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UE: Rapporto del Consiglio su razzismo e immigrazione
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Anche per l'Italia, come per gli altri quattro paesi che il rapporto ha preso in esame (Cipro, Danimarca, Lussemburgo e Federazione russa), accanto a sviluppi positivi, relativi alla nascita di organismi specializzati per combattere la discriminazione razziale, emergono preoccupazioni legate alla legislazione sull'immigrazione, che ha reso la situazione di molti cittadini extracomunitari più precaria, esponendo soprattutto gli immigrati illegali ad un maggior rischio di violazione dei loro diritti umani. Tra i provvedimenti che l'ECRI, l'organo del Consiglio d'Europa specializzato nella lotta al razzismo che ha pubblicato il rapporto, raccomanda alle autorità italiane figura l'adozione "di provvedimenti contro l'uso di discorsi razzisti e xenofobi in politica" e un miglioramento dei sistemi di monitoraggio degli incidenti a sfondo razzista, xenofoba e antisemita - riporta MIGRA, Osservatorio sulla discriminazione degli immigrati nel lavoro.
In Italia crescono la discriminazione e i pregiudizi e affermazioni di tenore xenofobo in politica, di cui sono oggetto soprattutto extracomunitari, nomadi e musulmani. L'allarme viene dall'ultimo rapporto del Consiglio d'Europa sul razzismo in vari stati membri, tra cui l'Italia. Segnalati in negativo anche Cipro, Danimarca, Lussemburgo e Federazione Russa.
Il rapporto è stato elaborato dall'Ecri e segnala alcuna miglioramenti, tra cui la creazione di un organo contro la discriminazione razziale, l'applicazione delle norme antidiscriminazione per occupazione e alloggi o alcuni interventi scolastici. E tuttavia, si legge nel documento, ''si constata che un certo numero di raccomandazioni formulate nel secondo rapporto (del 23 aprile 2002, ndr) non sono state attuate o sono state applicate soltanto parzialmente''. Soprattutto, ''è aumentato in Italia il ricorso a discorsi razzisti e xenofobi in politica, riguardanti essenzialmente gli extracomunitari, i Rom, i Sinti e i musulmani''. Secondo il Consiglio d'Europa ''i membri di tali gruppi hanno continuato a subire pregiudizi e discriminazioni in molti settori.
'La legislazione sull'immigrazione - recita ancora il rapporto - ha reso piu' precaria la situazione di molti cittadini extracomunitari, e la sua applicazione, soprattutto nei confronti degli immigrati illegali, li espone a un maggior rischio di violazione dei loro diritti umani''. Il documento ''segnala un deterioramento della situazione per i membri delle comunita' musulmane, dovuto soprattutto alla tendenza riscontrata nei dibattiti pubblici e nei media a passare subito alle generalizzazioni e ad assimilare l'appartenenza da tali comunita' al terrorismo''. Difficolta' segnala il rapporto anche per i nomadi. ''In assenza di un indirizzo politico nazionale - si legge nel testo - orientato a migliorare la situazione dei Roma e dei Sinti e a combattere i pregiudizi e la discriminazione nei loro confronti, molti membri di tali gruppi continuano a vivere in condizioni di emarginazione''.
Nel complesso, afferma il Consiglio d'Europa, ''la vulnerabilita' dei membri di questi e di altri gruppi di fronte al razzismo e alla discriminazione razziale e' aumentata, vista l'assenza di un supporto politico per la tutela degli individui contro l'incitamento alla violenza e alla discriminazione razziale''. Tra i provvedimenti che l'organismo di Strasburgo raccomanda alle autorita' italiane figura l'adozione ''di provvedimenti contro l'uso di discorsi razzisti e xenofobi in politica'' e un miglioramento dei sistemi di monitoraggio degli incidenti a sfondo razzista, xenofoba e antisemita. Raccomandate, infine, misure per contrastare la discriminazione razziale. All'Italia si chiede inoltre di ''rendere piu' adeguato l'ordinamento giuridico relativo alla lotta al razzismo e alla discriminazione razziale, grazie anche alla ratifica del Protocollo n. 12 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo''. Analoghe raccomandazioni sono state rivolte a vari stati membri dell'Ue anche dalla Commissione europea a Bruxelles.