Le 200 multinazionali che comandano nel mondo

Stampa

Foto: Franco Gesualdi

È uscita l’edizione 2025 di Top 200, il dossier che ogni anno fotografa il potere delle prime duecento multinazionali mondiali. Il dossier può essere scaricato a questo linkNon solo numeri e classifiche: il volume di quest’anno apre finestre di analisi sulla penetrazione dei privati nella scuola, sul riarmo europeo, sulla crescita delle nuove plutocrazie e su molte altre tendenze che stanno ridisegnando gli equilibri globali. Il lavoro è stato realizzato dal Centro Nuovo Modello di Sviluppo, fondato da Francuccio Gesualdi, già allievo di don Lorenzo Milani, ed è da anni uno strumento prezioso per capire le logiche di potere che si celano dietro la globalizzazione.

Le multinazionali più note sono la Nato, Black Rock e Goldman Sachs che hanno addirittura un potere sovranazionale. Che ne pensi?

Top 200 si riferisce alle prime 200 multinazionali del mondo classificate secondo il criterio del fatturato. Realizziamo questo tipo di rapporto da tredici anni dopo aver fatto un primo esperimento nel 1999. L’attenzione verso le Top 200 deriva dal fatto che molte di loro hanno più potere di molti stati. Nel rapporto utilizziamo due metodi per confrontare il potere economico fra nazioni e multinazionali.

Un primo metodo consiste nel mettere a confronto i fatturati con i Pil nazionali, ossia la ricchezza complessiva prodotta nei singoli paesi. Secondo questa metodica scopriamo che fra i primi cento posti siedono 42 multinazionali, precisando che la prima, ossia Walmart; compare al 23° posto, appena dopo Taiwan. Il quadro cambia radicalmente se anziché in base al Prodotto Interno Lordo, elenchiamo gli stati in base agli introiti governativi. Rappresentazione più reale perché basata su criteri più omogenei. Osservando questi dati, fra i primi cento posti siedono ben 67 multinazionali, con la prima multinazionale che compare al 13° posto, prima dell’Australia.

Oltre al fatturato, il Rapporto fornisce il numero dei dipendenti e i profitti realizzati da ogni multinazionale.
Complessivamente nel 2024 le Top 200 hanno fatturato oltre 28mila miliardi di dollari, una grandezza corrispondente al 25% del Pil mondiale. Giusto?

Quanto ai profitti sono ammontati a 2mila miliardi di dollari, praticamente il doppio di quelli realizzati dieci anni fa.

Oltre ai dati statistici relativi alle Top 200, il Rapporto offre anche degli approfondimenti su tematiche di particolare rilevanza economica e sociale. Puoi parlarne?

Certo. Se qualche anno fa ci occupammo della presenza dei privati nella sanità, quest’anno ci siamo concentrati sull’invadenza del mercato in ambito scolastico. Secondo l’Unesco in tutto il mondo 350 milioni di ragazzi frequentano scuole non statali, con l’incidenza più grande nella scuola per l’infanzia. In Italia la legge permette la gestione di scuole da parte di soggetti privati, ma le distingue in paritarie e non paritarie a seconda che possano rilasciare o meno certificati riconosciuti.

La maggior parte delle scuole paritarie sono gestite da strutture cattoliche per un totale di 515.135 alunni, pari al 66% di tutti gli allievi presenti nelle scuole paritarie. Si stima che la restante quota sia distribuita per il 14% nelle scuole per l’infanzia gestite dagli enti locali e un altro 20% nelle scuole paritarie gestite da altri enti privati come cooperative, fondazioni, associazioni, ma anche società commerciali.

Oltre che nella scuola primaria e secondaria, l’istruzione privata è presente anche a livello universitario. Vero?

Lo stato italiano riconosce 29 università private di cui 9 attive solo per via telematica. Fra le principali università private compaiono la Bocconi posseduta dalla fondazione di famiglia, la Luiss posseduta da varie realtà imprenditoriali fra cui Confindustria, l’università Cattolica posseduta da varie istituzioni ecclesiastiche. Complessivamente in Italia le università private accolgono il 20% degli studenti universitari, ma in termini di gettito assorbono il 45% delle tasse pagate dagli studenti.

Un altro tema affrontato nel Rapporto si riferisce al piano di riarmo intrapreso dall’Unione Europea.

Sì. In ossequio ai consigli forniti da Mario Draghi, il Consiglio dell’Unione Europea ha adottato un regolamento per mettere a disposizione degli stati membri prestiti agevolati, per complessivi 150 miliardi di euro, da utilizzarsi nel 2025 per il rafforzamento dell’industria bellica.
Draghi sostiene che il rilancio dell’industria bellica fa bene a tutta l’economia perché fa crescere l’occupazione, ma Greenpeace ha dimostrato che altri settori creano molti più posti dell’industria militare.

Di fatto le risorse impiegate per rafforzare gli eserciti e l’industria bellica europea sono sottratte alla soluzione degli innumerevoli problemi sociali e ambientali presenti nel nostro continente. Ciò nonostante la Commissione Europea auspica che in cinque anni la spesa bellica aumenti di 800 miliardi di euro. Complessivamente nell’Unione Europea il numero di imprese presenti nel settore bellico si aggira attorno a 2mila.

