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Lavoro minorile: la lotta al lavoro infantile conviene
Formazione professionale
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L'eliminazione del lavoro infantile non è solo una questione sociale, ma anche economica: un nuovo studio pubblicato a Ginevra dall'Ufficio internazionale del lavoro (Ilo) indica infatti che a lungo termine tale eliminazione è in grado di generare benefici sette volte superiori ai costi dell'operazione.
Lo studio curato dal Programma dell'Organizzazione internazionale del Lavoro
per l'eliminazione del lavoro minorile (IPEC) sostiene che per un costo totale di 760 miliardi di dollari in vent'anni è possibile eliminare il lavoro infantile - fenomeno che colpisce un bambino su sei nel mondo - e generare benefici per 5.100 miliardi di dollari nei Paesi con economie in transizione o in via di sviluppo.
L'analisi comparata di costi e benefici non ha lo scopo di giustificare la necessità di eliminare il lavoro minorile " un obiettivo già perseguito dalle convenzioni dell'Ilo n. 138 e 182 ", bensì di capire meglio le conseguenze economiche di un impegno internazionale in questo senso. Secondo l'Ilo, si stimano in 246 milioni i bambini attualmente coinvolti nel lavoro minorile al livello mondiale. Fra questi bambini, 179 milioni " ovvero un bambino su otto al livello mondiale " sono esposti alle forme peggiori di lavoro minorile.
In questo mese di febbraio, Mani Tese che coordina per l'Italia la Global March contro il Lavoro minorile, ha presentato alla Commissione Parlamentare Diritti Umani la mozione n. 218 per chiedere al nostro Governo, e in particolare al ministero del Welfare, di adottare il programma di azione nazionale in applicazione della Convenzione Ilo 182 per l'eliminazione delle forme peggiori di sfruttamento del lavoro minorile in Italia. Il 24 febbraio la stessa mozione è stata presentata anche alla Commissione Parlamentare per l'Infanzia. Entrambe le Commissioni - riferisce Mani Tese - hanno preso in serissima considerazione le richieste portate avanti dalla mozione e hanno dichiarato il proprio impegno, affinché la mozione venga discussa in Parlamento.[RB]