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Italia: lotta al lavoro nero, il governo bisticcia
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"Dare agli stranieri che lavorano in nero la possibilità di denunciare i loro sfruttatori senza essere espulsi". La dichiarazione è del Ministro per la Solidarietà sociale Paolo Ferrero mentre presentava il decreto legge che permetterebbe agli immigrati sfruttati di restare in Italia e di ottenere un permesso di soggiorno temporaneo per regolarizzare la loro posizione. Un primo stop è però venuto dal collega Giuliano Amato che ha commentato la proposta come un "gigantesco favore alla criminalità che gestisce i clandestini" tanto che "diventerebbe una sanatoria automatica". Per il Viminale andrebbe istituito un permesso premiale da concedere solo "a chi concorre a far cessare e punire" determinati tipi di reato commessi dai caporali e non per la denuncia "del mero reato di irregolarità". E' necessario pertanto, secondo Amato, individuare specifici reati commessi dai caporali e dai datori di lavoro come "la violenza, lo sfruttamento continuato e la spoliazione del salario". ll Ministro dell'Interno ha assicurato che sta "lavorando insieme" al collega Ferrero per giungere ad una definizione comune della proposta.
Divergenze che l'opposizione non ha mancato di sottolineare. "Mentre i Ministri litigano i clandestini aumentano" - ha commentato ironico il senatore Alfredo Mantovano. In un'intervista a "Radio Anch'io", l'ex sottosegretario agli Interni ha evidenziato la mancata distinzione tra la "tratta di essere umani e il traffico di clandestini" che soggiace alla proposta del Ministro Ferrero. Mentre nel primo caso la persona sarebbe in condizioni di schiavitù indipendenti dalla propria volontà, nel traffico di clandestini la persona "non è assoggettata da nessuno e pur venendosi a trovare in condizioni gravi" non si tratterebbe di condizioni schiavistiche.
L'inserimento degli immigrati nell'economia sommersa italiana è uno dei fattori che ha contribuito agli ingressi di immigrati irregolari, anche secondo quanto affermato dal Ministro dell'Interno la settimana scorsa: costituisce indubbiamente una forte attrazione perché una volta entrati nel territorio permette loro di lavorare anche senza il riconoscimento di un permesso di soggiorno.
Settori fortemente interessati al lavoro nero sono l'edilizia, che molto spesso soprattutto nelle aree a basso controllo si avvale di lavoro nero immigrato, ma anche il settore delle badanti, secondo quanto emerso da una recente ricerca condotta dall'Irs e dalla Caritas Ambrosiana in Lombardia che ha monitorato un 97% di badanti straniere delle quali più della metà irregolari. L'osservatorio Migra si sta concentrando anche su questi settori, oltre al turistico alberghiero, per fare una fotografia puntuale che riguarda il territorio trentino.
Da: Migra, Osservatorio trentino sulla discriminazione degli immigrati nel lavoro.