Fao: fame nel mondo, allarme sovranità alimentare

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Si è aperta oggi a Riga la 25⪀ Conferenza Regionale della Fao per l'Europa con l'intervento del direttore generale Fao Jacques Diouf. Allarmanti i dati riportati da Diouf nella relazione: "854 milioni di persone soffrono ancora oggi la fame nel mondo dei quali 820 milioni nei paesi poveri, 25 nei cosiddetti Paesi in transizione e 9 in quelli industrializzati". E mentre nella prima metà degli anni '90 il numero di persone malnutrito era calato di 26 milioni di unità, nella seconda metà degli anni '90 le persone che soffrono la malnutrizione è risalito di 23 milioni di unità, praticamente annullando i pochi risultati ottenuti nei 5 anni precedenti e drammaticamente distanti da quelli fissati con la Dichiarazione del Millennio approvata dall'assemblea delle Nazioni Unite nel 2000.

"Il diritto al cibo è uno dei diritti fondamentali - ha commentato Sergio Marelli, presidente del Comitato Italiano per la Sovranità Alimentare, presente a Riga. "L'Organizzazione Mondiale del Commercio (Wto/Omc) non deve avere giurisdizione sulle politiche agricole ed alimentari, queste devono avere come primo obiettivo - sostiene Sergio Marelli - la produzione e messa a disposizione per tutti di cibo in quantità e in qualità adeguate". Il Comitato ritiene che la esclusione delle politiche agricole dal negoziato in ambito Omc deve essere accompagnato da un rinnovato e rafforzato ruolo della FAO e delle agenzie delle Nazioni Unite volute espressamente per le questioni attinenti all'agricoltura e all'alimentazione. Il contributo dello sviluppo rurale nella conservazione e della equità di usufrutto dei beni pubblici globali è uno degli obiettivi che la Fao deve perseguire mediante la promozione di politiche e tecniche produttive adeguate.

Dai dati che emergono dal nuovo rapporto della Fao "Food Outlook" si apprende che nel 2007 la domanda mondiale di cereali supererà l'offerta e si avrà così un crollo delle giacenze finali e un calo del rapporto stock/utilizzo del 25%, il più basso degli ultimi trent'anni: Il costo delle importazioni salirà di più per i Paesi in via di sviluppo che sono i maggiori importatori di cibo e di cereali foraggieri, la cui stima dell'aumento è del 3,5%, e per i Paesi a basso reddito con deficit alimentare, che subiranno un balzo di circa il 7%. Il calo della produzione cerealicola mondiale del 2006 è quantificato in 10 milioni di tonnellate e sarà accompagnato da una domanda sostenuta che spingerà il commercio mondiale nel 2006-2007 a quota 110 milioni di tonnellate.

Intanto si è conclusa la Consultazione internazionale tra le Ong in vista della 4⪀ Conferenza Regionale della Fao per l'Europa. La dichiarazione approvata a fine lavori che è stata consegnata domani al Segretariato della Fao sottolinea come la Fao deve sostenere con forza le piccole aziende agricole a dimensione famigliare, in Europa e nel mondo, sia per il loro ruolo nella promozione di uno sviluppo rurale sostenibile, sia per il loro valore di coesione sociale. "L'accesso al mercato e la liberalizzazione delle regole commerciali a livello internazionale non sono la soluzione per i miliardi di piccoli produttori agricoli del Nord e del Sud del mondo. Esse rispondono piuttosto alla logica della grandi multinazionali" - ha commentato Sergio Marelli.

Preoccupante anche la riduzione delle risorse finanziarie messe a disposizione della Fao, il cui bilancio è ridotto a 375 milioni di dollari: "Un chiaro sintomo della volontà dei Governi degli Stati membri di non investire in questa organizzazione multilaterale e di un pericoloso ritorno della logica bilaterale/unilaterale nella individuazione delle soluzioni e degli accordi all'interno della comunità internazionale" - ha concluso Marelli. [GB]

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