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Cooperazione: rapporto delle Ong all'Ue, allarme tagli in Italia
Educazione allo sviluppo
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Diverse Ong europee e internazionali hanno presentato ieri a Bruxelles il rapporto 2008 sui diritti umani e politiche degli aiuti dell'Unione Europea. Il rapporto è stato redatto dalla Federazione Internazionale Terre des Hommes, Action Aid International, l'ufficio europeo di Amnesty International e IHRN (International Human Rights Network - Network internazionale per i Diritti Umani) e si intitola "Human Rights-Based Approaches and European Union Development Aid Policies 2008". Passa in rassegna le politiche di sviluppo dell'Unione Europea, evidenziando come anche in importanti documenti esse non riflettano con coerenza i principi contenuti negli accordi internazionali sui diritti umani e altri principi legali in vigore nell'ambito dello sviluppo basato sui diritti umani. "In particolare - dichiarano i promotori - il documento generale di politiche per lo sviluppo dell'Unione Europea non riesce a fissare un impegno chiaro e accurato per le politiche di sviluppo basate sui diritti umani, o a riconoscere il rispetto dei diritti umani sia come il mezzo che come l'obiettivo degli aiuti allo sviluppo dell'Unione Europea". Tra le raccomandazioni delle Ong vi è quella che i processi futuri di formulazione e il contenuto delle politiche per lo sviluppo tengano conto dell'approccio basato sui diritti umani compresa l'accuratezza dei termini legali.
Intanto il presidente del Comitato di Aiuto allo sviluppo dell'Ocse (Dac), Eckhard Deutscher, incontrando nei giorni scorsi alla Farnesina il direttore generale della Cooperazione allo sviluppo, Elisabetta Belloni, ha auspicato che il dibattito sulla riforma della cooperazione "oltre al governo coinvolga attivamente anche Parlamento e società civile" riporta l'agenzia Agi. Un passo "necessario" per l'Italia - ha sottolineato il funzionario Ocse - in un contesto internazionale caratterizzato da "sfide enormi per il prossimo futuro come il surriscaldamento globale, che saremo in grado di fronteggiare solo con strategie comuni e ben armonizzate". Quello che occorre oggi, "anche in Italia - ha aggiunto - è una nuova cultura della cooperazione accompagnata da una strategia sempre più unitaria e meno frammentata", perché ormai è chiaro che il raggiungimento degli Obiettivi del Millennio "non è un gesto di beneficenza verso i più poveri, ma un investimento per il futuro dell'intera umanità'". Fondamentale, dunque per il presidente dell'Ocse-Dac, che i Paesi donatori mantengano gli impegni presi non solo sulla quantità, ma anche sulla qualità degli aiuti, a partire dalla conferenza di Accra di inizio settembre, oltre al rafforzamento di "una gestione equa e trasparente".
Oggi le Ong italiane del Cini (ActionAid, Amref, Save the Children, Terre des Homme, Vis e Wwf) in una conferenza stampa al Senato hanno richiamato l'allarme per i tagli alla Cooperazione previsti nella Finanziaria 2009. Pochi giorni fa è iniziata la discussione della legge che prevede consistenti tagli alle risorse governative per l'aiuto pubblico allo sviluppo. "Vogliamo fare in modo che quello che accade non accada più nel totale silenzio" - ha detto a Palazzo Madama la portavoce del Cini, Maria Egizia Petroccione. Le previsioni sono che la cooperazione allo sviluppo subirà un taglio di 411 milioni di euro, oltre il 56 per cento in meno rispetto alle disponibilità del 2008, e potrà dunque fare affidamento solo su 321 milioni di euro. Si tratta del minimo finanziario dal 2000 e corrisponde alla metà delle risorse investite nel 2001.
"E' inaccettabile - ha proseguito Petroccione - questa manovra che non tiene affatto conto degli impegni che l'Italia ha preso in ambito internazionale ed europeo per la cooperazione allo sviluppo, alla vigilia del G8 di cui avrà la presidenza, e della valutazione dei risultati conseguiti dall'Italia rispetto agli Obiettivi del Millennio. Il Cini chiede che si mettano a disposizione più fondi, puntando a mantenere i livelli dello scorso anno, perché 'il vero volto dei tagli' è quello dei milioni di persone che ne subiranno le drammatiche conseguenze e le migliaia di piccole e grandi attività che si devono e possono fare nei paesi destinatari". [GB]