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Iran: appelli per l'aiuto ai terremotati
Formazione alla cooperazione
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A quattro giorni dal terribile terremoto che ha colpito, venerdì scorso, la provincia sud-orientale iraniana di Kerman, radendo al suolo l'antica città-fortezza di Bam, sono ormai 28mila i cadaveri estratti dalle macerie e finora sepolti ma, secondo le stime, il conto potrebbe raggiungere la cifra di cinquantamila decessi. Lo hanno riferito fonti delle autorità locali e dello stesso ministero dell'Interno a Teheran.
Si susseguono nel frattempo gli appelli per gli aiuti alle zone devastate dalla scossa sismica, che ha lasciato più di 100mila persone senza casa. La sezione italiana di Medici senza Frontiere ha lanciato un appello alla solidarietà. L'organizzazione umanitaria ha già inviato nelle località colpite dal sisma circa 20 volontari internazionali tra medici (soprattutto nefrologi, specializzati nella gestione dei traumi da schiacciamento), infermieri e logisti e 10 tonnellate di materiale di supporto (medicine, attrezzature d'emergenza, potabilizzatori d'acqua, taniche), 40mq di materiale medico-chirurgico, 6mila kit igienici e 45mila coperte.
Per inviare contributi contattare:
- Medici senza Frontiere
- Caritas Italiana
Anche la Caritas Italiana rinnova con forza l'appello ad aderire alla colletta nazionale. La rete internazionale Caritas sta predisponendo un convoglio carico di generi di prima necessità (medicinali, cibo, coperte, stufe, tende, ecc.) che partirà da Teheran con destinazione Bam. Per quanto riguarda la riabilitazione e la ricostruzione, la Caritas Italiana è in costante contatto con la Chiesa locale e, di concerto con essa e con tutta la rete internazionale della Caritas, intende elaborare un piano di interventi che si concentrerà sulle fasce più deboli della popolazione e sui villaggi meno aiutati. Nello specifico, la Caritas Italiana, si occuperà prevalentemente della ricostruzione di abitazioni, ma anche di altri interventi.
I primi monitoraggi nella zona rivelano però che le necessità sono immense e occorre un impegno maggiore. Medici senza Frontiere che lavora in collaborazione con la Mezzaluna Rossa sta valutando le condizioni non solo a Bam - la città di 110mila abitanti interamente distrutta dal terremoto - ma anche nelle località circostanti dove ancora non sono arrivati gli aiuti internazionali. Le strutture sanitarie sono distrutte, il freddo è insopportabile per le persone rimaste senza un tetto, servono interventi urgenti per fornire ripari e acqua potabile per evitare l'insorgenza di epidemie.
In questi giorni comincia a prendere piede l'idea di un coordinamento di pronto intervento di Protezione civile europea. Dal campo italiano alla periferia di Bam, Agostino Miozzo, responsabile italiano del team, ha dichiarato che ''l'emergenza in Iran ha sperimentato per la prima volta nella storia dell'Unione Europea un percorso parallelo: da un lato l'intervento delle singole nazioni e dall'altro un coordinamento a livello europeo" e "tutti hanno riconosciuto la necessità di avere un coordinamento unico". L'Italia, tuttora presidente di turno dell'UE, ha infatti ha avuto il compito di coordinare i vari soccorsi europei. [GB]