Vietnam, allarme ambientalista: dalla deforestazione rischio crescente di alluvioni

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Foto: Asianews.it

Le recenti alluvioni in Vietnam provocate da tifoni e tempeste tropicali, con devastanti conseguenze in termini di vite umane, danni all’ambiente e alle economie locali, hanno evidenziato la fragilità dell’eco-sistema ambientale del Paese asiatico. Questi eventi sempre più frequenti e violenti, preoccupano gli ambientalisti e la popolazione sempre più colpita e indifesa. Secondo l’Istituto di ricerca e pianificazione forestale, la causa principale risiede nell’opera di disboscamento e nella riconversione di intere foreste a zone agricole, sfruttamento del legname o costruzione di gigantesche dighe e centrali idroelettriche. 

Fra le aree più colpite vi sono la zona costiera centrale e gli Altipiani centrali, teatro delle devastanti alluvioni delle scorse settimane. Per il Dipartimento generale delle foreste, in quattro anni dal 2016 al 2019 il totale delle foreste che sono andate perdute è di circa 7300 ettari, con un dato annuale medio di 1800 ettari andati distrutti. E se non si interviene rallentando il tasso attuale di deforestazione, in Vietnam sarà sempre più elevato il rischio di alluvioni, smottamenti, cui si sommano periodi di siccità e perdita delle mangrovie. 

Ambientalisti ed esperti ricordano che le foreste degli Altipiani sono legate a doppio filo alla vita e alla sopravvivenza delle popolazioni locali. Queste foreste giocano un ruolo di primo piano nel regolare l’ecosistema naturale, la biodiversità, la protezione delle risorse idriche, la regolazione del clima di gran parte del Paese, dalle foreste centrali al delta del fiume Mekong, nel sud. Per il professor Nguyễn Ngọc Lung, le foreste sono fondamentali per bloccare i venti, porre un freno all’erosione delle acque e per contenere la forza devastante delle tempeste. Inoltre, le radici delle piante contribuiscono all’assorbimento delle acque in eccesso. 

Fra le conseguenze della deforestazione abbiamo cambiamento climatico, riscaldamento ambientale, siccità, innalzamento del livello delle acque, inquinamento, carestie. La stessa protezione civile vietnamita (il Dipartimento generale per la prevenzione e il controllo dei disastri naturali) lancia l’allarme, sottolineando che il Paese ha dovuto affrontare di recente fra i 10 e i 15 episodi alluvionali nell’ultimo periodo. 

Fra le cause principali del disastro vi sono le opere estensive “legali e illegali” di disboscamento, per ampliare gli spazi agricoli, per il commercio del legname o per la costruzione di impianti idroelettrici sempre più fondamentali e strategici nel rispondere al fabbisogno di energia. Ad oggi vi sono circa 800 impianti fra grandi, medi e piccoli e altri 450 sono allo studio e dovrebbero essere costruiti nei prossimi anni, con un impatto devastante ulteriore sull’ambiente. Alcuni le chiamano vere e proprie “bombe d’acqua” pronte ad abbattersi sulla popolazione. 

Gli effetti sono visibili in molte zone del Paese, fra le quali la città di Da Lat, che sorge a circa 1500 metri sul livello del mare ed è una delle principali mete turistiche, con il suo clima fresco e temperato per gran parte dell’anno. Dal 2012 si verificano con frequenza crescente episodi alluvionali tanto che oggi, quando piove con una certa intensità, molte aree della città e della provincia di Lam Dong “finiscono per essere sommerse dall’acqua”. Un abitante di Da Lat commenta amaro che le alluvioni non risparmiano nemmeno i ricchi, tanto che “anche l’area residenziale e lussuosa dove sorge il Golf Club risulta alluvionata”. 

Nguyn Hung da Asianews.it

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