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G8: 60 miliardi per fondo Aids, ma è roba vecchia
Formazione alla cooperazione
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"I 60 miliardi annunciati non rappresentano nuovi impegni, sono semplicemente quelli già presi a Gleaneagles" - afferma un comunicato di ActionAid. "Il G8 avrebbe dovuto identificare i passi necessari per assicurare ulteriori aiuti per 50 miliardi di dollari entro il 2010, invece i leader hanno semplicemente riaffermato ciò che già sapevamo da due anni" - aggiunge ActionAid. Oggi i leader del G8 hanno raggiunto un accordo per destinare 60 miliardi di dollari di aiuti complessivi per la lotta all'Aids e alla tubercolosi in prevalenza per l'Africa. La metà della somma, 30 miliardi di dollari, sarà messa a disposizione dagli Stati Uniti, il resto dagli altri sette paesi del G8. "L'Italia ha aderito dopo aver esitato a lungo" - riporta l'Unità online. Ieri il Presidente del Consiglio, Romano Prodi ha annunciato il pagamento dei 260 milioni al Fondo Globale e ulteriori risorse di 400 milioni di dollari per la lotta all'Aids che dovrebbero essere inserite nella prossima Finanziaria.
L'impegno di 60 miliardi di dollari assunto dai G8 non soddisfa gli Obiettivi delle Nazioni Unite fissati per allargare il trattamento di lotta alle epidemie. "Anche questi 60 miliardi di dollari non possono nascondere il pesante fallimento del G8 nel portare avanti le loro promesse sulla lotta contro Aids. Questa rappresenta una notizia devastante per i 40 milioni di persone che sono affette da Hiv" - ha affermato Adithi Sharma, responsabile della campagna di ActionAid sull'Aids. "Solo nei tre giorni del Summit, mentre i leader del mondo litigavano su quante fossero le vite umane da salvare, sono morte 24 mila persone. Siamo venuti qui perché volevamo che venisse garantito un piano di finanziamento completo, ma sono i leader sono riusciti soltanto a diluire i loro impegni sull'accesso universale alle terapie" - continua Aditi Sharma. Secondo ActionAid "i G8 attualmente sono indietro di 8 miliardi di dollari rispetto agli impegni del 2006".
Per quanto riguarda l'accordo per dimezzare le emissioni di gas a effetto serra entro il 2050 raggiunto ieri al G8, un comunicato di WWF Italia nota che "contiene importanti progressi, ma ci sono diverse ombre. I progressi - riporta WWF Italia si riscontrano "in particolare laddove tutti hanno concordato sulla necessità di condurre i negoziati in seno all'Onu per ridurre le emissioni nel lungo periodo, e sul fatto che tali negoziati devono concludersi entro il 2009".
"Ma ci sono le ombre: i capi di stato, in particolare, hanno fallito nel fissare numeri e scadenze. L'accordo di oggi dimostra quanto ormai conti la pressione dell'opinione pubblica per fermare il riscaldamento globale, inducendo un avvicinamento della posizione di Canada e Giappone a quella dell'Unione Europea. "Il fatto che nella dichiarazione si ribadisca che UE, Giappone e Canada abbiano deciso di tagliare la CO2 del 50% entro il 2050 significa essere più vicini alla fase delle azioni concrete per combattere i cambiamenti climatici - dichiara Hans Verolme, direttore della Campagna clima del WWF internazionale - Siamo felici che le nazioni più potenti del mondo siano pronte ad iniziare i negoziati sul clima che avranno luogo a Bali il prossimo dicembre, e che vogliano concludere un accordo 'salva-clima' nel 2009. A Bali verificheremo se l'accordo di oggi produrrà i suoi frutti".
Ma i reali tagli delle emissioni devono essere ancora negoziati e i paesi devono riconoscere la necessità di adoperarsi per stare al di sotto dell'aumento medio della temperatura globale di 2°C (rispetto all'era preindustriale), onde evitare gli effetti più pericolosi dei cambiamenti climatici. Il mercato globale del carbonio certamente trarrà vantaggio dal chiaro sostegno del G8 al 2009 come anno limite nel quale concludere i negoziati per il post-2012.
"Un plauso particolare - nota WWF Italia - va al Cancelliere Merkel per aver guidato le maggiori economie mondiali a chiudere un accordo che ci avvicina a impegni stringenti di lungo termine. I Paesi Europei tutti, e tra questi l'Italia, hanno giocato un ruolo positivo e finalmente di squadra per evitare che le sedi multilaterali fossero sconfessate e riuscendo a far sottoscrivere agli USA un testo che prevede impegni per il futuro e la titolarità dell'ONU. Certo, il linguaggio è ancora in politichese, non si fissa un target preciso e non c'è l'impegno a rimanere al di sotto dei 2°C. La forza dell'oponione pubblica, dei cittadini del mondo deve farsi sentire ancora, e più forte" - conclude WWF Italia. [GB]