedure tutt’altro che lineari e chiare. Il risultato sono i respingimenti che continuano a caratterizzare questo tratto di frontiera. In base ai dati relativi al periodo gennaio-ottobre 2017, riportati dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema di accoglienza, di identificazione ed espulsione, i respingimenti nei porti adriatici sembrano essere quantitativamente rilevanti. Dal porto di Ancona sono state respinte e riammesse 223 persone; dal porto di Bari, 2.869; dai porti della provincia di Brindisi, 1.281; dal porto di Venezia, 107. I dati Eurostat riportano che a 4.359 persone è stato rifiutato l’ingresso alle frontiere marittime italiane nel 2017”. A parlare, spalleggiandosi, sono Danilo e Valentina, due membri dell’Ambasciata dei Diritti, associazione ODV presente nel territorio marchigiano, la quale collabora con la redazione del progetto europeo Melting Pot. “Le frontiere portuali adriatiche sono, alla luce delle informazioni raccolte, tutt’altro che pacificate. Nei porti di Bari, Brindisi, Ancona e Venezia, secondo noi, l’A.S.G.I (Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione), l’Associazione SOS Diritti e il progetto Melting Pot, andrebbero costantemente in scena significative violazioni dei diritti dei migranti, in particolar modo per ciò che riguarda l’accesso alle informazioni e alla procedura in tema di protezione internazionale e le modalità attraverso le quali vengono operati i respingimenti. Sembrerebbe che i porti adriatici rappresentino delle zone grigie d’Italia. Le prassi attuate hanno come prodotto finale il respingimento di un numero considerevole di cittadini stranieri, le quali non hanno, di fatto, la possibilità di accedere alle procedure per la richiesta di asilo. L’assenza di adeguate forme di assistenza e di monitoraggio contribuisce all’invisibilità di questi luoghi e di ciò che vi avviene.

 

L’Ambasciata dei Diritti (composta interamente da volontari) nasce nel 2006 e agisce proprio con l’obiettivo di promuovere i diritti di cittadinanza perché non possono esistere libertà e democrazia se non vengono riconosciuti i diritti fondamentali a tutte le persone che abitano il territorio. Infatti, i diritti alla salute, alla casa, al lavoro, al reddito, alla libera circolazione, sono troppo spesso violati dalle istituzioni. L’Ambasciata dei Diritti si pone allora come un’istituzione altra in cui tutti quei soggetti invisibili che vivono nei quartieri delle nostre città possono trovare voce”. “Quella volta che, in dicembre, abbiamo aiutato due ragazze di Homs (Siria) a sbarcare, - prosegue Valentina - si è alzato un polverone, poiché erano state minacciate di venir respinte in Grecia con un bimbo di sei anni al seguito. Per fortuna siamo stati avvisati da un ragazzo siriano residente ad Ancona; abbiamo contattato Amnesty, per una notte le abbiamo ospitate tramite la Cooperativa COOSS e il mattino seguente erano già sparite. Però notiamo due problemi in questa faccenda: non c’è uno sportello d’accoglienza al porto e in più la polizia, molto spesso, non avvisa la Prefettura, pur intuendo che due migranti (e bambino) provenienti da Homs potrebbero essere molto probabilmente richiedenti asilo. È di fatto un servizio assente e non esistono forme di monitoraggio sistematico delle prassi attuate dalle forze di polizia. Altre volte, pur formalmente presenti, gli enti possono intervenire solo su segnalazione delle autorità e non hanno accesso alle zone di sbarco. È un monitoraggio di seconda mano, insomma, perché non c’è presenza solidale dentro al porto; c’è poca collaborazione. Sebbene il numero di arrivi irregolari in Europa, per via terrestre e marittima, sia diminuito del 95% rispetto all’estate del 2015, contiamo delle vittime: tre morti negli ultimissimi anni, l’ultimo il giorno di Natale, sepolti a volte sotto lapidi senza nome, come a Calais o in Bosnia”. Anni fa, nel pomeriggio del 25 dicembre, un giovane migrante, forse di origine afgana, è deceduto al pronto soccorso degli Ospedali Riuniti di Ancona a causa delle gravissime ferite riportate per essere stato travolto dalle ruote di un tir a cui era aggrappato. È accaduto tra via Flaminia e via Conca, nella zona di Torrette, dove il mezzo pesante è transitato dopo lo sbarco al porto di Ancona. Il ragazzo, che non aveva documenti addosso, è stato soccorso dai sanitari del 118 e trasportato in ospedale, dove però è deceduto. “Provengono maggiormente dalla Siria e dall’Afghanistan. Siamo riusciti a parlare anche con dei ragazzi rimasti feriti in seguito alle cadute dai camion, aiutati da un benzinaio di stanza a una rotatoria poco fuori Ancona, laddove i tir rallentano l’andatura. Siamo in pochi a monitorare i porti e, oltre a questo, ora c’è il Decreto Sicurezza che, chiudendo gli SPRAR, sta lasciando per strada tantissimi migranti e operatori”. Sfogliando a casaccio gli archivi digitali del progetto Melting Pot Europa, ci si imbatte in una cronologia anacronistica di fughe e decessi:  

