Doha: 'Help local trade' al vertice Ong su 'finanza per lo sviluppo'

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Prende il via oggi a Doha - alla vigilia della 'Conferenza internazionale sulla Finanza per lo sviluppo' - il Controvertice di cinquecento rappresentanti delle ong e delle organizzazioni della società civile tra cui la coalizione italiana 'Help local trade' che riunisce diverse Ong italiane per ribadire l'idea che il cosidetto "libero commercio" non rappresenta di per se' la panacea per tutti i problemi economici e sociali, soprattutto nei Paesi più poveri e che anzi esso sia all'origine di parte degli squilibri globali attuali.

In questo fine settimana - dal 29 novembre al 2 dicembre - si tiene infatti a Doha in Qatar la 'Conferenza internazionale sulla Finanza per lo sviluppo' promossa dalle Nazioni Unite con la partecipazione prevista di oltre quaranta capi di Stato e di governo, di ministri e rappresentanti delle agenzie di sviluppo. La conferenza - che fa parte del "Monterrey Consensus" delle Nazioni Unite arriva un un "momento molto difficile dell'economia mondiale"- ha affermanto Kemal Dervis, Administrator del 'Programma Onu per lo Sviluppo' (UNDP) in una conferenza stampa a New York.

"L'argomento è spinoso: si vuole verificare, a partire da sei tavoli di confronto, l'efficacia di tutte le iniziative di finanziamento finalizzate alla cooperazione internazionale e alla lotta alla povertà nel pianeta" - afferma la coalizione 'Help local trade'. Tutto questo in un contesto di una profonda crisi del sistema economico e finanziario mondiale. "Coloro che hanno prodotto la crisi, ovvero le grandi istituzioni finanziarie che hanno governato la globalizzazione, non possono essere gli stessi che troveranno una soluzione" - ribadisce la coalizione. Lo dimostra la parabola del ciclo dei negoziati commerciali dell'Organizzazione Mondiale del commercio rilanciati proprio a Doha nel 2001 con l'idea, dopo l'attacco alle Torri gemelle, di garantire maggior benessere e stabilità con il semplice abbattimento di dazi e dogane. Sono a tutt'oggi in stallo e a partire dall'Europa si invoca la moltiplicazione di fondi che attutiscano l'impatto della concorrenza selvaggia.

"C'è bisogno di nuove regole, anche nelle politiche di aiuto allo sviluppo guidate anch'esse fino ad oggi - come il commercio, la finanzia e gli investimenti - dal paradigma neoliberista" - sostiene la coalizione italiana. Proprio per questo già da oggi oltre cinquecento rappresentanti delle ong e delle organizzazioni società civile di tutto il mondo sono a Doha per dibattere, in un proprio controvertice, un'agenda di interventi urgenti da sottoporre ai propri Governi.

La coalizione italiana 'Help local trade' - formata dal Centro internazionale Crocevia, M.A.I.S., Mani Tese, Servizio Civile Internazionale, Campagna per la riforma della Banca Mondiale, Fair e FairWatch - metterà oggi online il primo 'Policy paper' che evidenzia l'importanza di esperienze pilota come quelle delle economie solidali, del commercio equo e della finanza etica e che spiega quanti fondi vengono destinati ogni anno agli Aiuti al commercio e se servono davvero.

Intanto dagli Stati Uniti arriva la notizia che i vertici di Banca mondiale e Fondo monetario internazionale (FMI) non si recheranno a Doha - riporta la CRBM. Robert Zoellick e Dominique Strauss-Kahn, rispettivamente presidente della Banca mondiale e direttore generale dell'FMI, hanno sì assicurato la presenza di "delegazioni di alto livello", con alcuni dei massimi dirigenti delle due istituzioni, però hanno ufficialmente fatto sapere che loro non hanno alcuna intenzione di andare a parlare di come trovare fonti innovative di aiuti allo sviluppo dei Paesi poveri. L'assenza dei due "capi" delle istituzioni di Bretton Woods è stata presa molto male dalle alte sfere del Palazzo di Vetro, che considerano il gesto come una sorta di offesa rispetto all'invito per Doha presentato da parte del Segretario Generale Ban Ki-moon. [GB]

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