Expo 2015: l’Italia lancia una carta etica sul cibo

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Primo paradosso: il cibo sprecato nel mondo potrebbe nutrire quattro volte la popolazione affamata. Secondo: nonostante 868 milioni di malnutriti, un terzo della produzione agricola è destinata al bestiame e milioni di ettari di terra coltivabile continuano a essere riconvertiti alla produzione di biocarburanti. Terzo: per ogni persona malnutrita ce ne sono due obese o sovrappeso, c’è chi muore perché ha fame e chi per troppo cibo

Parte da queste tre contraddizioni il Protocollo di Milano, una carta di proposte sull’alimentazione che sarà presentata nella sua versione definitiva il 4 dicembre nella città che ospiterà Expo 2015, in occasione dell’International Forum on food and nutrition organizzato per il sesto anno consecutivo dalla Fondazione Barilla.

Nato per iniziativa di una fondazione aziendale, il Protocollo di Milano ha raccolto via via l’adesione di 52 organizzazioni, fra cui Slow Food e Coldiretti, WWF e Legambiente, di ong come Cesvi e Save the Children. Non solo: dopo aver incassato il sostegno del premier Matteo Renzi lo scorso 20 novembre, si candida a diventare un accordo internazionale che potrebbero sottoscrivere anche i governi in occasione di Expo 2015 che parlerà di “Nutrire il pianeta, energia per la vita”.

Il Protocollo è frutto di un lungo lavoro partecipativo, che dal 2009 ha coinvolto più di 500 esperti e università e oltre 70 ong e soggetti istituzionali” afferma Sonia Massari, esperta senior del Protocollo e consulente della Fondazione BCFN. “Siamo passati dalla ricerca all’elaborazione, nell’ultimo anno, di proposte concrete”. 

Nessuna diffidenza per il fatto che l’iniziativa sia partita da un’azienda? “All’inizio sì” ammette Massari, “ma quel periodo è durato poco, e penso sia merito della piattaforma partecipativa che abbiamo creato. Non siamo solo andati alla ricerca di sostenitori, ma li abbiamo invitati a fare proposte che poi sono state incluse nel processo, discusse e rielaborate, fino ad arrivare al documento che presenteremo al Forum. Anche ora chiunque, che sia un cittadino o un’organizzazione, può inviare il proprio contributo su questi temi direttamente dal sito internet”.

I macro-impegni proposti dal Protocollo sono tre come le contraddizioni evidenziate. Chi lo sottoscriverà si impegnerà a dimezzare l’attuale spreco di 1,3 milioni di tonnellate di cibo entro il 2020, promuovere l’agricoltura sostenibile, sradicare la fame e combattere l’obesità. Per raggiungere questi obiettivi sono elencate alcune proposte. Quella per esempio di favorire riforme agricole che possano equilibrare la proporzione di terreni designati per biocarburanti o mangimi per animali e per la produzione di derrate alimentari. La speculazione finanziaria sulle materie prime alimentari è un fenomeno sul quale bisogna intervenire, secondo il Protocollo, istituendo “un quadro normativo” che limiti la volatilità dei prezzi e garantisca “una migliore sicurezza globale in materia di disponibilità di cibo”.

Ma quale sarà l’iter di questo documento, d’ora in avanti? Il 6 novembre la bozza del Protocollo di Milano è stata presentata in anteprima al Parlamento europeo e al Forum, oltre al sindaco di Milano Giuliano Pisapia, parteciperà Paolo De Castro, presidente della Commissione agricoltura e sviluppo rurale al Parlamento europeo. “L’idea è il protocollo sia discusso nel parlamento europeo proseguendo il suo iter e magari incorporando altri elementi. Non sentiamo il Protocollo come qualcosa della Fondazione Barilla. Abbiamo fatto delle proposte e questa sintesi è ora di patrimonio comune. Ci sono sfide che riguardano l’alimentazione che vanno assolutamente affrontate e sarebbe positivo che i governi trovassero un accordo in occasione di Expo, magari con l’Italia a fare da capofila a questa iniziativa”.

Emanuela Citterio

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