'No Tav': cresce lo sciopero sotto l'occhio Ue

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Una prima vittoria destinata a rinforzare lo sciopero generale "No Tav" del 16 novembre che coinvolgerà tutta la Val di Susa. In risposta alla petizione rivolta al Parlamento europeo dalle associazioni della Val Susa nel 2003 l'Unione Europea ha deciso di inviare il 28 e 29 novembre una delegazione in Val Susa per verificare la situazione attuale ed in particolare i rischi relativi alla salute e all'ambiente. La delegazione potrà valutare inoltre che siano state rispettate tutte le procedure di impatto ambientale previste dalle direttive europee e che, come stabilito dalla Valutazione ambientale strategica (Vas) del 2001, siano state prese in considerazione tutte le soluzioni alternative presentate dalla comunità locale. La delegazione di parlamentari al suo rientro potrà riferire la propria valutazione alla Commissione competente, ovvero la Commissione Ambiente, dove sarà possibile riaprire il dibattito su questa vicenda.

E la Val di Susa si sta preparando allo sciopero generale indetto dal sindacato Cub ma appoggiato anche dalla Fiom ma non dalla Cgil nazionale e locale, che punta a tenere coinvolto il territorio garantendo informazione, confronto, mobilitazione oltre ad allargare ad altre regioni coinvolte dal progetto Tav. Allo sciopero ci sarà anche Legambiente. "Vogliamo testimoniare la nostra vicinanza a un movimento che, grazie al forte esempio di coesione di un'intera comunità locale, ha posto all'intero Paese un interrogativo sulle infrastrutture di sviluppo e di cui i circoli Legambiente della Val Susa e del Piemonte sono da sempre tra gli animatori" dice il presidente nazionale dell'associazione, Roberto Della Seta. "La TAV - continua il presidente nazionale di Legambiente - non è solo una nuova ferita in una valle già gravata da troppe infrastrutture di trasporto, è anche la risposta più sbagliata, inefficiente e costosa per rispondere alla necessità di ridurre il traffico autostradale e razionalizzare il trasporto internazionale delle merci.

La Commissione intergovernativa italo-francese ha a disposizione i dati dello studio da lei stessa commissionato nel 2000. In base a questo studio la nuova trasversale ferroviaria non avrà nessun effetto rilevante sul traffico autostradale attuale: si stima infatti che essa servirà a trasferire su ferro meno dell'1% delle merci che viaggiano su strada dirette al tunnel del Frejus. A seguito di questi dati, ma anche per effetto di una continua diminuzione di domanda di trasporto lungo le direttrici transalpine tra Italia e Francia, i nostri vicini d'oltralpe hanno ridotto fortemente la propria disponibilità a investire su questo collegamento, che - sebbene si svolga per due terzi in territorio francese - sarà in gran parte a carico delle finanze generose del nostro Paese. Per ridurre il traffico bisogna favorire la nascita di gruppi industriali competitivi e moderni capaci di gestire con efficienza il trasporto intermodale. "Quel tunnel servirà solo a chi lo costruirà e non al trasporto ferroviario. La Finanziaria ha ridotto fortemente i fondi per le FS legati agli interventi ordinari di adeguamento, manutenzione e acquisto dei treni e vogliamo spendere 15 miliardi di euro per quest'opera pronta tra 10 anni invece che spenderli in infrastrutture di vero sviluppo" concludono Roberto Della Seta e Vanda Bonardo, presidente di Legambiente Piemonte.

" Il progetto per la costruzione della Linea ferroviaria Alta Velocità - Alta Capacità Torino - Lione si è evidenziato fin da subito come il più scellerato ed economicamente dispendioso dell'intero programma Tav e la nostra storia vuole entrare nel merito delle motivazioni che hanno spinto decine di migliaia di persone ad osteggiarlo con veemenza fin dalla sua nascita" scrive Marco Cedolin nell'articolo 'Incubo Tav'. "L'intenzione dei progettisti è quella di costruire un tracciato che partendo da Settimo Torinese (periferia nord est di Torino) attraversi buona parte della Valle di Susa per poi sbucare in Francia attraverso un tunnel di 52 km sotto il massiccio dell'Ambin". La Valle di Susa è una valle alpina larga in media solamente 1,5 km con abbondanza d'insediamenti abitativi ed industriali. Attraverso di essa già oggi passano un'autostrada, due strade statali, una linea ferroviaria passeggeri e merci a doppio binario, un fiume, molteplici strade provinciali, acquedotti, condutture del gas, linee elettriche aeree ed interrate. " Dovrebbe essere evidente per chiunque come una realtà naturale già così fortemente violentata non sia assolutamente in grado di sostenere il peso di nuove pesanti infrastrutture, se non al prezzo di conseguenze disastrose sia per il territorio che per la qualità di vita di coloro che lo abitano" precisa Cedolin.

Per sostenere la lotta della Val di Susa il 16 novembre arriveranno decine di pullman provenienti da diverse parti di Italia. La manifestazione avra' inizio alle 9,30 a Bussoleno in Piazza del Mercato da dove partira' una marcia di otto chilometri, che raggiungera' Susa.

In testa al corteo ci saranno gli studenti della Valle, poi le istituzioni e i sindaci ed i cittadini. L'adesione convinta è arrivata dal Nodo di Lilliput della Val Sangone che ritiene il concetto dominante della "crescita a tutti i costi", la vera sorgente dei conflitti e delle ingiustizie socialichiede l'avvio di un percorso realmente partecipativo. A Susa, al termine della marcia, si terra' un concerto a cui hanno dato l'adesione diversi gruppi, tra i quali i Subsonica e gli Statuto. In occasione dello sciopero i Cub chiedono a tutti gli iscritti al sindacato della regione di prendere un giorno di permesso per essere presenti a Susa. Sono attese delegazioni dei Cub da tutta Italia ed anche una rappresentanza di ferrovieri francesi. I vigili del fuoco aderenti ai Cub parteciperanno al corteo in divisa "per affermare la loro solidarieta' alla lotta e la loro opposizione alla militarizzazione del Corpo e alla pretesa di utilizzarli in compiti di ordine pubblico". [AT]

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