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Vertice Fao: stop allo striscione delle Ong, prosegue il 'controvertice'
Formazione alla cooperazione
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Ieri, in occasione del Vertice della Fao, ActionAid doveva esporre al Circo Massimo uno striscione lungo 200 metri con la scritta "Stop al business della fame". Ma, per "motivi di sicurezza" la polizia non l'ha permesso in quanto "manifestazione non autorizzata" e ha identificato manifestanti e giornalisti. Secondo ActionAid la fame del mondo è la conseguenza di scelte politiche sbagliate che spesso privilegiano gli interessi delle grandi corporation. "Cinque multinazionali controllano più dell'80% del mercato mondiale di cereali, nel 2007 hanno accresciuto i loro guadagni grazie alle politiche che incoraggiano sussidi e la produzione di biocarburanti" -denuncia l'associazione. "I profitti di Archer Daniels Midland sono aumentati del 67%, quelli della Cargill del 36%, ConAgra del 30%, Bunge del 49%".
Marco De Ponte, capo delegazione di ActionAid al vertice Fao, ha spiegato come, secondo la ong, si potrebbe intervenire per scongiurare la crisi alimentare: "Ricostruire le economie alimentari nazionali per garantire alle popolazioni locali l'accesso al cibo. Stop immediato ai sussidi per gli agrocarburanti che ha prodotto la riduzione delle terre coltivate a fini alimentari a favore della produzione di questi ultimi". La richiesta di ActionAid al vertice Fao è che "gli Stati Uniti rimuovano ogni sussidio alla produzione di etanolo e che l'Unione Europea interrompa ogni incoraggiamento alla produzione di biocarburanti tramite l'utilizzo di coltivazioni ad uso alimentare". Fondamentale sarebbe anche "mettere le donne al centro dello sviluppo rurale": sono le donne, infatti, a lavorare la terra (le donne contadine sono un quarto della popolazione mondiale secondo la Fao) ma solo il 2% di loro possiede la terra e solo l'1% dei crediti erogati per progetti agricoli viene gestito da donne tra l'altro sprovviste di know how imprenditoriale. Infine gli Ogm. "La produzione di cibo transgenico non è certo una risposta alla crisi" - ribadisce ActionAid. E la Ue deve continuare ad applicare la moratoria.
ActionAid ha commentato la prima giornata del Vertice Fao con particolare riguardo all'Italia. "Le parole del Presidente Napolitano sono significative perché dimostrano che in questi anni sono stati fatti gravi errori nelle politiche di lotta alla fame e sono proprio queste le principali cause della crisi alimentare che sta vivendo il pianeta" - ha detto Marco De Ponte di ActionAid. "E' importante il richiamo di Napoletano ad affrontare la questione del commercio in sede Wto, e al fatto che non bastano gli aiuti alimentari per affrontare una crisi globale come questa. Il nodo da sciogliere resta politico e va affrontato in maniera strutturale, lanciando un 'patto di sistema' che cambi il sistema agricolo a livello globale, investendo di più sullo sviluppo rurale e non lasciano soli i piccoli contadini alle prese con il mercato".
Rivedere le regole e fare presto anche per il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon che, come Napolitano, ha sottolineato la necessità di arrivare al più presto alle conclusioni del Doha Round, rivedendo le regole del commercio internazionale. "E' fondamentale che i governi si assumano le loro responsabilità non solo in questa sede ma che siano coerenti anche nelle loro politiche nazionali di cooperazione allo sviluppo" - aggiunge De Ponte. "Purtroppo l'Italia ha gravi ritardi nel rispetto degli impegni internazionali ed è essenziale che dia segnali concreti di volersi impegnare per assumere un ruolo di leadership che vada al di là delle condivisibili parole del Presidente Napolitano". "Servono infatti subito 750 milioni e di fronte ad una crisi globale di queste dimensioni, il Governo italiano ha il dovere di mettere subito in atto misure concrete di rilancio della cooperazione, per fare la propria parte nella lotta alla fame e alla povertà nel mondo" - conclude il segretario generale di ActionAid. "I primi segnali di tagli alla cooperazione che il Governo ha dato per trovare le risorse necessarie all'abolizione dell'ICI non vanno in questa direzione".
Continua intanto il Forum internazionale parallelo 'Terra Preta' indetto da organizzazioni contadine, movimenti sociali e ong per in occasione della Vertice della Fao. Ieri all'interno della Fao si è tenuta una tavola rotonda organizzata da diverse sigle delle organizzazioni della società civile che si occupano di diritto al cibo e sovranità alimentare: ong, e produttori del Nord del Sud del mondo. D'accordo nel chiedere ai Capi di Stati presenti nella sede Fao sostegno e rispetto dei piccoli agricoltori, della agricoltura familiare contro le grandi multinazionali dell'agrobusiness.
"Dalle dichiarazioni di oggi dei Capi di Stato raccolti al Vertice della Fao siamo sempre più convinti che essa oltre ad essere necessaria, deve essere rafforzata nelle sue funzioni, bisogna dare alla Fao piena giurisdizione sulle politiche agricole mondiali, il suo mandato è legato al diritto fondamentale dell'accesso al cibo per tutti, e i prodotti agricoli non possono essere trattati come merci, non possono essere sottoposte alle regole dell'OMC" - commenta Sergio Marelli, presidente del Comitato italiano.
"La Fao, e l'intero sistema delle Nazioni Unite, deve essere riformata per ribilanciare i costi destinati alla struttura, oltre il 50% dell'intero bilancio, e indirizzarli a favore degli obiettivi dei progetti per cui è stata istituita la Fao, combattere la fame e la povertà nel mondo". "La società civile internazionale riunita qui al Forum Terra Preta sostiene la proposta di Ban Ki Moon di istituire una Task Force che affronti velocemente e concretamente la crisi alimentare, ma questa deve essere messa sotto la giurisdizione Fao e deve agire coerentemente alle sue politiche e comprendere al proprio interno esperti qualificati indicati dalla società civile internazionale".
Il Forum è organizzato dall'International NGO/CSO Planning Committee for Food Sovereignty insieme ai rappresentanti delle 270 Associazioni e Organizzazioni aderenti al Comitato Italiano per la Sovranità Alimentare. [GB]