#LasMujeresQueremos: cosa chiedono le donne guatemalteche

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Foto: Facebook.com

È partita il 27 novembre da San Martín Jilotepeque, una piccola cittadina nella regione del dipartimento di Chimaltenango, in Guatemala, la campagna #LasMujeresQueremos dell’UNAMG (Unión Nacional de Mujeres Guatemaltecas).

Vivere in pace, sicurezza e stesse opportunità per tutti e tutte sono solo alcune delle richieste della campagna che punta ad  attraversare il Paese passando da Sololá, Izabal, Alta Verapaz e nella capitale di Città del Guatemala.

“Questa campagna - raccontano le volontarie a Unimondo.org - così come altre che abbiamo organizzato in passato, è pensata per  denunciare la nostra condizione e lottare per costruire un Paese diverso dove ci sia equità e giustizia sociale. Le campagne di comunicazione ci permettono di rendere visibili le voci delle donne, delle contadine, delle collaboratrici domestiche, delle dipendenti pubbliche, delle donne indigene, meticce, giovani e adulte”.

L'UNAMG è un'organizzazione con una lunga storia di attivismo, iniziata nel 1976 e proseguita anche negli anni '80, quando alcune delle donne impegnate nell’associazione furono  esiliate  a causa della repressione politica. Dopo la firma degli Accordi di Pace in Guatemala nel 1997, seguiti alla lunga guerra civile, l'organizzazione “si è posta come obiettivo prioritario quello di contribuire al rafforzamento del soggetto politico collettivo come donne”.

La nuova campagna #LasMujeresQueremos punta prima di tutto a conoscere la diversità di tutte le voci femminili che compongono la società, a capire quali sono i loro bisogni principali, ma anche a proporre possibili soluzioni, di cui chi si chiede allo  Stato di farsi garante.  “Vogliamo - continuano -contribuire alla costruzione di una consapevolezza critica sulla realtà che vivono le donne nelle diverse parti del Paese” 

Le richieste spaziano su vari aspetti: dall’accesso all’acqua, visto che il 42% delle case rurali non dispone di tubature, alla diffusione di percorsi di educazione sessuale e riproduttiva, al salario degno, alla sicurezza, alla possibilità di costruire alloggi in terreni idonei, fino all’assistenza per una maternità sicura e consapevole. 

La campagna punta poi sull’istruzione, che dovrebbe avvenire per tutte le donne indigene nella propria lingua materna. “Noi donne indigene - dicono - ci confrontiamo con moltissime barriere nel nostro percorso formativo e abbiamo tre volte più possibilità di vivere in condizioni di povertà estrema rispetto alle nostre colleghe bianche”. 

Il Guatemala si è attestato nel 2023 al 117esimo posto su 146 Paesi  (era al 113 nel 2022) nella classifica sulla parità di genere. Il Global Gender Gap Report 2023, rapporto realizzato ogni anno dal World Economic Forum, si basa su quattro dimensioni chiave (la partecipazione e l'opportunità economica, l'istruzione, la salute e il benessere e l'empowerment politico) che tracciano e delineano la strada da percorrere per il progresso nell'uguaglianza di genere.

Nella Regione Centro-Sud Americana il Guatemala, insieme al Belize e al Paraguay ha realizzato il tasso di miglioramento più basso dal 2017. In generale, secondo le rilevazioni del rapporto, con l'attuale tasso di progresso, l'America Latina e i Caraibi impiegheranno 53 anni per raggiungere la parità di genere. 

Alice Pistolesi

Giornalista, è laureata in Scienze politiche e Internazionali e in Studi Internazionali all’Università di Pisa.  Viaggia per scrivere e per documentare, concentrandosi in particolare su popolazioni oppresse e che rivendicano autonomia o autodeterminazione. È redattrice del volume Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo e del sito Atlanteguerre.it dove pubblica dossier tematici di approfondimento su temi globali, reportage. È impegnata in progetti di educazione alla mondializzazione e alla Pace nelle scuole e svolge incontri formativi. Pubblica da freelance su varie testate italiane tra le quali Unimondo.org.

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