Il Papa, l’Expo e il mercato che ostacola la lotta alla fame

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«Ricordo una frase che ho sentito da un anziano: Dio perdona sempre, gli uomini qualche volta, la Madre Terra non perdona mai!». Così Papa Francesco ha parlato davanti alla Fao delle responsabilità dell’uomo nei confronti dell’ambiente. Ma ha usato parole ancora più dure quando ha citato un certo tipo di «mercato» e di «guadagno» che, messo davanti al diritto al cibo di ogni persona, ostacola la lotta alla fame. E ha lanciato un monito ben chiaro: «L’affamato ci chiede dignità, non elemosina». È il 20 novembre, la riunione plenaria della Fao (Food and Agriculture Organisation) delle Nazioni Unite, a Roma e mancano ormai meno di sei mesi dall’inizio dell’Expo a Milano, il cui tema è “Nutrire il pianeta, energia per la vita”.

Il Papa accetterà l’invito che gli è stato rivolto a essere presente all’esposizione universale che dovrebbe, in teoria, parlare di “Nutrire il pianeta, energia per la vita”? A rispondere, già qualche mese fa, è stato uno dei cardinali più vicini a Bergoglio, Oscar Rodriguez Maradiaga, presidente di Caritas Internationalis e uno degli otto “saggi” chiamati a riformare la Curia Romana. «Non ne ho parlato con lui, ma spero davvero che possa accettarlo» ha detto in un incontro che presentava il programma di Caritas durante Expo Milano 2015. «La sua presenza sarebbe un’opportunità meravigliosa per rinforzare l’impegno nella lotta alla fame».

In questi mesi gli interventi del Papa – direttamente pronunciati o ispirati da lui – si sono susseguiti in modo costante e, si potrebbe dire, insistente. «La speculazione sui prezzi alimentari è uno scandalo che ha gravi conseguenze per l’accesso al cibo dei più poveri» ha detto a giugno Bergoglio ai partecipanti al Convegno “Investing for the Poor” promosso dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. Parole dure, anche allora, nei confronti di un mercato che mette al primo posto il profitto a ogni costo: «Non possiamo tollerare più a lungo che i mercati finanziari governino le sorti dei popoli piuttosto che servirne i bisogni o che pochi prosperino ricorrendo alla speculazione finanziaria mentre molti ne subiscono pesantemente le conseguenze». 

Nel suo intervento alla FAO Francesco è tornato sullo stesso tema: «È inoltre doloroso constatare che la lotta contro la fame e la denutrizione viene ostacolata dalla priorità del mercato, e dalla preminenza del guadagno, che hanno ridotto il cibo a una merce qualsiasi, soggetta a speculazione, anche finanziaria. E mentre si parla di nuovi diritti, l’affamato è lì, all’angolo della strada, e chiede diritto di cittadinanza, di essere considerato nella sua condizione, di ricevere una sana alimentazione di base. Ci chiede dignità, non elemosina!». 

Identico, il messaggio lanciato dai vescovi incaricati della pastorale sociale in occasione della 64esima Giornata nazionale del Ringraziamento del 9 novembre: “La finanza poi, purtroppo, si comporta con il cibo come una pura merce, su cui scommettere per trarne profitto, a prescindere dal destino di chi di esso vive”.

A Milano, la città che ospiterà Expo 2015, c’è attesa per il discorso alla città dell’arcivescovo Angelo Scola in occasione di Sant’Ambrogio, il 7 dicembre. Il diritto al cibo potrebbe essere uno di temi principali del suo intervento, con un accenno a quel «mercato che frena la lotta alla fame» di cui ha parlato Bergoglio.

Il 4 dicembre in Vaticano Papa Francesco incontrerà le organizzazioni non governative Focsiv che della lotta alla fame hanno fatto un impegno quotidiano operando a fianco delle comunità locali nei Paesi più poveri. In aula Nervi forse risuoneranno ancora le parole che il Papa ha detto alzando lo sguardo, davanti ai governanti di tutto il mondo:  «Se si crede al principio dell’unità della famiglia umana, fondato sulla paternità di Dio Creatore, e alla fratellanza degli esseri umani, nessuna forma di pressione politica o economica che si serva della disponibilità di cibo può essere accettabile. Ma, soprattutto, nessun sistema di discriminazione, di fatto o di diritto, vincolato alla capacità di accesso al mercato degli alimenti, deve essere preso come modello delle azioni internazionali che si propongono di eliminare la fame».

Emanuela Citterio

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