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Bilancio di Civitas e punto sull'Europa
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Si è chiusa la nona edizione di Civitas con un bilancio positivo visto l'alto profilo degli ospiti intervenuti - dagli esponenti ella società civile ai rappresentanti delle organizzazioni di base europee - e il buon numero di visitatori che ha toccato a conclusione della tre giorni la cifra di 50.000. Tra i momenti più partecipati sono stati gli appuntamenti del World Social Agenda con il convegno di venerdì sera "L'altr'Africa: il G8 al fenmminile" e la "Preghiera africana per la pace" di sabato sera primo maggio che ha visto la presenza di oltre 800 persone. La dimensione europea è stata ampiamente espressa anche dalla presenza delle reti nazionali ed internazionali, a conferma che la società civile si sta sempre più strutturando per offrire risposte concrete ai cittadini di tutta Europa. Per rispondere a questa crescente domanda si è costituito il Circuito degli eventi Civitas 2004 che concretizza il progetto ambizioso di rilanciare la partecipazione dei cittadini nel territorio attraverso il modello organizzativo sperimentato in questi anni da Civitas. Il punto di partenza è quello di promuovere e mettere in rete la positività che "si nasconde dietro l'angolo", nelle numerose realtà locali che innervano la società italiana, per rendere visibile quelle azioni che si innescano meccanismi virtuosi.
Durante il seminario organizzato dalla Focsiv e dal Pime sul caso Myanmar è intervenuto il segretario della Cisl Savino Pezzotta che ha detto che per combattere la situazione di oppressione e mancanza di libertà nella ex Birmania è necessario un "intervento dell'Onu con l'embargo per l'importazione di armi, sanzioni mirate per evitare l'esportazione di prodotti di pregio come le pietre preziose e l'importazione di capitali dall'Occidente". Un impegno che la Cisl porta avanti con i sindacati con i sindacalisti locali e le forze di opposizione, messe nell'illegalità dalla giunta militare, e con chi cerca tra mille difficoltà, minacce, divieti e arresti di costruire un sindacato libero in clandestinità. "Lavorare in un Paese dove vige una dittatura comunista è una grande sfida: l'obiettivo di promuovere i diritti e lo sviluppo di ogni essere umano resta la maggiore priorità delle nostre organizzazioni specie quando la dignità della persona è quotidianamente violata e calpestata", ha detto Sergio Marelli direttore della Focsiv.
Nel giorno del 1° maggio, giorno in cui 10 nuovi paesi sono entrati nell'Unione Europea, a Civitas si è tenuto un incontro con Edoardo Patriarca, portavoce del Forum del Terzo settore, Sergio Marelli, presidente dell'Associazione Ong, Frances Polman, presidente della Rete Concord e Carlos Reira, esponente spagnolo del Movimento sociale mondiale e della rete Euralat. L'idea di fondo è quella di non delegare il passaggio dell'allargamento e del varo della costituzione di vertice a una soluzione di vertice, ma renderla il più possibile una realtà concreta e sentita per i cittadini. Ecco perché Forum, Ong e Tavola della Pace stanno per lanciare una campagna rivolta ai candidati al Parlamento europeo di tutti gli schieramenti politici chiedendo che l'Europa non si chiuda ma resti una realtà aperta e dialogante col mondo. Secondo Mascia, del Movimento per la Pace e i Diritti Umani, è fondamentale che la UE ricopra un ruolo forte, per poter gestire preventivamente, magari attraverso un corpo di polizia pacifico e transnazionale, situazioni incandescenti come oggi l'Iraq e la Palestina.[AT]
Altre fonti: Civitas Online, World Social Agenda