Colombia: le migranti venezuelane tra povertà, abusi e tratta (4)

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Foto: Alice Pistolesi ®

Essere donne migranti espone ad un gran numero di pericoli. Per fuggire alla povertà è più che concreto il rischio di finire vittime di abusi o nella rete della tratta, che in Colombia coinvolge attivamente le formazioni criminali attive nel Paese. La quarta puntata del reportage dalla Colombia.

Fermata Esperanza. Il nome è evocativo, perché, tra le altre cose, è proprio di speranza che c’è bisogno. Già di prima mattina decine di persone attendono che il centro di attenzione per migranti venezuelani ‘Centro de Esperanza’ di Cucuta apra. Il centro, con il quale Intersos collabora, si occupa di quello che viene definito il flusso migratorio misto: persone in transito, pendolari o stanziali. Ma l’attenzione particolare va alle donne e ai bambini, “la popolazione più indifesa, più vulnerabile”.

Il Centro de Esperanza

Uno dei programmi del centro coinvolge 520 bambini che vivono in Venezuela e tutti i giorni attraversano il confine per studiare in Colombia. “Cerchiamo di capire – ci spiega Jair Antonio Garson Lopez, il coordinatore del Centro de Esperanzia – come questi bimbi vedono il proprio futuro. All’inizio del programma ho chiesto a tutti cosa volessero fare da grandi. C’era chi rispondeva di voler fare il venditore ambulante, chi il borseggiatore, chi non sapeva cosa immaginarsi. Dopo alcuni mesi le risposte erano ben diverse: si sogna di diventare medici, psicologi, oppure coordinatori di centri come questo. In così poco tempo si sono resi conto che ci può essere qualcosa di migliore per il loro futuro”. Nel centro ci si occupa di pianificazione familiare, nutrizione, salute, servizi medici e di consulto psicologico. Nel settembre sono state 2616 le persone accolte, di cui più della metà donne. Prima della pandemia erano molte di più.

L'articolo di di Alice Pistolesi da Cucuta (Colombia) segue su Atlanteguerre.it

Alice Pistolesi

Giornalista, è laureata in Scienze politiche e Internazionali e in Studi Internazionali all’Università di Pisa.  Viaggia per scrivere e per documentare, concentrandosi in particolare su popolazioni oppresse e che rivendicano autonomia o autodeterminazione. È redattrice del volume Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo e del sito Atlanteguerre.it dove pubblica dossier tematici di approfondimento su temi globali, reportage. È impegnata in progetti di educazione alla mondializzazione e alla Pace nelle scuole e svolge incontri formativi. Pubblica da freelance su varie testate italiane tra le quali Unimondo.org.

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