Indonesia: eserciti in aiuto ma fino a marzo

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Il governo indonesiano ha deciso che tutti gli eserciti stranieri dovranno lasciare la regione di Aceh entro fine marzo. Di fatto nei giorni scorsi soprattutto i soldati americani e australiani hanno fornito aiuti preziosi nella regione di Aceh. Il 5 gennaio anche l'esercito tedesco ha inviato nella regione distrutta un primo contingente di 50 soldati, la cui permanenza avrebbe dovuto prolungarsi ben oltre marzo. Negli scorsi giorni alcuni gruppi radicali quali il "Movimento dei difensori islamici" (FPI) e il "Consiglio indonesiano dei Mujahidin" (MMI) avevano chiesto l'immediato ritiro dei soldati stranieri, accusati di preparare un intervento internazionale per l'indipendenza di Aceh. Anche il religioso Abu Bakar Bashir, accusato di terrorismo e collaborazione con Osama Bin Laden, ha messo in guardia da una permanenza prolungata degli eserciti stranieri. Bashir è responsabile dell'attentato terroristico di ottobre 2002 contro turisti stranieri a Bali.

Questa decisione viene criticata duramente dall'Associazione per i Popoli Minacciati perché "limitando gli aiuti provenienti dall'estero, il governo indonesiano sembra privilegiare strategie di politica interna rispetto alla sopravvivenza delle vittime del maremoto". Qualche giorno fa si era diffusa la voce che gli americani avessero in mente di trasformare la loro missione ad Aceh in una sorta di presenza stabile e quindi in una base militare permanente. Gli indonesiani si sono affrettati a smentire ma ad Aceh gli Stati Uniti sono gia presenti, con la compagnia straniera che detiene il monopolio dell'estrazione del gas naturale della zona, la Exxon Mobil. Il rafforzamento dell'apparato militare indonesiano, a cui in questo momento gli Usa stanno dando una mano, viene visto come un tassello della guerra al terrorismo. E la situazione umanitaria, benché i gruppi americani di tutela dei diritti umani restino sospettosi e critici verso l'esercito indonesiano, potrebbe portare a togliere le sanzioni.

Secondo membri del Gam (Movimento Aceh Libera) in esilio, l'intervento umanitario offre all'esercito indonesiano un'ottima copertura per operazioni anti-guerriglia. E per Tapol, organizzazione indonesiana per i diritti umani, le truppe di Giakarta stanno rastrellando il territorio per smantellare i rifugi dei guerriglieri nelle zone orientali e settentrionali di Aceh. Ma Giakarta ha deciso di serrare i ranghi: altri 15mila soldati, oltre ai 40 mila già presenti nella provincia ribelle, sono stati schierati dal governo sul territorio conteso. Un dispiegamento di forze impressionante, in grado di stringere una morsa di ferro attorno ai ribelli. Nel maggio del 2003, i colloqui di pace avviati sotto l'egida di un organismo svizzero fallirono per volontà dei militari, che decisero di abbandonare il tavolo delle trattative e passare alle maniere forti. Fu allora che il governo dichiarò nella provincia lo "stato d'emergenza", firmato dall'ex presidente Megawati Sukarnoputri in cambio dell'appoggio dei militari alle elezioni. [AT]

Altra fonte: Associazione per i Popoli Minacciati

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