Porte aperte: mai più nessuno al mondo tramerà così

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L'Ecoistituto delle Tecnologie Appropriate di Cesena, in collaborazione con Mustiola e l'associazione Civiltà Contadina propone una giornata di esperienze didattiche rivolte ai bambini e alle famiglie. Tema della giornata "laboriose mani creative: un cantiere aperto dimostrativo di lavorazione delle erbe palustri e spontanee per farne scope, stuoie, sedie, borse, vestiti, giocattoli.

Con cantiere aperto si intende il laboratorio delle tecniche
ottocentesche dell'utilizzo dell'erba di valle e del legno nostran
Tale laboratorio è tenuto in vita dagli ultimi artigiani che detengono inalterato il bagaglio tecnico delle arti manuali dell'utilizzo delle vegetazioni spontanee delle zone umide.
Queste persone, alcune delle quali molto anziane, prestano la loro opera volontaria dal 1985, con una assiduità pressochè continua, durante il periodo dei laboratori didattici rivolti
al mondo della scuola e a quello del turismo culturale.

I museo inizia la sua attività di ricerca e recupero nel 1985, con la finalità primaria di salvare e documentare un bagaglio di capacità e valori legati alla vita vissuta fra terra e valle. Particolare attenzione va alle antiche tecniche di lavorazione delle erbe palustri, sviluppatesi dal XIV secolo fino agli anni settanta, nella piccola comunità di Villanova di Bagnacavallo.
L㭀opera di ricerca, portata avanti dal gruppo di ricerca
dell㭀Associazione Culturale Civiltà delle Erbe Palustri, evidenzia
l㭀esigenza di non disperdere una varietà di tecniche di lavorazione di valore estremo, patrimonio generazionale che, estinguendosi porta con sè un㭀arte specifica, si potrebbe dire unica, di intrecciare e tramare le erbe di valle, con le sole mani o con l㭀ausilio di rudimentali attrezzi. Il Centro recupera: incastri, intrecci, tessiture, trame, torsioni, filature, realizzate con le vegetazioni spontanee delle zone umide cioè, erbe e legnami da utilizzo che crescevano nell'ambiente circostante.

Questa realtà museale, unica nel suo genere è allestita in
un edificio scolastico costruito alla fine del XIX secolo. E'
organizzata in sei ambienti, alle quali si aggiungono: un piccolo stagno e una sala didattica.

Specializzato in visite guidate, il museo non si propone come un immobile contenitore di cimeli, ma si avvale di un progetto dinamico, proponendo l'antropologia come materia viva e non come semplice esercizio della memoria.
L'itinerario comprende:
a) Sala didattica con audiovisivi: "Gli sfalcie le raccolte"; "I Capen";
"La vita la gente di un paese"
b) Antropizzazione del territorio "le bonifiche del Lamone"
c) Ricostruzioni ambientali che presentano momenti di vita e di
lavorazione delle cinque erbe vallive primarie e
del legno nostrano, paleria e sramatura (Laboratorio delle tecniche ottocentesche presentato dagli ultimi artigiani che detengono il bagaglio inalterato delle capacità manipolative delle erbe palustri)
d) Attrezzatura originale e produzione classica villanovese dell㭀intera gamma dei manufatti (periodo 1850-1970)
e) Retrospettiva fotografica
f) I giochi di una volta"
Il Centro viene inserito come completamento didattico per i progetti di educazione ambientale e negli itinerari
relativi alle acque interne nazionali, ed in particolare alle escursioni nel Parco del Delta del Po, essendo rimasto
l'ultimo baluardo d'Europa per quanto riguarda le arti manuali della lavorazione delle erbe palustri.

Fonte Gruppo di Ricerca sulle Tecnologie Appropriate

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