Mondo: più grassi, più ricchi e meno felici

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Da trent'anni il Worldwatch Institute mette in risalto, nelle sue ricerche, le contraddizioni e le ineguaglianze che caratterizzano la società mondiale. L'annuale "State of the World", da poco presentato, quest'anno è stato dedicato ai consumi.

"Più ricchi, più grassi ma non più felici". Questo è il motto con il quale si potrebbe descrivere in modo efficace la società dei consumi, che rappresenta oramai, secondo Worldwatch, il 25% della popolazione mondiale. L'appetito del consumo non solo rischia d'essere una promessa inesaudita di felicità ma mette enorme pressione sull'ambiente e sulla fetta sempre più ampia di popolazione mondiale che vive in stato di indigenza e povertà. Lo ha affermato alla presentazione del rapporto Christopehr Flavin, Presidente di Worldwatch.

Secondo il rapporto "State of the world" negli ultimi anni 1,7 miliardi di persone hanno adottato uno stile di vita comparabile a quello che nell'ultimo secolo era destinato solo ai cittadini europei, a quelli statunitensi ed ai cittadini del Giappone. Ma le forti disuguaglianze permangono. Il 12,5% della popolazione mondiale consuma il 60% delle risorse. Al terzo di umanità che vive nell'Africa sub-sahariana e nell'Asia meridionale è destinato invece solo il 3% delle risorse mondiali.

Worldwatch riporta poi alcuni dati che impongono una rilfessione sul modello consumistico. Tra questi quello sulle immatricolazioni in USA. Negli Stati Uniti vi sono infatti più macchine in circolazione che persone con la patente. "Questi livelli di consumo hanno paradossalmente effetti negativi anche su coloro i quali sono in cima alla piramide" ha ricordato Flavin "si riscontrano sempre più spesso problemi legati all'obesità, i cittadini sono sempre più indebitati, il tempo destinato e se stessi è sempre meno, si vive in un ambiente degradato".

Il rapporto mette inoltre in risalto che i consumi stanno radicalmente aumentando anche in Paesi tradizionalmente considerati "in via di sviluppo". "Se il consumo medio di un cinese o un indiano è ancora sensibilmente inferiore a quello di un europeo" afferma Lisa Mastny, a capo della realizzazione del rapporto annuale di Worldwatch "la Cina e l'India hanno un livello di consumi in termini assoluti superiore a quello dell'intera Europa".

Nel rapporto non si stigmatizza il consumo in sé, ma si cerca di far crescere una consapevolezza sulla necessità di non oltrepassare i limiti e fare in modo che lo sviluppo sia sostenibile ed ecocompatibile. "Se riusciremo ad andare incontro alla soddisfazione globale dei bisogni fondamentali, a migliorare l'assistenza sanitaria, a tutelare l'ambiente significherà che siamo riusciti a controllare il consumo e non essere controllati da quest'ultimo", ha concluso Flavin. [DS]

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