La Francia in crisi: una potenza nucleare davanti a un'incognita

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Foto: Unsplash.com

Di Maurizio Sacchi

L’ 11 ottobre in Francia   il Primo ministro dimissionario Sebastien Lecornu ha accettato un nuovo mandato, alla ricerca di un  “compromesso”, un estremo tentativo per evitare la “dissoluzione” e lo scioglimento dell’Assemblea nazionale e scongiurare la prospettiva di urne anticipate. Opzione invocata dal Rassemblement National (Rn), favorito nei sondaggi in caso di ritorno alle urne, e dalla sinistra radicale di Jean-Luc Mélenchon (La France Insoumise). Prospettiva che rischia di lasciare la Francia senza una legge di bilancio entro la fine dell’anno, di fronte a un  deficit economico colossale. D’altra parte, il brevissimo tentativo precedente di Lecornu é naufragato  anche per ‘inclusione nel governo  di Bruno Le Maire, l'ex ministro delle Finanze ampiamente ritenuto responsabile dell'aumento del debito francese a 4.000 miliardi di dollari durante il suo mandato di sette anni.

L'Assemblea Nazionale, o Camera bassa, è divisa in tre : l'estrema destra nazionalista di Marine Le Pen, la sinistra e l'estrema sinistra rappresentate da Jean-Luc Mélenchon e un centro indebolito che per di più si è allontanato dal suo referente iniziale, lo stesso presidente Macron.  Infatti i Repubblicani hanno già annunciato che non sosterranno quest’ultimo tentativo di dare un governo alla Francia. Oltre alla richiesta di nuove elezioni si fa sempre più strada l’ipotesi delle dimissioni di Emmanuel Macron, 18 mesi prima dello scadere del suo mandato. In conclusione, una crisi totale, alla quale non si vede per il momento una soluzione.

Ma cosa significa questa crisi al di fuori dai confini francesi? In che modo gli equilibri, europei e non solo, possono venirne alterati? Ricordiamo fra l’altro che Lecornu é stato Ministro della difesa, e che dopo l’uscita della Gran Bretagna dall’Ue, la Francia é l’unico Paese dell’Unione a possedere l’atomica. La Francia possiede attualmente 290 testate nucleari. La strategia di deterrenza nucleare francese, in continuo sviluppo dagli anni '60, si basa su due pilastri: mare e aria. L'assenza di una componente terrestre significa che il Paese ha abbandonato la classica triade nucleare. La Francia ha invece dato priorità alla mobilità, alla segretezza e all'indipendenza politico-operativa. Il suo intero arsenale nucleare rimane al di fuori delle strutture NATO e sotto il controllo esclusivo del Presidente della Repubblica...

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