Brasile: concluso col Consensus il vertice Unctad XI

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Il documento di 24 pagine che chiude il Vertice dell'UNCTAD XI è stato adottato dopo diverse controversie, in particolare tra paesi in via di sviluppo e paesi occidentali. Il "San Paulo Consensus" contiene un'analisi politica e suggerimenti rispetto a quattro temi: strategie di sviluppo in un mondo globalizzato; costruzione di capacità produttive e competitività internazionale; assicurare vantaggi di sviluppo dal sistema commerciale internazionale; e la partnership per lo sviluppo. Tra gli argomenti più dibattuti in primo luogo lo spazio politico, poi la govrenance, la responsabilità sociale di impresa, i meccanismi finanziari innovativi, le azioni commerciali unilaterali e coercitive, ed il ruolo dell'UNCTAD nel processo di riforma dell'ONU.

I rappresentanti dei Paesi in via di sviluppo si sono detti piuttosto soddisfatti di questo testo - nota l'Osservatorio sul commercio mondiale Tradewatch. Particolare la soddisfazione dei PVS per quanto riguarda il riconoscimento dello "spazio politico", cioè della necessaria flessibilità e spazio per perseguire le proprie politiche. Uno spazio che era stato eroso dai recenti accordi commerciali internazionali e potrebbe esserlo ulteriormente in futuro. I paesi occidentali, USA in testa, erano preoccupati che questa dichiarazione finale avrebbe potuto influenzare i futuri negoziati per un'ulteroire liberalizzazione e privatizzazione, in primo luogo nel Wto ma poi anche in riferimento ai piani di aggiustamento strutturale ed alle condizionalità per i prestiti di Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale. Il testo finale dà ragione ai Paesi in via di sviluppo, e al paragrafo 8, viene per la prima volta riconosciuto che "è partcolarmente importante per i PVS, tenendo presenti gli obiettivi e le finalità di sviluppo, che tutti i Paesi considrino la necessità di un adeguato bilanciamento tra uno spazio per il perseguimento delle politiche nazionali e direttive e impegni internazionali".

Anche sul ruolo futuro dell'UNCTAD, nel commercio internazionale e nell'ambito della riforma dell'Onu il testo riflette in gran parte le aspettative dei PVS, seppure con qualche modifica rispetto al testo origniariamente proposto. Un altro aspetto essenziale riguardava il tema della responsabilità sociale di impresa (RSI). I PVS chiedevano all'UNCTAD il riconoscimento della responsabilità delle imprese multinazionali. Secondo diverse Ong, il testo originale era troppo debole, rispetto ad esempio al piano di azione deciso durante il Summit di Johannesburg sullo sviluppo sostenibile. Anche questo testo è stato però duramente criticato dagli Usa, il che ha portato ad un ulteriore indebolimento del testo.

Gli Usa si sono anche opposti ai paragrafi 22, 69 e 80, proposti dal G77, sulla necessità di eliminare l'utilizzo continuo di misure economiche e commerciali coercitive contro i PVS, come ad esempio delle sanzioni, ed in violazione della Carta dell'ONU e dei regolamenti Wto. Il testo finale in questo caso recepisce, almeno in parte, le richieste del gruppo di PVS. Nel paragrafo 20, anche questo a lungo discusso, viene riconosciuta la necessità che i paesi sviluppati assistino i PVS fornendo adeguato aiuto tecnico e finanziario e rispettino l'obiettivo dello 0,7% di aiuto pubblico allo sviluppo. E' esplicitamente dichiarato che questo aiuto pubblico allo sviluppo non dovrebbe comprendere le misure di annullamento del debito estero (vedi caso italiano...).

I PVS avrebbero anche voluto aggiungere, al termine del paragrafo, una dichiarazione secondo sui meccanismi finanziari innovativi per uno sviluppo sostenibile, ma gli Usa si sono nuovamente opposti, argomentando che "meccanismi finanziari innovativi" avrebbe potuto includere meccanismi come la Tobin Tax. Alla fine è passato un testo molto più debole, che che apre la possibilità all'"esplorazione" di meccanismi finanziari volontari atti a sostenre gli sforzi per uno sviluppo sostenibile e per eradicare la povertà".

Nata nel 1964, l'UNCTAD (Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo) riunisce ogni quattro anni ministri e rappresentanti del commercio di 192 paesi. [GB]

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