Ancona. Nascosti in un camion frigo rischiano la vita per entrare in Europa - Si riapre la mortale rotta adriatica come speranza per i rifugiati intrappolati in Grecia; Siriani respinti dal porto di Ancona - Senza sosta le riammissioni verso la Grecia di profughi siriani dai porti adriatici; Ancona, due clandestini trovati morti nel camion appena arrivato in porto - Volevano entrare in Italia, uccisi dai vapori dell’ammoniaca; Amir, ragazzo ventosa: schiacciato dal tir - Un clandestino di 19 anni, Amir Rohol, afgano, è stato schiacciato dal tir su cui tentava di fuggire. Probabilmente lo straniero era aggrappato sotto il camion, uno dei tanti profughi ventosa che tentano così di eludere i controlli in porto. Il giovane è stato trovato lungo la statale 76, all’altezza dello svincolo per il casello di Ancona Nord. Ferito gravemente, è morto in serata all’ospedale di Torrette. Indaga la Polizia stradale; Ancona, nel tir canguro 67 clandestini - Bloccato un autoarticolato modificato per trasportare irregolari; Ancona, clandestini nascosti tra i detersivi. Tra loro anche quattro minorenni - I finanzieri hanno individuato gli 8, tutti afgani, durante un controllo all’interno dell’autoarticolato appena sbarcato dalla Grecia. Tra loro anche un dodicenne.  

Un cospicuo numero di clienti assalta il bancone del pub. Marta, terza volontaria dell’associazione, esclama: “C’è una gran voglia ed esigenza di tornare in piazza, soprattutto senza bandiere né sigle. Pare che siamo tutti razzisti o indifferenti in Italia, invece c’è una risposta forte, un fermento, come dimostra il corteo di oggi, che contava quattromila partecipanti. Il silenzio, l’approccio lento, migliaia di adolescenti in piazza per i cambiamenti climatici. Un corteo lunghissimo, colorato, che gridava con i megafoni ridateci il futuro, invitando anche quelli che li osservavano dai balconi a scendere in strada e unirsi alla protesta. Proteste ponderate, rispettose, contro un sistema che parcheggia disabili, migranti, utenti psichiatrici in luoghi invisibili; contro un sistema che mangia esseri viventi e ne sputa numeri; contro una società menefreghista che continua ad alzare muri”. Le recinzioni affilate del porto forano il maltempo in arrivo. 

Matthias Canapini

Matthias Canapini è nato nel 1992 a Fano. Viaggia a passo lento per raccontare storie con taccuino e macchina fotografica. Dal 2015 ha pubblicato "Verso Est", "Eurasia Express", "Il volto dell'altro", "Terra e dissenso" (Prospero Editore) e "Il passo dell'acero rosso" (Aras Edizioni).

Ultime notizie

Stretching Our Limits

06 Settembre 2025
Torna Stretching Our Limits, l’iniziativa di Fondazione Fontana a sostegno delle attività de L’Arche Kenya e del Saint Martin.

Il punto - Il balletto delle "alleanze fragili"

05 Settembre 2025
Nel balletto delle “alleanze fragili”, una partita fondamentale la sta giocando il genocidio a Gaza. (Raffaele Crocco)

Dossier/ Materie prime critiche (2)

03 Settembre 2025
L'estrazione dei minerali critici per la transizione energetica genera tensioni in tutto il mondo. (Rita Cantalino)

Una grammatica sociale

01 Settembre 2025
Questo mese nel podcast ALTRO MODO parliamo del progetto Strade Maestre, un esperimento formativo in cui il percorso scolastico si svolge in cammino. (Michele Simeone)

Lavori in corso per il nuovo sito!

31 Agosto 2025
Stiamo lavorando per voi (e per noi). Stiamo lavorando ad un nuovo sito...

Video

Serbia, arriva a Bruxelles la maratona di protesta di studenti per crollo alla stazione di Novi Sad