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I distretti dell'economia solidale
Educazione allo sviluppo
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A Civitas è stata lanciata dalla cooperativa Mag 2 l'idea dei distretti dell'ecnomia solidale per un nuovo modello sviluppo del Nord Est. A livello nazionale la Rete di Lilliput promuove dal 31 maggio all'8 giugno la seconda settimana dell'impronta ecologica.
Il termine distretto rimanda immediatamente al modello di sviluppo del Nord Est e sembra quanto di più lontano dall'idea dell'economia sociale. Eppure è proprio così che il gruppo di lavoro per le RES (Rete economia solidale) ha deciso di chiamare le future reti locali tra soggetti attivi nell'economia solidale. Forse per stimolare il dibattito, forse per far comprendere che vi è "un altro modo" per fare distretto, per potenziare le risorse e le relazioni sul territorio. "Si tratta in ogni caso di attività economiche che però si basano su tre concetti fondamentali: il locale, la sostenibilità ecologica e la sostenibilità sociale" spiega Giovanni Acquati, presidente della cooperativa Mag 2, società impegnata nel settore della finanza etica, intervenuto a Civitasper lanciare l'idea di questi distretti. "L'idea di distretto serve per rompere l'autoreferenzialità nella quale ciascuno dei soggetti che si occupano di economia solidale è rinchiuso, per potenziare le risorse di ciascuno" ha affermato Acquati che ha poi concluso ricordando come "un progetto di questo tipo non può che iniziare con un censimento dell'esistente". Il percorso è iniziato l'ottobre scorso con un seminario tenutosi a Verona e promosso dal Gruppo di Lavoro Tematico "Impronta Ecologica e Sociale" della Rete di Lilliput e preparato insieme a diverse organizzazioni che operano nel campo della economia solidale ed intende al più promuovere alcune esperienze sul territorio grazie nelle quali esperienze come il commercio equo e solidale, il turismo responsabile, i bilanci di giustizia, il risparmio etico, i gruppi di acquisto solidale, i sistemi di scambio locale, le cooperative sociali riescano effettivamente a fare "distretto".