Sicurezza alimentare: ong e governi al lavoro nel nuovo Comitato Fao

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Biocarburanti, land grabbing e volatilità dei prezzi dei beni alimentari. Sono solo alcuni dei problemi scottanti che il Comitato per la sicurezza alimentare sta discutendo a Roma. Il comitato, che si è riunito per cinque giorni in vista della Giornata mondiale dell'Alimentazione del 16 ottobre, è stato riformato negli ultimi mesi e per la prima volta include anche organizzazioni non governative e della società civile, filantropi e aziende, oltre alle istituzioni e alle agenzie delle Nazioni Unite. "È una grande occasione per far sentire la nostra voce su decisioni che riguardano l’agricoltura e l’alimentazione, settori che sono di fronte a sfide cruciali" dice a Unimondo Jeremy Hobbs, direttore generale di Oxfam International.

Definire un quadro strategico globale per dare una risposta coordinata alla fame e far sì che le politiche nazionali non mettano a rischio la sicurezza alimentare. Sono gli obiettivi non da poco del Comitato per la sicurezza alimentare. Delegati provenienti dall’Africa, dall’Asia e Pacifico, dall’Est Europa, dal Medio Oriente e dall’America Latina fino a sabato 16 ottobre condivideranno le loro esperienze e analizzeranno dei case studies (Bangladesh, Haiti, Giordania e Ruanda) sulla lotta alla fame e le politiche agricole.

Al centro dei lavori c’è il fenomeno del 'land grabbing': lo scorso anno circa 45 milioni di ettari di terra -un territorio pari alla superficie della Svezia- sono stati venduti a investitori privati, in gran parte in Africa. Si stima che il fenomeno sia aumentato di dieci volte rispetto agli anni precedenti. A questo si somma la volatilità dei prezzi alimentari, causa e al tempo stesso effetto della recente crisi alimentare globale. Il Comitato sta analizzando anche gli investimenti agricoli e alimentari nei Paesi in via di sviluppo.

Secondo Oxfam, che in apertura dei lavori ha presentato il documento 'Insieme contro la fame, ricette globali per un'azione vincente', il Comitato per la sicurezza alimentare "deve diventare il principale forum politico mondiale in materia di lotta contro la fame e malnutrizione. Ma ciò sarà possibile solo se tutti i paesi lavoreranno insieme". Se questo non accadrà e i governi si incontreranno solo per litigare e incolparsi a vicenda, "il comitato fallirà e il costo si misurerà in vite umane".

"Negli ultimi vent’anni c’è stato un disinvestimento nel settore agricolo in molti Paesi del Sud del mondo" spiega Jeremy Hobbs. "Bisogna invertire questa tendenza e sostenere l’agricoltura su piccola scala. Da tempo la società civile in Africa e Asia rivendica il diritto delle comunità locali di essere informate sui contratti di compravendita della terra. Stiamo spingendo perché il Comitato per la sicurezza alimentare dica una parola chiara su questo problema".

"Negli ultimi mesi abbiamo avuto informazioni contraddittorie sul problema della fame" afferma Stefano Piziali di Link 2007, curatore, con Vera Melgari, dell’edizione italiana dell’Indice globale della Fame, presentata in questi giorni. "La Fao ci ha detto che il numero degli affamati è sceso sotto il miliardo. Poi abbiamo sentito che la siccità in Russia aveva fatto innalzare il prezzo del grano e a settembre la Fao era indecisa se lanciare o meno l’allarme sull’impennata dei prezzi di alcuni prodotti, in particolare mais e frumento. Ora l’allarme sembra rientrato e si parla del 2010 come di un anno miracoloso per la produzione agricola. Resta il fatto che gli affamati nel mondo sono 925 milioni e che alcuni Paesi non stanno facendo politiche agricole adeguate per combattere la malnutrizione".

Il titolo della 30a Giornata mondiale è 'Uniti contro la fame'. "Unirsi contro la fame diventa realtà quando stato, organizzazioni della società civile e settore privato lavorano in associazione a tutti i livelli per sconfiggere la fame, la povertà estrema e la malnutrizione", recita il documento di presentazione.

Lo scorso anno la Fao aveva segnalato una sconfitta rispetto agli Obiettivi del millennio e il direttore Diouf aveva lanciato un'azione internazionale dal basso per mobilitare i governi. Ciascun cittadino può infatti esprimere la propria indignazione sottoscrivendo la petizione firmata da quasi un milione di persone e che verrà presentata a novembre 2010 alle Nazioni Unite.

A Roma intanto è tutto pronto per “Run for Food”, la “corsa contro la fame” giunta alla quinta edizione. La gara podistica partirà alle 10, domenica 17 ottobre, dalle Terme di Caracalla. C’è solo da sperare che la corsa contro la fame parta davvero.

Emanuela Citterio

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