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Unicef: 123 milioni di bambini non possono andare a scuola
Educazione allo sviluppo
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Nelle ultime settimane sono ricominciate le scuole in molti paesi, ma l'Unicef denuncia che circa 123 milioni di bambini quest'anno non entreranno in classe e probabilmente non ci andranno mai.
"Si tratta di una realtà scoraggiante, in un mondo dove l'educazione è considerata un diritto di tutti i bambini e le bambine" - ha detto Carol Bellamy, direttrice esecutiva dell'Unicef. "Ed e' un grande ostacolo per qualsiasi sforzo intrapreso per ridurre la povertà. Quanti piu' bambini escludiamo dalla scuola oggi, tanti piu' adulti analfabeti avremo. Bisogna cambiare le cose".
Secondo le stime dell'Unicef circa 46 milioni di bambini (per la maggior parte femmine) nell'Asia meridionale e altrettanti nell'Africa Subsahariana non sono mai andati a scuola (tre quarti della popolazione infantile mondiale vive in queste regioni). Circa 2,5 milioni di bambini che non vanno a scuola vive nei paesi industrializzati.
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Intanto, la scuola italiana diventa sempre più un laboratorio di interculturalità. Vent'anni fa gli alunni stranieri iscritti alle scuole pubbliche e private erano circa 6 mila; oggi sono quasi 182 mila (rappresentano il 2,3% degli alunni iscritti), e negli ultimi tre anni sono cresciuti ad un ritmo di 30-35 mila all'anno.
Una sfida interculturale che pero' non viene favorita dalla Legge Regionale n.12 del 4.8.2003 "Norme relative a certificazioni in materia di igiene e sanità pubblica", almeno per quel che riguarda la sanita'. La Asl di Milano ha comunicato ai capi d'istituto "l'impossibilità per l'Asl di farsi carico" dei presìdi sanitari delle scuole. "Spetta alle scuole - si dice nel comunicato - l'approvvigionamento dei presìdi o farmaci giudicati necessari per il primo intervento sanitario per alunni e personale". La Legge prevede inoltre alcune innovazioni che smantellano i controlli sanitari sui ragazzi e personale scolastico. Un esempio: il certificato di riammissione dopo i 5 giorni di assenza non è più ritenuto necessario, quindi la scuola non dovrà più richiederlo per riammettere l'alunno dopo l'assenza per malattia.
"In questa situazione di smantellamento della sanità scolastica si domanda Scuola Oggi - chi tutelerà i bambini stranieri, in continuo arrivo nelle scuole di Milano e provincia? In una situazione storico-sociale in cui il presidio sanitario nelle scuole andrebbe ulteriormente rafforzato, qui succede esattamente il contrario, come se non ci si rendesse conto della rilevanza di questo fenomeno". [MB]
Fonti: Redattore Sociale; UNICEF; Scuola Oggi.