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19 giugno, giornata per i diritti migranti
Formazione professionale
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Le realta del Tavolo Migranti lanciano un appello affinché tutte le realtà di lotta dei migranti presenti in Italia, a partire dalla loro specificità, facciano sentire con forza la loro voce contro il contratto di soggiorno per lavoro e contro la precarietà, per una casa, una sanità, un'istruzione il cui accesso non sia predeterminato dal contratto di lavoro. Rivendichiamo che il permesso di soggiorno sia di almeno un anno, indipendentemente da ogni forma di contratto. Al motto "Per un permesso di soggiorno slegato dal lavoro, contro la precarietà e la deportazione dei migranti!" sabato 19 giugno si terranno numerose inziative nelle città d'Italia.
APPELLO
A due anni dalla sua approvazione la legge Bossi-Fini sta producendo una situazione sempre più drammatica per i migranti e le migranti residenti in questo paese. Il suo intreccio con la legge 30 sul mercato del lavoro sta costringendo i migranti a condizioni di lavoro e di esistenza sempre più precarie. La prassi amministrativa è ormai quella di giudicare le nuove figure contrattuali insufficienti a garantire la concessione di permessi di soggiorno di uno o due anni, richiedendo la presenza di un contratto a tempo indeterminato o a tempo determinato di almeno un anno per rilasciare un permesso di sei mesi. In alcune situazioni si assiste a rinnovi per tre o quattro settimane, legati a contratti di lavoro altrettanto precari, mentre le attese per ottenere l'appuntamento per il rinnovo, anche alla luce dell'intensificarsi delle richieste, si prolungano sempre di più, producendo periodi di "vuoto" in cui il migrante è privo di ogni tutela e si trova sempre a rischio di essere deportato nei CPT. Si tratta di una condizione alla quale ormai tutti i migranti sono costretti, a prescindere dal loro tempo di permanenza in Italia.
Tutte le migranti e tutti i migranti sono costantemente minacciati di espulsione, e questa minaccia può investire intere famiglie la cui permanenza è a sua volta legata al permesso e al salario di uno solo. Precarizzazione e clandestinizzazione si confermano gli effetti della Bossi-Fini. La cosiddetta sanatoria non fa che aggravare quegli effetti. La prassi della maggior parte delle Questure italiane, anche su questo terreno, è sempre più restrittiva, arrivando a negare i sei mesi di permesso per ricerca lavoro a quanti abbiamo usufruito della sanatoria. Contemporaneamente, quelli che nel frattempo siano riusciti a sottrarsi al lavoro dipendente aprendo piccole attività autonome si ritrovano imbrigliati nelle maglie di una legge che nega ai migranti qualsiasi spazio di autonomia, poiché li vuole legati a doppio filo a un padrone, e alle esigenze di un mercato del lavoro sempre più precarizzato e di fatto chiuso da un'economia sull'orlo della recessione.
Tavolo Migranti dei Social Forum Italiani
Gruppo Immigrazione Brescia Social Forum
Comitato Immigrati di Bergamo
Gruppo Migranti Torino Social Forum
Rete per il Lavoro Migrante Padova
Rete antirazzista di Venezia
Coordinamento Migranti Bologna
Sincobas Migranti Livorno
Tavolo Migranti dei Social Forum del Vicentino
Razzismo Stop nordest
Sportelli degli Invisibili Rete precariato sociale
M21 Treviso
Mobilit/azione Verona
Gruppo Immigrazione del Forum Sociale di Modena