Rete Disarmo: “No all’intervento militare in Libia"

Stampa

Le organizzazioni della Rete Italiana per il Disarmo esprimono preoccupazione per le ipotesi di intervento militare in Libia e chiedono di sospendere immediatamente l’invio di armi e sistemi militari nella regione mediorientale. Una situazione così drammaticamente caotica e problematica non potrà mai essere risolta facendo ricorso allo strumento militare e continuando a rifornire di armi i Paesi limitrofi

A riguardo desideriamo sottolineare che: 

  • Siamo contrari ad un intervento militare in Libia sia per la specifica situazione del Paese, gettato in una spirale di violenza incontrollabile proprio a seguito dei bombardamenti occidentali del 2011, sia per le peculiari modalità di intervento prospettate dall’Italia: l’uso di agenti segreti con scopi poco chiari definiti attraverso un Decreto “secretato”, l’ipotesi di utilizzo di un rilevante contingente militare di circa 5.000 uomini, utilizzo e concessione ad alleati di basi per droni. Tutte ipotesi riportate in questi giorni da diversi organi di stampa
  • In sintonia con la Costituzione Italiana, siamo in generale contrari all’intervento militare come strumento risolutivo delle controversie internazionali, spesso derivanti da emergenze sociali e politiche che avrebbero bisogno di altre soluzioni. Questo principio è ancor più valido per tutte quelle aree del Nord Africa e del Medio Oriente in cui gli avvenimenti degli ultimi anni e - ancora di più - i continui interventi militari internazionali hanno condotto a crisi sempre più intricate, violente e si sono dimostrarti fallimentari per risolvere le situazioni locali. 
  • In considerazione del continuo afflusso di ingenti quantitativi di armi nella regione del nord Africa e mediorientale, chiediamo che l’Italia e i paesi dell’Unione europea attuino con rigore le norme internazionali, europee e nazionali (Trattato sul commercio di armi, Posizione Comune 2008/944/PESC e Legge n.185 del 1990) che regolamentano le esportazioni di armamenti interrompendo l’invio di armi e sistemi militari non solo alle parti in conflitto ma a tutti i paesi limitrofi che lo stanno alimentando. Chiediamo pertanto che il Governo italiano si faccia promotore in sede internazionale ed europea di una iniziativa volta ad impedire l’esportazione di armi e sistemi militari che possano essere utilizzati per l’aggressione internazionale, contribuire all’instabilità regionale e la repressione interna.
  • Le nostre organizzazioni agiscono quotidianamente per la costruzione della pace con iniziative, azioni, Campagne, mobilitazioni: iniziative ancora necessarie in questa nostra epoca in cui la guerra non è qualcosa che semplicemente “scoppia” da un momento all’altro, ma viene invece preparata ed alimentata per lungo tempo. Per fermarla c’è quindi bisogno di un lavoro continuativo e quotidiano, come quello che le nostre organizzazioni cercano di fare da sempre.

Per giungere ad un risultato positivo e risolvere le crisi e i conflitti è importante comprendere l’origine delle situazioni ed analizzarle nel profondo, a partire dal lavoro continuo appena ricordato. Per questo motivo desideriamo rilanciare come Rete Italiana per il Disarmo i documenti di approfondimento e proposta elaborati, anche sul caso libico, da organismi ed esponenti della nostra Rete. Come contributo fattivo a quelle che dovranno essere le decisioni della politica e delle istituzioni.

Da Disarmo.org

Ultime su questo tema

Ballottaggio a sorpresa in Ecuador

17 Febbraio 2025
L’attuale Presidente Daniel Noboa ha ottenuto il 44.4 percento dei voti, contro il 44,1 della rivale di sinistra Luisa Gonzalez. (Maurizio Sacchi)

I ricchi diventano sempre più ricchi, i poveri sempre più poveri

28 Gennaio 2025
I 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG), mirano, tra le altre cose, ad aiutare le nazioni in via di sviluppo a sradicare la povertà estrema entro il 2030. Ma questo obiettivo ha fatto pochi o...

Trump 2: si prospettano anni difficili. Il punto

10 Gennaio 2025
Trump vede l’Unione Europea come una rivale e un pericolo. (Raffaele Crocco)

Sarà ancora guerra. Il punto

13 Dicembre 2024
Sarà ancora guerra. O comunque, saranno tensioni pericolose per tutta la regione, nella logica del Risiko planetario. (Raffaele Crocco)

Occupied Territories. Stories from Lebanon, Gaza and the West Bank

10 Dicembre 2024
Questa mostra vuole essere un grido d’allarme. Vicino a noi, poche centinaia di chilometri al di là del mare, si sta consumando una tragedia. (Raffaele Crocco)

Video

ArcoirisTV: una nuova televisione