Coca Cola: carovana in Colombia e proteste a Roma

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Si è tenuto lunedi mattina presso la Provincia di Roma l'incontro per illustrare alla stampa l'iniziativa della Carovana Internazionale per la vita delle lavoratrici e dei lavoratori colombiani, promossa dalla Confederazione Unitaria dei Lavoratori (CUT) colombiana per sottoporre all'attenzione dell'opinione pubblica mondiale la difficile situazione del sindacalismo in Colombia, paese in cui dal 1991 al 2003 sono stati assassinati 2015 sindacalisti, cioè l'80% dei sindacalisti uccisi in tutto il mondo. All'incontro, nel corso del quale è stato presentato un dossier sulle violazioni dei diritti umani a danno dei sindacalisti colombiani, erano presenti il Sen. Francesco Martone, Presidente della Commissione Diritti Umani del Senato, Nando Simeone, vicepresidente del Consiglio della Provincia di Roma e Gianluca Peciola, Assessore del Municipio Roma XI, che, insieme all'Assessore al Lavoro del Comune di Roma Luigi Nieri e ad altri parlamentari, sostengono e seguono l'iniziativa.

La Carovana è partita questa mattina da Bogotà, con la partecipazione di 61 persone in rappresentanza di associazioni, sindacati e partiti politici di 10 paesi. In particolare la delegazione italiana è composta da 7 persone in rappresentanza di FIM CISL, NEXUS CGIL, Confederazione COBAS, Rete Italiana Boicottaggio Coca-Cola (REBOC) e Radio Città Aperta. "Il 29 Giugno ⭀- dichiara Patrizio Massucci della REBOC - la nostra delegazione che sta partecipando alla Carovana sarà a Bogotà per consegnare alla Coca-Cola colombiana 7500 firme di adesione al boicottaggio raccolte in Italia. Secondo Amnesty International, il 70% degli omicidi di sindacalisti colombiani avvengono nel corso di trattative sindacali. Questo dimostra che le multinazionali che impiantano le loro produzioni in Colombia non possono più affermare di essere casualmente coinvolte in un conflitto civile a cui sono estranee. Esse sono mandanti e beneficiarie dell'attività degli squadroni della morte, che ne agevolano i profitti annientando le rappresentanze sindacali".

"Per questo motivo ⭀- prosegue il rappresentante della REBOC -⭀ appoggiamo il boicottaggio promosso dal SINALTRAINAL, sindacato dei lavoratori Coca-Cola, ritenendo che anche i consumatori possano avere un ruolo attivo nella promozione dei diritti umani nel mondo e in particolare in un positivo sviluppo della vicenda colombiana, non acquistando i prodotti di quelle aziende che, come Coca-Cola, sono coinvolte con i paramilitari".

"Il 28 Giugno ⭀- conclude Massucci -⭀ in occasione del passaggio della fiaccola olimpica a Roma, promuoveremo un presidio di protesta, per chiedere al Comitato Olimpico Internazionale e al CONI di valutare con maggiore attenzione gli sponsor olimpici, non solo in base ai soldi che sono disposti a sborsare, ma anche ai loro comportamenti, come sta facendo il Comune di Roma che, a quanto sappiamo, ha deciso di non concedere il suo patrocinio all'evento proprio per la presenza della Coca-Cola tra gli sponsor. Se con il passaggio della fiaccola olimpica si vuole unire idealmente il mondo sotto gli ideali di pace e giustizia, la Coca-Cola è senz'altro lo sponsor meno indicato, visto che, ovunque passa, diffonde lo sfruttamento dell'uomo, come in Colombia, e dell'ambiente, come in India dove prosciuga e inquina le falde acquifere nello Stato del Kerala".

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