Sudan: responsabilità del governo per 'genocidio' nel Darfur

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Il Segretario Generale dell'Onu, Kofi Annan, e il Segretario di Stato Usa, Colin Powell stanno per giungere in Sudan dove dovrebbero incontrasi per un breve periodo. L'intento è quello di aumentare le pressioni sul governo di Khartoum per mettere fine al conflitto nel Darfur che, secondo quanto affrmato da Annan "rasenta la pulizia etnica".

In queste ore varie ong internazionali hanno richiamano le "gravi responsabilità" del governo di Khartoum per il "genocidio" e la "pulizia etnica" in corso nella regione occidentale del Darfur. Nei giorni scorsi Human Right Watch, l'organizzazione internazionale per la difesa dei diritti umani con sede a New York, ha denunciato il governo sudanese di "pulizia etnica" nei confronti delle popolazioni nere dei gruppi sedentari africani, i Fur, Masalit e Zaghawat. Anche vari rappresentanti dell'Onu hanno definito "genocidio" le incursioni delle milizie arabe conosciute come Janjawid ("diavoli a cavallo"), che hanno iniziato ad attaccare i villaggi, uccidendo, stuprando e sequestrando persone, distruggendo le abitazioni ed altre proprietà - comprese le fonti idriche - con l'attivo sostegno dell'esercito sudanese, i cui bombardamenti aerei hanno spesso preceduto di poche ore l'arrivo dei Janjawid.

L'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) denuncia il governo sudanese di "voler nascondere la gravità del genocidio commesso nel Darfur, nella parte occidentale del paese". "Khartoum applica una politica dilatoria con l'intento di evitare un intervento internazionale, ma secondo il referente per l'Africa dell'APM, Ulrich Delius, solo l'intervento delle truppe di pace dell'Onu, secondo il paragrafo VII della Carta dell'Onu, può garantire una protezione concreta alla popolazione civile, che a sua volta è la condizione necessaria per riuscire a far pervenire sufficienti aiuti umanitari nella zona" - riporta un comunicato dell'associazione bolzanina. L'associazione informa che "poco prima dell'arrivo in Sudan del Segretario Generale dell'ONU Kofi Annan e del ministro degli esteri USA Colin Powell, le autorità sudanesi hanno sistematicamente terrorizzato i profughi dei campi profughi in modo da non far giungere all'opinione pubblica internazionale le testimonianze dirette dei crimini contro l'umanità commessi. Negli scorsi giorni centinaia di soldati in tenuta civile e in uniforme sono apparsi nei campi situati nelle vicinanze della città di El Kasher e hanno minacciato e picchiato profughi per evitare che possano testimoniare sulle pulizie etniche e sulle gravi violazioni dei diritti umani".

Va ricordato che solo nei giorni scorsi il presidente sudanese Omar el Beshir ha ordinato il disarmo di tutte le milizie presenti nel Darfur, comprese quelle filogovernative Janjaweed. L'annuncio era giunto all'indomani delle dichiarazioni del vice portavoce del Dipartimento di Stato, Adam Ereli, secondo cui gli Stati Uniti intendono imporre sanzioni nei confronti degli esponenti sudanesi considerati responsabili della crisi nella regione del Darfur. E il governo di Khartoum ha annunciato solo ieri l'eliminazione di tutti gli ostacoli che impediscono l'arrivo di aiuti umanitari destinati alla popolazione del Darfur.

Recentemente l'organizzazione umanitaria internazionale Medici senza Frontiere aveva denunciato che "nella regione le operazioni di soccorso sono ben lontane dal soddisfare gli ingenti bisogni. Una denuncia ripetuta anche dall'organizzazione umanitaria Oxfam che ricordava come, nonostante l'Onu abbia stimato in 350 milioni di dollari la somma necessaria per coprire le urgenze nella regine, finora ne siano stati raccolti solo 114 milioni, cioè meno di un terzo.

L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha annunciato intanto l'avvio di un nuovo ponte aereo di emergenza sul Ciad, con il quale saranno oggi trasportati aiuti estremamente urgenti per le decine di migliaia di sudanesi fuggiti dal Darfur. Il primo di 22 voli che parte oggi da Karachi, Pakistan, per la capitale del Ciad N'djamena trasporterà nel paese africano altre 16.100 tende. Le tende saranno scaricate a N'djamena e poi trasportate su camion negli otto campi allestiti nel Ciad orientale. Finora oltre 113mila i rifugiati sudanesi si trovano negli otto campi dell'UNHCR in Ciad orientale. [GB]

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