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Italia: i co.co.co. e i diritti sindacali
Formazione professionale
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Una riflessione sul valore della contrattazione collettiva nel lavoro atipico è il risultato di una ricerca del Nidil-Cgil presentata ieri a Roma presso la sede nazionale della Cgil. Il dossier è titolato "Nessun lavoro senza diritti e tutele. La contrattazione di NIdiL Cgil nel lavoro atipico" . Nel dossier è pubblicata integralmente la ricerca "Contrattare il lavoro atipico: alcuni casi emblematici", svolta dall'Ires (Istituto di ricerche economiche e sociali) prendendo in esame otto accordi collettivi sottoscritti da NIdiL Cgil congiuntamente alle categorie condotti anche in 3 organizzazioni del privato sociale: Arci-Nuova associazione Liguria, Lega italiana per la protezione degli uccelli (Lipu) e Casa dei diritti sociali (Cds).
Dal rapporto emerge che in Italia sono in aumento (+2%) raggiungendo l'11% degli occupati, pari a 2 milioni 800mila lavoratori. Il 46,2% dei collaboratori coordinati e continuativi è composto da donne, dato davvero rilevante se si considera che l'universo femminile rappresenta solo il 37,7% degli occupati. La maggior parte dei co.co.co. vive al Nord (il 12,8%, contro l'11,9% del Centro e l'8% del Sud) e l'aspetto particolare è rappresentato dal gran numero di lavoratori oltre i 50 anni, costituito dal 25,7% (il 15,4% nella classe d'età compresa tra i 50 e i 59, e 10,3% tra gli "over 60").
Il rapporto descrive inoltre come nel non profit il sindacato sia maggiormente percepito come interferenza e per il lavoratori atipici sia difficile "portare a un livello sindacale un confronto interno di norma retto su presupposti motivazionali e relazionali, resi altamente informali dal comune impegno sociale e politico, oltreché dall'amicizia di molti associati - e come ciò appaia agli stessi collaboratori come la rottura di una sorta di tabù. Un atto grave e impegnativo, al limite del venir meno di una lealtà e di un legame affettivo con l'associazione. Una lealtà che però sarebbe stata originariamente disattesa proprio dalle rispettive dirigenze".
Queste ultime, infatti, hanno avuto nei confronti del Nidil una reazione "abbastanza stizzita, oltre che spiacevolmente sorpresa. Si tratta infatti di organizzazioni abituate a fondere militanza e volontariato con lavoro retribuito, con un'organizzazione interna poco gerarchizzata e in cui le questioni più importanti tendono ad essere affrontate in modo assembleare". In questo contesto l'ingresso del sindacato esterno, "su precisa richiesta dei co.co.co, determina l'apertura di una nuova fase nella gestione dei rapporti di lavoro".
Finora il sindacato ha sottoscritto 103 accordi collettivi per regolamentare il ricorso alle collaborazioni ed estendere le tutele ai lavoratori atipici. [RB]