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Italia: appello delle Ong per i finanziamenti Ue alla Palestina
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Le Ong italiane attive in Palestina lanciano un appello congiunto contro il blocco dei finanziamenti da parte dell'Unione europea all'Autorità nazionale palestinese e denunciano "il tentativo da parte della Ue di sostituire le Ong all'Autorità palestinese". Dopo l'appello dell'Arci e la denuncia di Medici senza Frontiere (MSF) di compensare le conseguenze sociali delle sanzioni ridistribuendo parte dei fondi attraverso l'Onu e altri organismi di aiuto internazionale le organizzazioni non governative italiane attive in Palestina si uniscono all'iniziativa delle Ong francesi, puntando il dito contro il tentativo da parte dell'Ue di "sostituire" le Ong all'Autorità Nazionale Palestinese e richiedono che i finanziamenti all'ANP vengano immediatamente sbloccati. Il 10 aprile 2006 l'Unione Europea ha confermato la sospensione dei finanziamenti diretti all'Autorità Nazionale Palestinese ed a tutt'oggi si susseguono solamente dichiarazioni di futuri impegni di assistenza umanitaria senza un seguito concreto.
"Seguendo il principio di imparzialità che guida da sempre la nostra attività denunciamo le conseguenze di tali posizioni che appaiono come una punizione collettiva per le decisioni democraticamente espresse dal popolo palestinese" - riportano in un comunicato le Ong italiane. In un rapporto del 15 Marzo 2006 la Banca Mondiale afferma che se permane la situazione attuale - politica di chiusura e restrizione dei movimenti di persone e beni e blocco dei trasferimenti delle tasse da parte del governo israeliano, sospensione dei finanziamenti da parte dei paesi donatori occidentali inclusa l'Unione Europea - il 75% della popolazione palestinese vivrà sotto il livello di povertà entro il 2008. Già oggi questa percentuale è pari al 60% secondo dati dell'OCHA - Ufficio per il Coordinamento degli Affari Umanitari delle Nazioni Unite.
Le istituzioni palestinesi dipendono pesantemente dai finanziamenti internazionali. Senza di questi non sono in grado di funzionare e fornire servizi di base come sanità, educazione e assistenza alla popolazione. "Le organizzazioni non governative italiane, come hanno già dichiarato le Ong francesi, non si tirano indietro e sono disponibili ad intensificare la propria attività per aiutare la popolazione palestinese, ma ribadiscono che nessuna Ong italiana è in grado - né accetta - di sostituirsi ai compiti propri delle istituzioni pubbliche palestinesi. Utilizzare le organizzazioni non governative come un sistema alternativo per fornire i servizi di base alla popolazione è un modo per contribuire al collasso delle istituzioni palestinesi" - scrivono le Ong.
Le organizzazioni non governative italiane, assumendo l'appello delle Ong francesi, richiedono che i finanziamenti dell'Unione Europea all'ANP vengano immediatamente sbloccati; che le responsabilità amministrative, di coordinamento e di gestione del settore pubblico non siano trasferite alle Nazioni Unite o alle Ong Internazionali. "Attivare meccanismi paralleli per assicurare servizi pubblici attraverso le agenzie del sistema delle Nazioni Unite o le Ong Internazionali non è una strada praticabile, tanto sul piano politico quanto funzionale, in particolare in un contesto dove esistono già le strutture pubbliche preposte. Richiediamo pertanto a tutte le parti di rispettare il diritto umanitario internazionale e di assicurare la protezione dei civili nei territori occupati palestinesi" - chiedono le Ong italiane.
Tra le Organizzazioni che aderiscono all'appello: Piattaforma delle Ong Italiane per la Palestina - AOI ACS, AISPO, Associazione Orlando, Centri Rousseau, COSPE, CRIC, CISP, CISS, EDUCAID, GVC, ICS , Movimondo, NEXUS Emilia Romagna, Progetto Sviluppo CGIL, Terre des hommes Italia, UCODEP, VIS.