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Italia: è nata la Coalizione italiana contro la povertà
Educazione allo sviluppo
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"L'Italia è l'ultimo Paese d'Europa nel sostegno ai Paesi poveri, allo stesso livello degli Stati Uniti; non ha agenzie né un apposito ministero per l'aiuto allo sviluppo, né tantomeno un dibattito politico su questi temi cruciali: per questo oggi ho voluto essere a Roma al lancio della "Coalizione italiana contro la povertà": lo ha detto all'agenzia Misna Eveline Herfkens, coordinatrice esecutiva della Campagna Onu per gli otto Obiettivi di sviluppo del Millennio, che si propone di sradicare la miseria entro il 2015. "Anni fa il governo italiano si impegnò a destinare lo 0,33% del Pil (Prodotto interno lordo) alla lotta alla povertà: oggi ne stanzia la metà. Questo sforzo va raddoppiato" prosegue Herfkens, fino al 2002 ministro olandese alla Cooperazione allo sviluppo. "Vorrei vedere azioni concrete, sia a livello di bilancio statale che legislativo, con una nuova legge sulla cooperazione che l'Italia attende da troppo" dice ancora all'agenzia Misna la delegata del segretario generale dell'Onu Kofi Annan.
Una prima risposta - in attesa che le autorità mantengano gli impegni assunti a livello internazionale nel 2000 - arriva intanto dalla società civile, che ieri a Roma ha presentato la Coalizione italiana contro la povertà: decine di organizzazioni non governative (ong), movimenti, unite nello stesso sforzo. Non è la prima volta che diverse espressioni della società civile si riuniscono per sensibilizzare l'opinione pubblica su temi di interesse sociale. E' però la prima volta che così tante organizzazioni provenienti da realtà ed ambiti molto diversi fra loro decidono di unirsi per dare vita ad una "coalizione italiana" che, ad una sola voce, risponde alla "Global Call to Action Against Poverty", lanciata lo scorso febbraio al Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre.
"È una grande mobilitazione di realtà diverse tra loro, ma accomunate dalla convinzione che raggiungere gli obiettivi del Millennio dell'Onu non sia più derogabile" - ha spiegato alla Misna Sergio Marelli, presidente dell'Associazione delle ong italiane e direttore generale di 'Volontari nel mondo-Focsiv'. "Sconfiggere la povertà non è urgente solo per i due miliardi di persone del Sud del Mondo, ma anche nel nostro emisfero: una ricerca del 'Census Bureau' statunitense dimostra che negli Usa 39 milioni di persone vivono sotto la soglia di sussistenza" - aggiunge Marelli, che porta al braccio la fascia bianca dell''Appello all'azione contro la povertà. "A pochi mesi dell'Assemblea Generale dell'ONU che si terrà l'autunno prossimo a New York, e che farà il punto sullo stato di attuazione degli Obiettivi del Millennio - nota Marelli - possiamo affermare che gli impegni internazionali assunti dai leader mondiali cinque anni fa, sono ancora lontani dall'essere rispettati". "Il nostro Governo - continua Marelli - non può non considerare la ragionevolezza delle richieste avanzate dai milioni di cittadini da noi rappresentati, né la politica rimanere sorda di fronte alle aspettative della comunità internazionale che chiede soprattutto di non dimenticare lo spaventoso numero - 24.000 persone, secondo stime recenti - di vittime ordinarie di fame e miseria in ogni parte del mondo".
"Tutte le altre strade - gli ha fatto eco Flavio Lotti, della Tavola della pace, stessa banda bianca annodata alla camicia - le abbiamo già percorse: l'unica alternativa è la pressione per chiedere a governo, ministri, deputati di mantenere le promesse assunte in sede internazionale". Una richiesta rilanciata, tra gli altri, da Mani Tese, Forum del Terzo settore, Tavola della Pace, Movimondo, Sdebitarsi, Coopi, Cesvi, Cgil, Cisl, Legambiente, Acli, Agesci, Aifo, Amici dei Popoli. L'Italia è 'maglia nera' dell'Ue, come dimostra una recente indagine coordinata da 'Action Aid International', secondo la quale solo lo 0,57 per cento degli aiuti italiani (contro il 19% dei Paesi Bassi o l'11% della Francia) è destinato ai servizi sanitari e scolastici di base dei Paesi poveri destinatari del sostegno economico. "Tocca alla gente e all'opinione pubblica - conclude Lotti - imporre nell'agenda politica questi temi decisivi per il futuro dell'umanità". [GB]