ILO: sale la disoccupazione, paga da fame per metà del mondo

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La metà dei lavoratori nel mondo, cioè 1 miliardo e 400milioni di persone, guadagna meno di due dollari al giorno. Peggio ancora: 550 milioni hanno un salario di un dollaro al giorno, al di sotto della soglia di povertà. E' il dato sconcertante che emerge dal recente rapporto dell'Ufficio Internazionale del Lavoro (ILO). Inoltre, pur notando una crescita del numero complessivo di persone al mondo con un lavoro, che nel 2003 raggiunge la cifra senza precedenti di circa 2,8 miliardi, e pur ricordando che nel 1990 le persone che vivevano con meno di 2 dollari al giorno o un dollaro al giorno erano oltre il 50 per cento in più del 2003, il "Rapporto mondiale sull'occupazione 2004-2005" dell'ILO evidenzia che il tasso di disoccupazione del mondo è in costante ascesa: era del 5,6% nel 1993, era già passato al 6% nel 1997 ed ha raggiunto il 6,2% nel 2003. Sono infatti 186 milioni i disoccupati nel mondo. Un dato - ribadisce il Rapporto - che rappresenta solo la punta dell'iceberg della carenza di un lavoro dignitoso dal momento che le persone che pur lavorando vivono in povertà sono 7 volte tante.

 

Percentuale per zone del mondo dove si guadagna meno di due dollari al giorno: la tabella

Il Rapporto però sottolinea anche qualche dato positivo: la percentuale di lavoratori al di sotto della soglia di povertà dei 2 dollari al giorno ha registrato una diminuzione dal 57,2% nel 1990 al 49,7% nel 2003, e "potrebbe scendere al 40 per cento nel 2015". Il Rapporto evidenzia infatti che i tassi di crescita globali previsti "dovrebbero consentire di dimezzare il numero dei lavoratori poveri in alcune aree del mondo entro il 2015". Ma, avverte l'agenzia dell'ONU, questa è una possibilità ostacolata dal fatto che ci vorrebbe una crescita media del prodotto interno lordo pari al 4,7%, cosa che difficilmente potrà avvenire prima del 2015.

Ciò potrebbe avvenire solo "qualora le politiche dei governi si concentrassero sul miglioramento della produttività del lavoro e la creazione di occupazione". Secondo quanto dichiarato dal direttore generale dell'Ufficio del lavoro Juan Somavia, "le donne e gli uomini di tutto il mondo si aspettano di avere una reale opportunità di accedere ad un lavoro dignitoso". Per questo motivo, "la chiave per ridurre il numero di lavoratori poveri è creare posti di lavoro dignitosi e produttivi nonchè promuovere una globalizzazione più giusta. Queste devono diventare strategie per la riduzione della povertà".

Trattando dei problemi della globalizzazione, l'ILO raccomanda politiche per migliorare l'integrazione delle piccole imprese all'interno della più ampia economia e la necessità di bilanciare la flessibilità aziendale con la salvaguardia dell'impiego per i lavoratori. "La "stabilità" di impiego non significa "immobilità del lavoro": tipo di impiego e mansioni possono cambiare per una persona che lavora in una ditta. Per migliorare la produttività occorre bilanciare la flessibilità necessaria all'azienda con la protezione dei lavoratori" - nota il Rapporto.

Previsioni di crescita del Pil e consigli per la produttività si scontrano tuttavia con realtà nelle quali la speranza di un mutamento a breve termine è labile. Solo l'Asia orientale, ed in particolare la Cina, ha una reale probabilità di raggiungere gli obiettivi di crescita del Pil entro il 2015; qualche chance hanno anche i paesi del Medio Oriente e del Nordafrica, e potrebbero farcela l'America latina e i Caraibi, mentre sono molto lontani dal traguardo i paesi dell'Africa sub-sahariana. Il Rapporto sostiene, in conclusione, che nel mondo permane "un ampio e persistente deficit del lavoro dignitoso" e che ''questo pone una grande sfida nella lotta alla povertà". [GB]

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