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Italia: a Melfi cariche sugli operai
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Tensione altissima alla Fiat di Melfi, dove la polizia ha caricato gli operai che bloccavano l'entrata principale dell'area industriale. La carica degli agenti dei reparti celeri, che ha causato almeno 13 feriti, ha consentito il passaggio di due autobus con un centinaio di dipendenti che intendevano entrare in fabbrica, che si poi sono avviati verso lo stabilimento Fiat seguiti dalla polizia, dai carabineri e dai manifestanti. Tra le persone colpite dagli agenti vi è anche il coordinatore della segreteria nazionale della Fiom - Federazione impiegati operai metallurgici - settore auto, Lello Raffo, che è stato colpito in testa e a un braccio.
"La polizia ha fatto un atto di servilismo nei confronti della Fiat ed è stata filo-diretta dall' azienda". A dirlo è Gianni Rinaldini, segretario generale della Fiom: "Qui è successo un fatto vergognoso, picchiando lavoratori che protestavano pacificamente le loro ragioni". A Radio Amisnet Giorgio Cremaschi (in .mp3), della segreteria nazionale Fiom, dichiara: "Siamo di fronte a una situazione sudamericana, dove si manganellano i lavoratori in sciopero. E' una vergogna, un attacco ai diritti e alla Costituzione della Repubblica, ma i metalmeccanici non si piegheranno". La Fiom chiede la cessazione degli interventi repressivi e l'apertura di un negoziato tra le parti, che veda presenti e protagonisti i rappresentanti dei lavoratori di Melfi. Solo un negoziato vero, che registri la disponibilità dell'azienda a trattare sulle richieste dei lavoratori, può permettere di affrontare positivamente la vertenza.
La vertenza dello stabilimento di Melfi riguarda gli orari, i salari e le condizioni di lavoro degli operai della Fiat di Melfi. Secondo la Fiom a Melfi 5 mila lavoratori della Fiat e dell'indotto prendono il 20% in meno di stipendio rispetto a tutti gli altri lavoratori italiani della Fiat, lavorano il 20% in più e devono fare il turno di notte per 15 giorni continuativi. In 12 mesi hanno ricevuto 5 mila lettere di provvedimenti disciplinari, alcuni delegati sindacali sono stati licenziati. Venerdì notte azienda e sindacati Fim, Uilm e Fismic hanno raggiunto un accordo per l'apertura di una trattativa. L'accordo però non è stato sottoscritto dalla Fiom Cgil e sono proseguiti i blocchi degli operai davanti allo stabilimento, la cui produzione si è fermata da diversi giorni
Numerose le prese di posizione di politici dell'opposizione che hanno duramente criticato l'operato della polizia e del governo. Il sottosegretario Sacconi ha, al contrario, sostenuto che la polizia ha agito in piena regola, per garantire la 'legalità e l'agibilità nello stabilimento'. E la Fiom considera "inqualificabili dichiarazioni del sottosegretario al lavoro" e invita a dimetterlo da un incarico di governo per il quale si è dimostrato assolutamente indegno. Per affermare il diritto di sciopero e i diritti dei lavoratori la Fiom promuove per mercoledì 28 aprile, 4 ore di sciopero per tutti i metalmeccanici su tutto il territorio nazionale a cui saranno affiancate manifestazioni e presidi in ogni provincia. Intanto Attac-Italia esprime la massima solidarietà alla lotta dei lavoratori di Melfi e plaude allo sciopero del settore metalmeccanico. Attac Italia chiede l'immediata fine delle risposte poliziesche ed autoritarie alle sacrosante richieste dei lavoratori di salario giusto, di tempi e ritmi di lavoro umani, di dignità e qualità della vita.[AT]
Altre fonti: Rassegna, Fiom, Amisnet.org