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Giornata della donna: fermare discriminazioni e violenze
Educazione allo sviluppo
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In occasione della "Giornata internazionale della donna" che quest'anno verte sul tema "Investire su donne e fanciulle", il Segretario generale dell'Onu Ban Ki-Moon nel suo messaggio per il centenario della Giornata afferma che "investire sulle donne non è solo la cosa giusta da fare, è la cosa intelligente". "Sono convinto che, nelle donne, il mondo abbia a disposizione il potenziale più significativo e tuttavia più largamente inutilizzato per lo sviluppo e la pace" - ha detto Ban Ki-Moon nel suo messaggio ricordando il successo del microcredito e invitando tutta la comunità internazionale a "mobilitare le forze di cambiamento a livello globale e a valorizzare i risultati a livello regionale".
Anche l'Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) ha ricordato che "il microcredito è davvero il barlume di speranza, la sola via d'uscita dalla povertà" per molte donne. Anche grazie al microcredito oggi lavorano 1,2 miliardi di donne contro le 200 milioni di lavoratrici di un decennio fa. Tuttavia le donne continuano a costituire solo il 40% della forza lavoro e "restare fuori dalla forza lavoro spesso non è una scelta ma un'imposizione".
L'Alto Commissario per i diritti umani, Louis Arbour, ha denunciato che "molti stati non stanno adempiendo le loro promesse di riformare le loro leggi e sradicare le discriminazioni istituzionali": in alcuni paesi alle donne viene impedito di mantenere il proprio nome, in altri di avere diritti su terreni o di ereditare proprietà, in altri ancora non hanno libertà di movimento se non accompagnate da uomini o non possono ricoprire incarichi pubblici.
ActionAid ricorda che la dicriminazione nei confronti delle donne è una delle principali cause della povertà estrema. "Fino a quando i diritti delle donne non saranno riconosciuti dalle istituzioni come centrali per il perseguimento di programmi di sviluppo sostenibili ed efficaci e le discriminazioni di genere non verranno assunte come elementi di comprensione irrinunciabile delle realtà locali in cui si opera, non ci saranno passi avanti significativi nella lotta alla povertà" - afferma ActionAid che per la Giornata ha presentato il primo rapporto sul tema dei diritti delle donne "La dimensione di genere nella cooperazione allo sviluppo" svolto in collaborazione con il CIRPS-Sped (Centro Interuniversitario di Ricerca per lo Sviluppo sostenibile), Università "Sapienza" di Roma. Sono le donne a subire le conseguenze più severe di povertà, analfabetismo, guerre e ad essere le vittime dei più odiosi abusi dei diritti umani. Le donne costituiscono, infatti, il 70% della popolazione mondiale che vive nella povertà estrema e l'80% delle vittime di tratta: per questo - afferma ActionAid - diritti delle donne devono essere riconosciuti dalle istituzioni come centrali per il perseguimento di programmi di sviluppo sostenibili ed efficaci.
L'Unicef richiama l'attenzione sulla necessità di interventi per migliorare la salute materna e aumentare la scolarizzazione delle bambine. In Africa Occidentale e Centrale in media il rischio che una donna muoia di parto è di 1 su 17, contro 1 su 8.000 nei Paesi industrializzati: si stima che attualmente una donna in gravidanza su quattro non riceva alcuna assistenza prenatale e che oltre il 40 % partorisca senza l'assistenza di personale qualificato. In Somalia l'Unicef sta affrontando alcuni dei fattori che impediscono alle bambine di frequentare la scuola, compresa la carenza di impianti igienici, con il programma "Go to school" (Andiamo a scuola), finanziato anche dalla Cooperazione italiana allo sviluppo.
Amnesty International con la campagna 'AmnestyKids' chiede ai governi e alle autorità scolastiche di ogni parte del mondo di adottare misure concrete per porre fine alla violenza contro le bambine specialmente all'interno delle scuole. In un rapporto pubblicato oggi, intitolato "Scuole sicure, un diritto per tutte le bambine", Amnesty International descrive come dal Messico alla Cina le bambine vanno costantemente incontro al rischio di essere assalite, molestate, intimidite mentre si recano a scuola o all'interno degli edifici scolastici. Le bambine che soffrono la violenza più delle altre appartengono spesso a specifici gruppi, come le minoranze etniche, le lesbiche o le persone diversamente abili.
E l'Associazione per i Popoli Minacciati ha lanciato una campagna di sensibilizzazione sulle Olimpiadi in Cina con particolare risalto per il tragico destino delle donne appartenenti a minoranze etniche e religiose nel paese asiatico. In attesa delle Olimpiadi, quasi ogni settimana in Cina vengono arrestate, maltrattate, torturate e/o condannate ai lavori forzati donne solo in base al loro credo religioso o per la loro appartenenza etnica: cristiane, appartenenti al movimento religioso dei Falun Gong, Tibetane, Uigure e Mongole subiscono tutte le stesse identiche violazioni dei più elementari diritti umani. [GB]