Ossia la presa di potere politico da parte dei magnati dell’economia come mostra la conquista della Presidenza da parte di Trump negli Stati Uniti. Il rapporto contiene una mappa del mondo in cui sono riportati altri 35 casi di plutocrazie disseminate nei cinque continenti.

Le ultime due schede si riferiscono a iniziative di resistenza nei confronti delle multinazionali. Giusto?

Due in particolare: quella intrapresa dai consumatori francesi contro Tesla per le esternazioni fasciste da parte del suo amministratore delegato Elon Musk e quella intrapresa dal Fondo Norvegese contro Caterpillar e altre banche israeliane per la loro collaborazione con l’oppressione del popolo Palestinese. A dimostrazione che anche le potenze le più forti possono essere combattute.

Nella foto: Franco Gesualdi, allievo di Don Lorenzo Milani alla scuola di Barbiana, è una delle voci più lucide del pensiero critico italiano. Formatosi nella piccola comunità educativa fondata dal priore di Barbiana, Gesualdi ha portato avanti nella sua vita l’impegno per un’economia più giusta e solidale, diventando punto di riferimento per i movimenti contro la globalizzazione neoliberista. Fondatore del Centro Nuovo Modello di Sviluppo, ha dedicato il suo lavoro all’analisi dei meccanismi di potere dell’economia globale, denunciando il ruolo delle multinazionali, l’insostenibilità del modello di crescita illimitata e le disuguaglianze generate dal sistema finanziario. Autore di libri e dossier molto seguiti, Gesualdi ha dato un contributo decisivo alla diffusione in Italia delle campagne per il consumo critico, il commercio equo e solidale e la cittadinanza attiva. Sempre in dialogo con la memoria di Don Milani, ha insistito sulla necessità di un’educazione popolare capace di dare strumenti di coscienza e resistenza alle nuove generazioni. “Non si tratta solo di cambiare stile di vita, ma di cambiare sistema” è una delle frasi che meglio riassume il suo pensiero, radicato nel solco di Barbiana ma proiettato nelle sfide globali del nostro tempo.

Da Ilarodiroma.it

Laura Tussi

Docente, giornalista e scrittrice, si occupa di pedagogia nonviolenta e interculturale. Ha conseguito cinque lauree specialistiche in formazione degli adulti e consulenza pedagogica nell'ambito delle scienze della formazione e dell'educazione. Coordinamento Italia Campagna Internazionale ICAN - Premio Nobel per la Pace 2017 per il disarmo nucleare universale, collabora con diverse riviste telematiche tra cui PressenzaPeacelinkIldialogoUnimondo, AgoraVox ed ha ricevuto il premio per l'impegno civile nel 70esimo Anniversario della Liberazione M.E.I. - Meeting Etichette Indipendenti, Associazione Arci Ponti di Memoria e Comune di Milano. Autrice dei libri: Sacro (EMI 2009), Memorie e Olocausto (Aracne 2009), Il dovere di ricordare (Aracne 2009), Il pensiero delle differenze(Aracne 2011), Educazione e pace (Mimesis 2012), Un racconto di vita partigiana - con Fabrizio Cracolici, presidente ANPI Nova Milanese (Mimesis 2012), Dare senso al tempo-Il Decalogo oggi. Un cammino di libertà (Paoline 2012), Il dialogo per la pace. Pedagogia della Resistenza contro ogni razzismo (Mimesis 2014), Giovanni Pesce. Per non dimenticare (Mimesis 2015) con i contributi di Vittorio Agnoletto, Daniele Biacchessi, Moni Ovadia, Tiziana Pesce, Ketty Carraffa, Antifascismo e Nonviolenza (Mimesis 2017), con Alfonso Navarra, Adelmo Cervi, Alessandro Marescotti.  Collabora con diverse riviste di settore, tra cui: "Scuola e didattica" - Editrice La Scuola, "Mosaico di Pace", "GAIA" - Ecoistituto del Veneto Alex Langer, "Rivista Anarchica". Promotrice del progetto per non dimenticare delle Città di Nova Milanese e Bolzano www.lageredeportazione.org e del progetto Arci Ponti di memoria www.pontidimemoria.it. Qui il suo canale video.

Ultime notizie

Quella pagina oscura sulla morte di Bianzino

19 Ottobre 2025
Elle Biscarini e Sara Calini ci raccontano con una serie di podcast il caso della morte di Aldo Bianzino, una storia piena di ombre.

Contro la pedo-pornografia: l’UE rinvia la decisione finale

18 Ottobre 2025
Il voto del Consiglio Europeo sul regolamento della Chat Control è rimandato. (Miriam Rossi)

Dopo la bomba sotto la casa del collega Sigfrido Ranucci...

17 Ottobre 2025
La solidarietà di tutta la redazione a Ranucci e alla sua famiglia. Ma non basta la solidarietà dopo le bombe. (Raffaele Crocco)

Il Punto - Si gioca a Risiko calando l’asso

17 Ottobre 2025
È una faccia diversa, e pericolosa, dello scontro fra "filoamericani" e “antagonisti” per il controllo mondiale delle risorse e dei mercati. (Raffaele Crocco)

Asia “stupefacente”

16 Ottobre 2025
Oppiacei, anestetici, miorilassanti... La nuova ondata di abuso di droghe asiatiche non si limita solo agli stupefacenti tradizionali. (Alessandro Graziadei)

Video

Serbia, arriva a Bruxelles la maratona di protesta di studenti per crollo alla stazione di Novi Sad