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Oneworld: incontrarsi come rete a New Delhi
Educazione allo sviluppo
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Il 18-21 marzo scorsi Pierino Martinelli di Unimondo ha partecipato in qualità di di Trustee del nostro portale al "Trustees Meeting della OneWorld International Foundation" tenutosi a New Delhi, unico meeting annuale dove i "consiglieri" proposti dai centri più alcuni altri della fondazione discutono dell'andamento della Fondazione OneWorld e di come svilupparla al meglio. Ecco la sua riflessione.
Incontrarsi a New Delhi. Muoversi da undici paesi del mondo per guardarsi in faccia, per parlarsi, può sembrare un controsenso nel mondo sempre più virtuale di Internet, dei nuovi media, della connettività onnipresente.
Soprattutto se quelli che si incontrano sono i rappresentanti di altrettanti Centri che hanno come loro missione l'utilizzo delle nuove tecnologie per supportare lo sviluppo sostenibile, la difesa dei diritti umani e dell'ambiente, la crescita dell'Uomo nel suo complesso.
Che hanno costruito negli anni una rete di siti Web interconnessi che rimandano da un capo all'altro del globo le notizie che non trovano spazio nei telegiornali, un po' coscienza e un po' megafono delle iniziative di centinaia di organizzazioni Partner che declinano con infinite sfumature la loro passione, la loro certezza che "un nuovo mondo è possibile".
Ma noi, che abbiamo nel DNA la consapevolezza dell'importanza dei nuovi media come strumenti per abbreviare le distanze, costruire consenso, aggregare la nostra società civile intorno alle grandi battaglie sociali, ambientali, pacifiste, umanitarie, sappiamo che nulla può arricchire come un incontro con un'altra Persona, di lingua e cultura diversa, che come noi crede e si batte per questo.
Per pensare insieme dove andare come Network, per esprimere nel concreto dei meccanismi di decisione il sempre più ampio radicamento nel Sud del mondo, per festeggiare l'apertura del nuovo Centro OneWorld in Indonesia e sentire la preoccupazione per la nostra assenza in altri luoghi "di fermento" come la Cina e il Medio Oriente. E farlo a Delhi, nel mezzo del paese di Gandhi, caleidoscopio di etnie e situazioni, che contrappone i centri di ricerca di eccellenza nell'Information Technology alla miseria dei milioni di poveri che vivono nelle strade delle sue megalopoli, ci costringe ad interrogarci con sana auto-coscienza sulla nostra "mission".
Ce lo chiede, fuor di metafora, appena al di fuori della sala con aria condizionata ed accesso ad Internet in banda larga in cui si svolge la nostra riunione, un nugolo di bambini che agli angoli delle strade, ad ogni ora del giorno e della notte, ti assaltano per chiedere l'elemosina, facendo a gara per mostrare il loro bisogno, un mondo di poveracci che dall'alba al tramonto si arrabattano per non morire di fame, un mondo di tesori artistici e di città caotiche che producono un'aria irrespirabile, un mondo dove una donna è stata primo ministro e dove esistono ancora gli "intoccabili" che contano meno della bicicletta con cui il guidatore di risciò si guadagna da vivere.
Insomma uno specchio del nostro mondo, delle sue battaglie, delle sue contraddizioni e delle sue speranze, di quello di cui, nel suo piccolo, vuole essere portavoce Unimondo.
Pierino Martinelli