Per il diritto alla mobilità e il trasporto bene comune

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Il fallimento delle politiche di privatizzazione e di liberalizzazione si misura con grande durezza nel settore dei trasporti da tutti i punti di vista, dalle condizioni del lavoro (salariali, di organizzazione del lavoro, di sicurezza, di democrazia) a quelle degli utenti, ai territori invertita da scelte di grande opere sbagliate. Proprio nei trasporti si misura l'impatto devastante della globalizzazione liberista. La globalizzazione libera le merci e imprigiona le persone. Insegue ambiente e lavoro ai loro più bassi costi e moltiplica dunque in modo dissennato i trasporti che consumano sempre più energia, territori, risorse. Ciò vale per lo scenario globale ma anche per l'organizzazione delle aree urbane dove gli spazi e i tempi di produzione si dilatano a dismisura e la rendita urbana espelle verso le periferie masse crescenti. La precarizzazione totale rende tutto assai difficile da programmare. Affrontare il tema dei trasporti significa dunque affrontare tutti gli aspetti della globalizzazione liberista, il sistema di produzione delle merci, la precarizzazione del lavoro, la rende al centro delle città. E significa contestare alla radice le scelte a cui sono state affidate le politiche imposte dalla globalizzazione: le privatizzazioni e le liberalizzazioni. Lungi dal far funzionare il mercato come razionalizzatore della globalizzazione, queste politiche ne hanno accentuato tutte le disfunzioni, a favore dei poteri forti e a danno di tutti i deboli: i lavoratori, gli utenti, i territori.

Tutti i parametri sono in rosso: meno trasporto, più caro, lavoratori peggio pagati, meno sicurezza, meno salute, più sprechi di energie, più inquinamento, più devastazioni territoriali.
Tutte le politiche nazionali ed Europee sono da questo punto di vista da contestare. Sbagliato è il piano Europee fatto di infrastrutturazioni pesanti a favore di aree forti e di poteri economici e a danno di territori utenza e lavoro. Sbagliate privatizzazzioni e liberalizzazioni che hanno semplicemente incorporato tutte le disfunzioni facendole pagare a lavoratori e utenti, confondendo servizi e merci, democrazia e concorrenza a danno delle prime.
Sbagliato il piano italiano fatto di subalternità a queste scelte e in più di opere dissennate come l'alta velocità o il ponte sullo stretto a danno del trasporto a rete e dei territori. C'è ormai per fortuna, una ripresa grandissima di lotte che stanno contestando queste politiche e il loro fallimento. Queste lotte sono dei lavoratori ma anche degli utenti e dei cittadini a difesa del loro territorio. Noi vogliamo aiutare a far si che queste lotte si coordinino in modo permanente, costruendo una vera e propria alleanza tra lavoratori, utenti, cittadini per il diritto alla mobilità
Questa alleanza, per essere feconda, richiede l'individuazione di punti chiari e comuni. La mobilità è un diritto e i trasporti un bene comune che deve essere pubblico. Le privatizzazioni e le liberalizzazioni hanno fallito creando conseguenze gravi e devono essere abbandonate.

I trasporti non devono stare nel WTO. Occorrono politiche europee e nazionali di rottura con quelle sin qui seguite. I piani di trasporto devono aiutare la mobilità sociali; disincentivare quella irrazionale delle merci anche per favorire nuove politiche produttive; favorire il riordino urbano. Occorre abrogare le leggi che prevedono le privatizzazioni e le liberalizzazioni obbligatoria dei trasporti, bloccare le gare e rilanciare l'affidamento diretto. Occorre porre fine ai tagli e finanziare il sistema di trasporto con il contributo fiscale generale e quello del sistema produttivo che ne gode. Le tariffe devono essere sociali. I lavoratori devono vedere adeguati i salari, riqualificati i ritmi e ricostruito la democrazia.

Rifiutiamo il modello dissennato su cui si basa il modello di trasporto su gomma delle merci, perchè oltre a costituire un attentato alla sicurezza pubblica dei trasporti, costituisce un vergognoso sistema di sfruttamento nei confronti dei camionisti soggetti a turni massacranti, privati dei diritti più elementari che mettono a rischio quotidianamente la loro vita e quella degli automobilisti. Sicurezza e salute sono obbiettivo primari dei piani trasporti. Gli utenti devono essere garantiti nei loro diritti e partecipare alle scelte. Vanno cancellate le opere devastanti, investendo nel trasporto pubblico, a rete nel riequilibro verso il ferro, il sud ecc.

Proposto da: ForumAmbientalista, Legambiente, Attac, Comitato di difesa
del lavoro Fiumicino, FSTU-CUB, SinCobas, Conf.Cobas, CNL Trasporti, SULTA.

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