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Cooperazione: riforma per le Ong, critiche per Tremonti
Formazione alla cooperazione
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La cooperazione internazionale deve entrare a far parte dell'agenda dei primi cento giorni del prossimo governo. Lo chiede, ad entrambi gli schieramenti, l'Associazione delle ong italiane che sostiene l'indispensabile rilancio del settore attraverso la riforma dell'attuale normativa, datata 1987 ed ormai obsoleta di fronte alle modifiche sociali e politiche avvenute nel mondo. All'attenzione dei candidati leader alle elezioni del 2006, l'associazione - che oggi a Roma ha organizzato un seminario - ha messo a punto un documento (sottoscritto anche dal Forum del terzo settore, dal Coordinamento nazionale enti locali per la pace e i diritti umani, dal Fairtrade-Transfair) in cui riassume le proposte della societa' civile sulla cooperazione internazionale.
Una riforma - ha precisato il presidente dell' associazione Sergio Marelli - ''urgente e partecipata. Abbiamo bisogno di una legge snella, asciutta, articolata in modo essenziale, che sia in grado di definire le grandi linee di una cooperazione allo sviluppo intesa come scelta strategica dell'Italia''. Fra le proposte operative: prevedere due vice ministri - uno per la cooperazione internazionale, uno per il commercio estero - facenti capo al ministero degli affari esteri; istituire una sorta di 'agenzia', ossia una struttura tecnico-operativa, controllabile ed indipendente che possa godere di risorse certe.
Marelli ha ribadito che le risorse per la cooperazione internazionale, in quanto ''dovere di ogni stato'', dovrebbero essere poste al di fuori del vincolo di stabilita' ed al di fuori della contabilita' pubblica. ''La cooperazione - ha aggiunto - non e' un fatto partitico o di schieramento o di colore. La cooperazione va al di la' delle forze politiche''. Criticando il governo e la maggioranza per non essere stati in grado in questa legislatura di varare una riforma (attesa ormai da 14 anni) Marelli ha affermato che sia dal centrodestra che dal centrosinistra sta ricevendo segnali positivi di interesse per discutere di un nuovo modello di cooperazione: ''attendiamo ora proposte concrete''. Le ong, infine, si offrono come interlocutrici delle istituzioni per un vero e proficuo rilancio della cooperazione internazionale.
Intanto da ActionAid International arriva un commento sulle risorse previste nella finanziaria 2006. "Non soltanto le spese degli enti locali a favore dei progetti di cooperazione allo sviluppo dei paesi più poveri sono giuste ma dovrebbero essere da esempio per il governo, che dimentica gli impegni assunti in sede internazionale". Così Marco De Ponte, segretario generale di ActionAid International commenta le dichiarazioni del ministro Giulio Tremonti che, nel corso della puntata di Ballarò, ha criticato il Comune di Terni per aver destinato fondi a interventi di aiuto allo sviluppo in Mozambico. "Il ministro Tremonti ha dimostrato ancora una volta che il tema della cooperazione e della lotta alla povertà non è all'ordine del giorno di questo esecutivo - sottolinea De Ponte - che, invece di criticare gli enti locali che si impegnano su questo fronte, dovrebbe far la propria parte affrontando il nodo delle risorse destinate all'aiuto pubblico allo sviluppo". "Spiace inoltre constatare che un tema così importante sia relegato ai margini anche del dibattito giornalistico. Senza un approfondito dibattito sui media e nel paese, sarà difficile persuadere il governo a mantenere gli impegni presi solennemente più volte in ambito internazionale". [AT]
Altre fonti: Action Aid International