Tav: Val di Susa, democrazia partecipata e violata

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Mentre i cittadini della Val di Susa presidiano a centinaia il cantiere di Venaus, fronteggiando agenti in assetto antisommossa, al Quirinale si celebra la Giornata della Montagna. Carlo Azeglio Ciampi nel suo discorso ha alluso alla questione della Tav, senza menzionarla esplicitamente, e ha deluso quanti si aspettavano dal presidente della repubblica un intervento a favore delle istituzioni locali e della difesa del territorio. Per Ciampi, ex governatore della Banca d'Italia, "la montagna va protetta, ma senza rimanere isolati dal resto dell'Europa". Per Ciampi la quadratura di questo cerchio sarebbe garantita dalle "nuove tecnologie" che permetterebbero di proteggere e rispettare l'ambiente senza venir meno alle politiche decise in ambito comunitario. "Non è proprio una benedizione sui cantieri, ma poco, molto poco ci manca" scrive la redazione di "Carta".

"Un intervento pesante, nel merito del modello di sviluppo del nostro Paese, quello del capo dello Stato" commenta l'associazione Idra. "Un intervento che sembra comunque non tener conto dei gravissimi precedenti fatti registrare dalla TAV nel Mugello a livello di ambiente, costi erariali e condizioni di lavoro". A quest'ultimo riguardo Idra si domanda: come mai non registriamo a oggi alcuna risposta all'appello lanciato al presidente della Repubblica dai lavoratori della TAV dopo che, il 20 febbraio 2001, egli aveva partecipato nel cantiere del Carlone - sotto i riflettori dei media nazionali - ai festeggiamenti per l'abbattimento di un diaframma di metà della galleria di Vaglia (l'altra metà era ancora da scavare), sulla tratta tuttora incompiuta Firenze-Bologna? Il 29 marzo 2001, il delegato sindacale dei lavoratori del Carlone indirizzò al capo dello Stato un appello a intervenire perché cessasse l'inferno del ciclo continuo e dell'emarginazione nei cantieri TAV.

Nella mattinata a Venaus si è tenuto un Consiglio comunale convocato al oltranza davanti al cantiere dove dovrebbero cominciare i lavori per la realizzazione del tunnel della Torino-Lione. 'Abbiamo deciso di riunire in piazza il Consiglio comunale come simbolo di democrazia'' ha dichiarato il sindaco Nilo Durbiano. 'Vogliamo anche - ha aggiunto il primo cittadino - manifestare la nostra solidarieta' alle popolazioni della Valle che risiedono nei luoghi interessati dai sondaggi che da settimane vedono le loro liberta' di movimento limitate a causa continui controlli da parte delle forze dell'ordine''. Poco dopo l'apertura, pero', il Consiglio comunale e' stato sospeso per un malore che ha colpito un manifestante. L'uomo e' stato subito soccorso e trasportato in ospedale con l'elisoccorso. Il Consiglio è proseguito con gli interventi istituzionali degli amministratori locali della Valsusa e quelli degli abitanti. Intanto la protesta si è estesa anche al traforo del Monte Bianco. Decine di persone con associazioni ambientaliste, hanno istituito un presidio sulla statale 26, a quache chilometro dall'imbocco delle tunnel, per solidarizzare con le popoalzioni valsusine in lotta contro la tav.

Presente in Val di Susa c'è anche Salvatore Amura, Coordinatore Nazionale Rete Nuovo Municipio, che definisce inconcebibile e incredibilmente miope quello che sta accadendo in Val di Susa. " Non si può accettare la militarizzazione della Valle, le cariche e le violenze gratuite contro cittadini inermi. E' chiaro che questi comportamenti sono coperti da istruzioni ben definite dagli alti comandi del Ministero degli Interni e che non è possibile continuare su questa strada". Un richiamo al dialogo e alla ricerca di confronto. Anche l'Arci prende posizione sulla situazione e sostiene le iniziative decise dalle comunità locali. "Nella valle va ripristinata immediatamente la legalità democratica, ritirando i militari che la presidiano e consentendo alle persone libertà di movimento" scrivono Paolo Beni, presidente nazionale Arci e Gabriele Moroni, presidente Arci Valle Susa. " Bisogna sospendere i lavori, aprire un confronto ampio e partecipato, prendere in esame gli studi di impatto ambientale e le varie proposte alternative che da tempo sono state predisposte e che non hanno trovato nessuna disponibilità ad essere discusse. E' finora prevalso un arrogante e inspiegabile atteggiamento di chiusura, che si conferma anche nella gestione di questa delicatissima fase".

La presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso dichiara che sulla TAV "la mediazione si può fare sul come e non sul se". Per l'associazione fiorentina Idra sarebbe interessante sapere cosa ne pensa, la presidente Bresso, dei disastrosi dati ambientali ed economici che i tunnel TAV propongono là dove vengono costruiti.

" Come mai la presidente della Regione Piemonte non commenta l'eloquente dossier di foto, cartografie e documenti istituzionali inviatole dalla Toscana dall'associazione ecologista Idra, che segue da undici anni la storia infinita dell'Alta Velocità, fin dentro le aule di giustizia nelle quali si sta celebrando il processo alle grandi imprese che l'hanno avuta in appalto? Secondo Idra per "evitare che il confronto si indurisca e ci siano problemi di ordine pubblico e di vivibilità in Valle di Susa", come la presidente Bresso auspica, sarebbe opportuno che la Regione Piemonte mostrasse capacità di ascolto e disponibilità al confronto sugli scenari concreti della TAV. Dati, tempi e cifre - sostiene Idra - parlano un linguaggio fin troppo chiaro: chi la conosce la evita! [AT]

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