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Iraq: fermare la guerra, aprire subito i corridoi umanitari
Formazione alla cooperazione
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In Iraq da 13 giorni la guerra ha prodotto solamente morti e sofferenze tra le popolazioni civili e un'emergenza umanitaria che può rapidamente diventare generalizzata e drammatica. Molte città sono da giorni senza acqua e senza rifornimenti alimentari, molte case sono state distrutte e un crescente numero di sfollati ha bisogno di aiuti e di assistenza. Con il procedere della guerra centinaia di migliaia di persone possono essere a rischio di vita -oltre che per i bombardamenti e per i combattimenti- per fame, sete, malattie. La guerra colpisce anche gli operatori umanitari e di pace che -come è accaduto ieri sul pullman tra Baghdad e Amman- si adoperano per fermare la guerra e portare aiuto alle popolazioni.
"La guerra va fermata prima che produca irreparabili conseguenze- ha dichiarato il presidente dell'ICS, Giulio Marcon - sia umanitarie che politiche. Come organizzazioni umanitarie il nostro primo compito è di fermare la guerra, la prima e principale causa delle emergenze umanitarie".
Di fronte alla catastrofe umanitaria che cresce ogni giorni di più in Iraq, l'unica opzione possibile che bisogna percorrere è un immediato e incondizionato "cessate il fuoco". Solo l'interruzione della guerra può permettere di arginare l'emergenza umanitaria e dare protezione alle popolazioni.
"E' compito di ogni paese democratico e della comunità internazionale -ha dichiarato Fabio Alberti, presidente di Un Ponte per...- adoperarsi per proteggere le popolazioni civili dagli attori bellici. Il silenzio dei governi e degli organismi internazionali di fronte a questa catastrofe rischia di essere una passiva complicità con la deriva bellica cui stiamo assistendo".
Per questo -invitando i parlamentari a mettere in campo le dovute azioni- chiediamo al governo italiano di:
a)attivarsi per l'immediata convocazione del Consiglio di Sicurezza e dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite per richiedere ai belligeranti un "immediato cessate il fuoco";
b)attivarsi presso le Nazioni Unite per richiedere l'immediata apertura di corridoi umanitari, controllati da osservatori e personale delle Nazioni Unite che permettano alle agenzie umanitarie e alle ONG di far arrivare aiuti ed assistenza in condizioni di sicurezza;
c)fare pressione sui governi dei paesi coinvolti negli attuali eventi bellici per rispettare le Convenzioni di Ginevra per quanto riguarda la protezione delle popolazioni civili e il trattamento dei prigionieri di guerra;
d)di fare pressione sulla coalizione anglo-americana per impedire che -come a Bassora e nelle altre città assediate- si interrompa l'erogazione di acqua potabile o di energia elettrica con lo scopo di condurre alla disperazione la popolazione civile; ogni azione militare deve cessare per permettere il ripristino di acqua ed energia elettrica;
e)di riconoscere per tutta la durata della guerra e del dopoguerra ai cittadini iracheni e curdi che giungano in Italia un permesso di soggiorno per protezione temporaneo come disposto dall'art. 20 del DL 25/07/98 n. 286.
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